commento nei prossimi giorni
COORDINAMENTO NAZIONALE RSU FIM FIOM UILM ACCIAIERIE D’ITALIA
L’ennesimo
accordo intervenuto recentemente, annunciato dagli azionisti
pubblico-privato, che ha
prorogato i termini della conclusione
del percorso d’acquisizione dei rami d’azienda Ex Ilva, dal
31.05.2022 al 31.05.2024, in assenza della risoluzione delle clausole
sospensive a partire dal dissequestro degli impianti, rappresenta un
ulteriore elemento di preoccupazione e di incertezza per le
prospettive dell’insieme del Gruppo Acciaierie d’Italia.
La
decisione del rinvio è maturata per altro, ancora una volta, senza
alcun confronto con le Rsu e le
Organizzazioni sindacali al
tavolo istituzionale delle crisi aziendali del MiSE e soltanto
l’iniziativa nei diversi stabilimenti, culminata con la
mobilitazione e gli scioperi a Genova e a Taranto e degli altri siti,
hanno sostenuto e difeso le ragioni del lavoro costretto il governo a
pianificare alla convocazione di un incontro per il 22 giugno
prossimo al Ministero dello Sviluppo Economico da cui ci attendiamo
una chiara prospettiva di sviluppo di questo strategico asset
industriale e dell’importantissimo sistema dell’indotto.
Il Coordinamento nazionale delle Rsu di Acciaierie d’Italia e Fim Fiom Uilm ritengono non più rinviabile un confronto di merito sul piano industriale e ambientale per conoscere i tempi degli investimenti, sul processo di risanamento ambientale, sull’introduzione dell’innovazione tecnologica in attuazione dell’Accordo del 6 settembre 2018 a partire dalla clausola di salvaguardia occupazionale per i lavoratori di Ilva in A.S.
Ci
attendiamo da subito la definizione di un programma di investimenti
per la manutenzione ordinaria e
straordinaria in tutti i siti e
aprire un tavolo di confronto sulla gestione della cassa
integrazione, della risalita produttiva, dei futuri assetti di
marcia, della difficile fase che vivono i lavoratori degli appalti,
della contrattazione integrativa e della salute e sicurezza dei
lavoratori:
-Cassa
integrazione, risalita produttiva e assetti di marcia.
E’
inaccettabile che il governo abbia avallato la gestione della cassa
integrazione gestita unilateralmente
dall’azienda che, senza
la garanzia del raggiungimento di obiettivi ravvicinati di risalita
della produzione, pur persistendone le condizioni di mercato, e della
relativa pianificazione degli assetti di marcia degli impianti,
continua ad utilizzare l’ammortizzatore sociale semplicemente per
abbattere il costo del lavoro con migliaia di lavoratori a subire il
prezzo di una gestione inadeguata.
È necessario riaprire un
confronto al fine di definire un’integrazione al reddito e
l’apertura di una
discussione trasparente degli organici
tecnologici che assicuri la continuità produttiva e la sicurezza
sui
luoghi di lavoro.
-Contrattazione
integrativa – Premio di Risultato
È necessario definire e
presentare ad Acciaierie d’Italia una piattaforma per il rinnovo
della contrattazione di secondo livello a partire dal mancato
rispetto degli accordi sul Premio di Risultato previsti nel verbale
del 6 settembre 2018.
-Appalti
E’
inaccettabile che le difficoltà di liquidità della committente
abbiano già prodotto la sistematica
distruzione del tessuto
dell’indotto e continuino a produrre una situazione di assoluta
criticità per i
lavoratori del sistema degli appalti che ogni
mese, se non rischiano il posto di lavoro, si ritrovano il
problema
dei pagamento degli stipendi, l’incertezza della continuità
lavorativa e un arretramento in termini di condizioni di lavoro
garantite dall’applicazione dei contratti nazionali di
riferimento.
Per questo è necessario contrastare il dumping
contrattuale e rafforzare il ruolo dei lavoratori
metalmeccanici
all’interno degli stabilimenti del Gruppo attraverso una
contrattazione di sito e le relative clausole di salvaguardia
occupazionale.
– Relazioni industriali. Va recuperato fin da
subito un corretto confronto tra la direzione aziendale e
le
organizzazioni sindacali ma ancora di più nei confronti dei
lavoratori ponendo fine a un clima di
paure e incertezze che
pesa gravemente sui dipendenti del gruppo.
– Il Governo e
l’azienda devono garantire risposte occupazionali a tutti i
lavoratori ancora in
Amministrazione Straordinaria per poter
ridare dignità a quei lavoratori fuori dalle attività da oramai
troppi anni e che sopravvivono solo di ammortizzatori sociali.
-Salute
e Sicurezza
È indispensabile investire sulla sicurezza e sulla
salute dei lavoratori, sulla sostenibilità ambientale
delle produzioni e sulla necessità di contrastare gli infortuni
con gli strumenti della prevenzione e della
formazione
professionale anche per i lavoratori degli appalti.
-Amianto
L’amianto
rappresenta un grande elemento di rischio, sia per quanto riguarda
l’esposizione a cui sono
sottoposti direttamente i lavoratori,
sia per quanto riguarda gli effetti indiretti sull’ambiente.
Bisogna
accelerare i tempi previsti dal DPCM del 29.09.2017 per le misure di
bonifica e per intervenire sulla possibilità di estendere i benefici
previdenziali da esposizione per i dipendenti stessi.
Pretendiamo
che il governo dia seguito alla dichiarata volontà, più volte
ribadita dallo stesso Presidente del Consiglio, Mario Draghi, di
voler rilanciare finalmente con i “fatti” l’ex ILVA e di
svolgere un ruolo incisivo, con i rappresentanti di Invitalia
presenti nella governance di Acciaieria d’Italia, non lasciare
nelle mani del solo azionista privato la gestione ed il futuro del
gruppo siderurgico.
L’incontro del 22 giugno prossimo dovrà
garantire un percorso e impegni esigibili su queste priorità senza i
quali sarà necessario il ricorso ad una grande mobilitazione e allo
sciopero di tutto il Gruppo di Acciaierie d’Italia e per richiamare
la Presidenza del Consiglio all’assunzione delle proprie responsabilità sul destino dell’ex ILVA.
FIM,
FIOM, UILM NAZIONALI
FIM FIOM UILM TERRITORIALI
E
COORDINAMENTO RSU ACCIAIERIE D’ITALIA
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