domenica 3 maggio 2020

La fase 2 a Taranto deve essere soprattutto la fase delle rivendicazioni dei lavoratori, precari, disoccupati

Domani riaprono alcune aziende e attività lavorative. Per Taranto non si tratta di una effettiva fase nuova, visto che qui è stata sempre aperta la più grande fabbrica, ArcelorMittal, a livello europeo, con il numero di operai al lavoro di 5000 (tra diretti e appalto) cosa che non è successa in nessuna realtà. Non solo, in provincia, a Grottaglie, non ha mai sospeso l'attività la Leonardo. E in entrambi gli stabilimenti vi sono stati operai ammalati di coronavirus e vari lavoratori costretti alla quarantena. 
Queste fabbriche non fanno assolutamente parte delle produzioni essenziali, anzi, la Leonardo fa una produzione, militare, che andrebbe di per sè chiusa e riconvertita - indipendentemente dall'emergenza coronavirus e che testimonia soltanto che mentre sembra che bisogna raccattare soldi per la sanità, pure per le mascherine, per gli armamenti, per le missioni militari che sono continuate anche in questo periodo invece ci sono eccome. 
Queste fabbriche hanno potuto continuare a produrre per i loro profitti, col benestare del governo, con le "deroghe" della prefettura, e senza nessuna opposizione dei sindacati confederali.

Ora altre attività da domani ripartono. 
Appoggiamo le rivendicazioni che porta avanti lo Slai cobas, unitamente al sindacalismo di base e combattivo a livello nazionale:
lavoro in massima sicurezza sui posti di lavoro - senza  sicurezza non si lavora in fabbrica, negli appalti, nei servizi, ecc.
riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga
modifiche dell'organizzazione del lavoro per la sicurezza e la riduzione di ritmi e carichi di lavoro 
postazioni operative e ispettive medico sanitarie interne sui posti di lavoro/zone industriali/ controllate dai lavoratori con le loro organizzazioni sindacali per pretendere e gestire DPI/tamponi ecc.
se si lavora bisogna riprendere il diritto di assemblea, di sciopero
come il diritto di manifestare, per rivendicare soprattutto negli appalti comunali lavoro vero, con stabilizzazioni, salario, divieto di licenziamenti di nessun genere, cassintegrazione con copertura del 100% del salario

Ma occorre riprendere anche la battaglia per la condizione generale, dove ancora dai decreti si vedono solo elemosine 
salario garantito lavoro o non lavoro per i disoccupati
blocco generale di tariffe, multe e tasse, fitti, mutui per i proletari e masse popolari
patrimoniale per padroni, grandi redditi di ogni tipo/taglio delle spese militari, delle spese per l'ordine pubblico/grandi opere inutili

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