sabato 16 maggio 2020

ArcelorMittal, altri 1.000 in cassa integrazione - Che dicono e non fanno i sindacati

Pubblichiamo - traendole da un articolo del Corriere di Taranto - le reazioni dei sindacati alla decisione dell'azienda.

Ma diciamo subito alcune cose:
- di fronte a questo nuova grave azione unilaterale dell'azienda che di fatto preannuncia esuberi strutturali, sarebbe normale una immediata risposta in fabbrica con i lavoratori, a partire dalla convocazione di assemblee, decidendo il da farsi con i lavoratori sia in produzione che cassintegrati. Invece tutti non fanno altro che chiedere nuovamente al Governo, al Mise un incontro, mentre tutti gli operai dicono che i sindacati sono spariti in fabbrica. 
- la stessa Usb invece di fare altro, come sarebbe normale in un sindacato diverso dai confederali, chiede la stessa cosa e anzi aggiunge che diversamente ci sarebbe "il pericolo di disordini all’interno dello stabilimento..." - Ma che ci fossero "disordini", fermate, scioperi! Forse allora la musica potrebbe cambiare.  
E l'Usb non si può lamentare che "a questa azienda si concede ogni cosa... senza che nessuno lo faccia notare e pesare..." - E chi dovrebbe prima di tutto farlo "notare e pensare" se non i lavoratori con sindacati che non stanno a lamentarsi ma aprono la lotta?
 
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Nella prossima settimana volantinaggio e comizio alla port. D 

"...Fim Cisl... Mentre l’azienda nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali comunica blocchi e rinvii di ripartenze impianti, a distanza di poche ore informa telefonicamente i lavoratori di altri reparti circa lo stop di altre attività, ponendo gli stessi in Cassa integrazione già dall’odierno terzo turno (ieri – ndr). In particolare le comunicazioni dell’ultim’ora stanno interessando i lavoratori di diversi reparti: Officina elettrica Ofe Mel (centrale e manutenzioni), riparazione mezzi industriali Ril, magazzini di area, recupero materiali ferrosi Irf, Laminatoio a freddo Laf Cpa, manutenzione treno nastri n.2, decatreno... Questioni che in questi minuti stiamo approfondendo con le nostre Rsu all’interno della fabbrica, per meglio comprendere la gravità di questo atteggiamento aziendale senza precedenti... non si possono fermare impianti con la sola scusante di non avere lo spazio necessario per accatastare la merce... Al riguardo chiediamo un intervento da parte del Governo...”.
Francesco Brigati, coordinatore Fiom Cgil: “In queste ore Arcelor Mittal, in maniera del tutto piratesca e provocatoria, sta inviando, attraverso il proprio portale digitale, le lettere di collocazione in cassa integrazione con causale covid-19 per ulteriori circa 1000 lavoratori... un’azienda che continua, nel suo braccio di ferro con il governo, a dettare l’agenda sul futuro ambientale, occupazionale e produttivo di Taranto e dell’intero Paese... riteniamo che non sia possibile come tutti gli ordini, precedentemente acquisiti dalla multinazionale, abbiano subito dei rallentamenti da parte delle aziende interessate. Nello specifico gli ordini che al momento non risultano essere sospesi provengono da aziende diverse tra loro così come diversi sono i prodotti  venduti. Inoltre, se gli ordini non sono stati sospesi ma ‘rallentati’, così come comunicato dall’azienda durante l’incontro odierno, non è per nulla sostenibile dal punto di vista economico avviare gli impianti e poi fermarli senza un valido motivo. Il Governo deve immediatamente convocare le parti... lettere di collocazione in cassa a circa il 90% del totale della manutenzione centrale con ulteriore ridimensionamento delle manutenzioni meccaniche ed elettriche di reparto...”.
Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB: “...Gestione arrogante e strafottente. Chiediamo incontro urgente al Governo... Arcelor Mittal ferma dunque alcuni impianti e riduce il numero dei lavoratori in azienda con ripercussioni per la sicurezza e per l’ambiente... E’ chiaro che un simile atteggiamento genera il pericolo di disordini all’interno dello stabilimento in un momento già di per sé complicato.... A questa azienda si concede ogni cosa, dice tutto e poi il contrario senza che nessuno lo faccia notare e pesare... Inoltre continua a crescere il numero dei licenziati...”.

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