giovedì 28 maggio 2020

ArcelorMittal a Novi Ligure - Prima fa accordi e poi annuncia nuova Cig - Senza mantenere aperta la mobilitazione AM fa quello che vuole

Novi Ligure, ex Ilva: sciopero sospeso, riparte produzione

NOVI LIGURE – Sospeso lo sciopero ad oltranza dei lavoratori ex Ilva dopo la sottoscrizione di un accordo fra la proprietà ArcelorMittal, sindacati ed RSU. 323 dipendenti saranno reintegrati e la cassa integrazione prolungata in attesa della presentazione del piano industriale il 5 giugno.
Questo intanto il commento di Gian Paolo Cabella, sindaco di Novi Ligure:
«Al momento siamo soddisfatti di questo accordo che permette di far ripartire gli impianti e prevede la massima rotazione possibile del personale. Certo, la partita è ancora tutta da giocare in quanto bisognerà capire come sarà strutturato il piano industriale che l’azienda presenterà il prossimo 5 giugno. In questo particolare momento è fondamentale che lo stabilimento continui a produrre, da ciò dipende il futuro di migliaia di lavoratori, compreso l’indotto, e delle loro famiglie. Per questo il Comune di Novi è e sarà sempre vicino ai lavoratori e si adopererà, per quanto possibile, affinché l’azienda possa continuare a creare quelle opportunità economiche quanto mai necessarie per tutto il territorio novese».

Altro caos all’ex Ilva: un documento dell’azienda prevede 12 settimane di cassa dal 22 giugno

Colpo basso a 24 ore dall’apertura di uno spiraglio per la produttività in estate: attesa adesso la reazione dei sindacati
NOVI LIGURE. Altra battuta d’arresto imprevista per i lavoratori dell’ex Ilva. A distanza di pochissime ore dall’accordo siglato ieri con i sindacati per una ripresa sia pur a turnazione, ArcelorMittal gela nuovamente le trattative con un documento diffuso circa due ore fa alle segreterie territoriali alessandrine di Fim, Fiom e Uilm.
Tale documento prevede la sospensione del lavoro e l’intervento della cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) a partire dal 22 giugno, per un periodo di 13 settimane, quindi sino all’inizio di settembre.
L’ammortizzatore sociale riguarda indistintamente i 666 dipendenti attualmente in forza allo stabilimento novese. Mittal giustifica questo ennesimo cambio di rotta con «la prosecuzione dell’emergenza epidemiologica ancora in atto in tutto il territorio nazionale ed internazionale i cui effetti continuano ad avere riflessi in termini di calo di commesse e ritiro degli ordini prodotti…».

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