Novi Ligure, ex Ilva: sciopero sospeso, riparte produzione
NOVI LIGURE – Sospeso lo sciopero ad oltranza dei lavoratori ex
Ilva dopo la sottoscrizione di un accordo fra la proprietà
ArcelorMittal, sindacati ed RSU.
323 dipendenti saranno reintegrati e la cassa integrazione prolungata in attesa della presentazione del piano industriale il 5 giugno.
Questo intanto il commento di
Gian Paolo Cabella, sindaco di Novi Ligure:
«Al momento siamo soddisfatti di questo accordo che permette
di far ripartire gli impianti e prevede la massima rotazione possibile
del personale. Certo, la partita è ancora tutta da giocare in quanto
bisognerà capire come sarà strutturato il piano industriale che
l’azienda presenterà il prossimo 5 giugno. In questo particolare momento
è fondamentale che lo stabilimento continui a produrre, da ciò dipende
il futuro di migliaia di lavoratori, compreso l’indotto, e delle loro
famiglie. Per questo il Comune di Novi è e sarà sempre vicino ai
lavoratori e si adopererà, per quanto possibile, affinché l’azienda
possa continuare a creare quelle opportunità economiche quanto mai
necessarie per tutto il territorio novese».
Altro caos all’ex Ilva: un documento dell’azienda prevede 12 settimane di cassa dal 22 giugno
Colpo basso a 24 ore dall’apertura di uno spiraglio per la produttività in estate: attesa adesso la reazione dei sindacati
NOVI LIGURE. Altra battuta d’arresto imprevista per i lavoratori
dell’ex Ilva. A distanza di pochissime ore dall’accordo siglato ieri con
i sindacati per una ripresa sia pur a turnazione, ArcelorMittal gela
nuovamente le trattative con un documento diffuso circa due ore fa alle
segreterie territoriali alessandrine di Fim, Fiom e Uilm.
Tale documento prevede la sospensione del lavoro e l’intervento
della cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) a partire dal 22
giugno, per un periodo di 13 settimane, quindi sino all’inizio di
settembre.
L’ammortizzatore sociale riguarda indistintamente i 666
dipendenti attualmente in forza allo stabilimento novese. Mittal
giustifica questo ennesimo cambio di rotta con «la prosecuzione
dell’emergenza epidemiologica ancora in atto in tutto il territorio
nazionale ed internazionale i cui effetti continuano ad avere riflessi
in termini di calo di commesse e ritiro degli ordini prodotti…».
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