Arcelor Mittal France annuncia lo spegnimento di un altoforno e di diverse cokerie nello stabilimento di Fos sur Mer, nei pressi di Marsiglia, e mette a rischio la produzione all’ex Ilva di Novi Ligure e di Genova Cornigliano. A lanciare l’allarme è la Fiom, il sindacato delle tute blu che aderiscono alla Cgil.
Mentre a Taranto Arcelor Mittal riavvia alcuni impianti dell’area a
freddo, con il rientro dalla cassa integrazione di 630 lavoratori, in
Francia succede l’opposto. «I lavoratori temono si possa replicare
quanto è avvenuto negli anni scorsi per il sito di Florange, dove alla
fermata parziale e temporanea degli impianti è seguita la chiusura
definitiva – dice Gianni Venturi della segreteria nazionale Fiom Cgil –
Non è soltanto una ragione solidaristica quella che ci lega al destino
dei 2.500 lavoratori di Fos sur Mer: due terzi delle produzioni dello
stabilimento francese sono destinati ai mercati di Italia e Spagna e
da quello stabilimento, insieme a quello spagnolo di Aviles,
si riforniscono per parte della loro attività, in particolare, i siti
di Genova Cornigliano e di Novi Ligure».
La fermata di Fos sur Mer è quindi strettamente legata al nostro
mercato e agli assetti complessivi del gruppo Arcelor Mittal. «È
indispensabile tornare a confrontarsi con il Governo e con l’azienda –
dice Venturi –
L’emergenza coronavirus ha fermato le lancette dell’orologio
a febbraio ma ora i nodi irrisolti tornano a premere in tutta la loro
urgenza».
Nessun commento:
Posta un commento