Solidarietà a chi lotta ! Case, documenti, contratti per tutt*!
Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto solidarizza con i lavoratori in lotta e nei prossimi giorni attiverà i suoi attivisti per intervenire nelle forme possibile a sostegno della lotta
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Il Comitato Lavoratori delle Campagne denuncia: 'Da alcuni giorni ci sono lavoratori che dormono fuori dall'ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio (PZ), che quest'anno è stato dato in gestione all’associazioni “Le Rose di Atacama’’, “Polis Mathera’’ e ‘’Dafne’’, nell'ambito del progetto P.I.U. Su.Pr.Eme, e che ha aperto solo poco fa, con settimane di ritardo rispetto ai tempi previsti, ormai alla fine della stagione. Se fino a ieri le persone passavano notti all'aperto nell'attesa di fare il tampone la mattina successiva (requisito, insieme al permesso di soggiorno, per poter entrare nel centro), da ieri invece è stato comunicato che il centro ha raggiunto la sua capienza massima di 224 posti e che per la ventina di lavoratori lì davanti non ci sono soluzioni. Ad alcuni lavoratori è stata impedita anche la sistemazione nel ghetto Mulini Matinelle, lì nei pressi, con la motivazione che si tratta di un luogo degradante nel quale non si può stare, come se la strada fosse invece un luogo più idoneo.
Anche quest'anno sembra che per le istituzioni locali, dal comune alla prefettura, la situazione sia nuova e inaspettata, e le soluzioni sembrano difficili da trovare "da un giorno all'altro". Peccato che siano anni che i lavoratori, in questo periodo dell'anno, arrivano in questa zona: la situazione non era solo prevedibile ma già ampiamente vista. Anche l'anno scorso i lavoratori avevano dovuto lottare per avere un posto in cui dormire, passando giornate in presidio davanti all'ex Tabacchificio: solo grazie alla loro determinazione il centro era stato aperto. Il copione si ripete.
L'altra notte le persone rimaste fuori dal centro hanno protestato, mettendosi in mezzo alla strada a dormire per richiedere alternative per la notte stessa. Si sono presentati sul posto solo i carabinieri che hanno cacciato le persone sul ciglio della strada.
Ieri, mentre le persone rimaste fuori erano in attesa di soluzioni che ieri sera sono state loro vagamente promesse, i responsabili della struttura hanno aperto i cancelli per fare entrare i 7 già registrati. A quel punto anche gli altri hanno approfittato per entrare dentro ma sono stati riportati fuori dai carabinieri, mentre i medici presenti all’interno hanno minacciato di non fare più tamponi a nessuno fino a quando non sarebbero usciti tutti coloro che non avevano diritto a stare nella struttura.
Mentre le associazioni di categoria si lamentano per la mancanza di braccianti nei campi, né le istituzioni né i datori di lavoro si assumono la responsabilità di fornire gli alloggi dovuti, per di più in una situazione precaria come quella pandemica. Ancora una volta il ricatto dei documenti, la cecità e il razzismo delle istituzioni rendono impossibile ottenere condizioni di alloggio e di vita normali.
Solidarietà a chi lotta! Case, documenti, contratti per tutt*!
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