Mobilitazione
nazionale studentesca - 28 maggio 2020
Siamo a maggio e il Governo dà indicazione di riaprire
tutto, dai luoghi di lavoro alle chiese, mentre il
quadro dell'istruzione pubblica rimane disastroso. Il
rapporto di Cittadinanzattiva rivela che uno studente
su due non ha potuto seguire regolarmente le
videolezioni, ma nel frattempo il Ministro
dell'Istruzione, Lucia Azzolina, continua a ripetere
che la DAD sia un successo arrivando perfino a
sostenere che gli studenti con "carenze" vadano
bocciati.
Dalla chiusura delle scuole il Ministero
dell'Istruzione ha relegato le lezioni online alla
buona volontà dei singoli docenti, senza fornire
nessun supporto di tipo tecnico, né tanto meno
didattico, alle scuole e alle famiglie. Il sistema
scolastico italiano ha dovuto fare i conti in pochi
giorni con le carenze generalizzate di materiale
informatico. Dopo anni e anni di tagli miliardari
all'istruzione pubblica, sotto diktat dell'Unione
Europea e a opera dei Governi di centro-destra e
centro-sinistra, l'Italia
non ha sviluppato supporti
informatici adeguati, come portali di didattica
online, LIM in tutte le scuole e corsi di formazione
per i docenti, restando a oggi uno dei sistemi
d'istruzione meno digitalizzati di Europa. Infatti la
DAD è iniziata fin da subito soltanto nelle scuole di
centro e dove mediamente i contributi scolastici sono
più alti: in quelle poche scuole con strumentazione
adeguata, docenti formati all'utilizzo del materiale
informatico, le lezioni online hanno funzionato
realmente fin dall'inizio. Nella maggior parte delle
scuole invece questo non è avvenuto. L'assenza di
misure centrali del Governo per garantire l'uniformità
della didattica ha causato un rafforzamento del gap
tra queste cosiddette scuole di "serie A", con
contributi scolastici più elevati, e scuole di "serie
B". Nel frattempo milioni di studenti non hanno avuto
materialmente la possibilità di seguire le
videolezioni e di rimanere al passo con la scuola, tra
mancanza di computer e connessione internet
sufficienti.
Il Governo non ha fatto nulla per riconoscere queste
contraddizioni, ha stanziato solo poche briciole per
il diritto allo studio, completamente insufficienti.
Il Ministero dell'Istruzione ha deciso di non
ascoltare le rivendicazioni degli studenti esposte al
mese di marzo con campagne mediatiche e documenti
formali dei Presidenti delle Consulte studentesche.
Come Fronte della Gioventù Comunista abbiamo chiesto
fin dall'inizio dell'emergenza un piano straordinario
per garantire ad ogni studente un dispositivo
informatico e una connessione internet adeguata,
abbiamo rivendicato una piattaforma online pubblica
per la didattica, per sottrarre le videolezioni dalle
multinazionali dei software che rivendono i dati dei
propri utenti e vedono la scuola pubblica come luogo
per fare nuovi profitti. Abbiamo rivendicato il
rimborso immediato delle gite scolastiche e degli
abbonamenti di trasporto pubblico. Abbiamo rivendicato
corsi di supporto gratuiti e forniti dalle scuole per
seguire meglio gli studenti, con un piano massiccio di
assunzioni del personale scolastico.
Oggi tutto questo non è stato fatto, anzi il Ministero
dell'Istruzione nel Decreto Scuola ha deciso di
sanzionare ulteriormente gli studenti figli di
lavoratori rendendo obbligatorie le videolezioni
mentre recentemente il Ministro Azzolina ha aperto
alla possibilità di bocciare gli studenti con
"carenze". Non soltanto il Governo ha gestito la
situazione di emergenza scuola in modo insufficiente e
senza misure concrete ma oggi il suo Ministro nega
perfino questa realtà andando a dire che la DAD sia un
"successo"! Non accettiamo l'ennesima presa in giro,
chi dev'essere bocciato non sono gli studenti, semmai
il ministro Azzolina!
Tutto riapre nel Paese e allora anche gli studenti
devono avere la possibilità di mobilitarsi. Non
rimaniamo a guardare mentre le contraddizioni della
scuola pubblica esplodono e mentre il Governo è deciso
a far pagare queste contraddizioni agli studenti. Noi
non ci stiamo, serve un immediato cambio di rotta
nelle politiche del Ministero dell'Istruzione.
Se la didattica a distanza è un fallimento nessuno
dev'essere bocciato! Chiediamo che tutti siano
promossi, anche alla maturità. Servono dei programmi
nazionali e dei chiarimenti per l'Esame di Stato 2020,
vogliamo che la qualità della didattica sia garantita,
serve definire un livello minimo dei programmi su
scala nazionale che sia anche valido per i percorsi
universitari. Se l'Esame di stato viene fatto in
presenza vogliamo garanzia per la salute di tutti:
maggiori stanziamenti per la sanificazione delle
scuole e la predisposizione degli spazi negli edifici
scolastici. Il Governo deve imporre alle agenzie di
viaggio e alle compagnie di trasporto pubblico il
rimborso immediato degli studenti. 300-400 euro fanno
la differenza per una famiglia di lavoratori!
Il rientro a settembre dev'essere fatto in sicurezza:
servono classi di massimo 14 studenti per garantire 5
metri quadri a persona nelle scuole. Serve aumentare
il numero di docenti per garantire un nuovo rapporto
studente-insegnante di almeno di almeno 1 su 13 come
avviene a Cuba, contro l'attuale 1 su 26 italiano.
Serve un piano nazionale straordinario per l'edilizia
scolastica, come chiediamo da anni, per mettere in
sicurezza le scuole e ampliare gli spazi scolastici.
La DAD esclude gli studenti con maggiori difficoltà
all'apprendimento e chi non ha degli spazi sufficienti
in casa, chiediamo che questa forma di didattica non
venga regolarizzata a discapito della didattica in
presenza. L'Italia è uno dei paese europei con
l'abbandono scolastico più elevato d'Europa, la crisi
economica rischia di peggiorare esponenzialmente
questa situazione: subito gratuità della scuola
pubblica, cancellazione dei contributi scolastici,
vogliamo un comodato d'uso del materiale scolastico e
gratuità del trasporto pubblico.
Non sono sufficienti briciole per andare a coprire
anni di politiche di smantellamento della scuola
pubblica, non accetteremo a testa bassa ulteriori
attacchi agli studenti figli di lavoratori. Costruiamo
un'ampia battaglia degli studenti per denunciare
l'elaborato del Governo Conte II, del suo ministro
dell'Istruzione Lucia Azzolina, contro i diktat
dell'Unione Europea sulla scuola, per rivendicare
tutele concrete per la fase di emergenza e un
inversione completa del modello d'istruzione per il
rientro a settembre. Diamo una spallata a questo
Governo che ha fatto solo gli interessi di
Confindustria e dei padroni, lasciando la scuola
pubblica a se stessa. Diciamo chiaramente chi sono i
responsabili politici di questo disastro e
rivendichiamo un cambio di rotta completo. Facciamolo
spalla a spalla con i lavoratori, della scuola e non,
che in questo momento vivono contraddizioni di ordine
ancora maggiore.
Per questo scendiamo in piazza con gli studenti di
tutta Italia giovedì 28 maggio 2020, organizzando
presidi davanti agli uffici scolastici regionali e ai
provveditorati nel rispetto delle norme sanitarie.
Bocciamo il ministro, non gli studenti!
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