Su vaccinazione e ora sul green pass (che sono due interventi differenti, non vanno assimilati), vi sono tra i lavoratori, le lavoratrici, le masse popolari confusione, dubbi, timori, e tra alcuni di essi la posizione di non vaccinarsi.
Prima di tutto, però, questa è una parte minoritaria dei lavoratori, la gran parte si voleva e si è vaccinata.
Ma la questione più importante e da contrastare tra le fila dei lavoratori, sui posti di lavoro è che il rifiuto alla vaccinazione (dovuto principalmente all'azione di disinformazione, voluta confusione del governo, del mass media, accompagnata da controlli vessatori e imposizioni a volte inutili - vedi green pass nelle mense delle fabbriche con il confinamento per la consumazione dei pasti di chi non lo ha) si accompagna ad una serie di concezioni, posizioni fortemente sbagliate, in generale espressione di un atteggiamento individualista, che fa oggettivamente proprie le posizioni dei no vax e le loro fake news, anche quando se ne discostano.
Noi comunisti facciamo appello alle proletarie, proletari d'avanguardia ad essere una "diga" a queste concezioni, facendo chiarezza, informazione, ma anche lotta, affinché i lavoratori abbiano una posizione di classe, una concezione collettiva, unitaria, autonoma.
Noi appoggiamo la posizione dello Slai cobas sc che è per la vaccinazione obbligatoria per tutti, a partire dai settori, come sanità e scuola, che oggettivamente sono più a contatto con un pubblico di massa.
Alcune realtà presenti tra i lavoratori pongono le vecchie e nuove (anche a causa della pandemia) gravissime questioni esistenti nella scuola, nella sanità, come in tutti i settori lavorativi - dovute al sistema del capitale, ai suoi governi, tutti, al suo Stato, che se ne fregano della condizione delle masse e vogliono sfruttare i lavoratori e salvaguardare i loro profitti, il potere della borghesia - come una sorta di "giustificazione" a dire NO alla vaccinazione. Ma coloro che usano tutto questo per negare la necessità della vaccinazione obbligatoria quando c'è una pandemia, in realtà anch'essi guardano solo al loro interesse individuale e spesso parlano ma neanche lottano contro l'azione del governo, dello Stato, perchè solo in una logica sociale, non individualista, si possono e si devono fare le battaglie.
Così come non vale la scusa: non mi vaccino per protesta contro la mala gestione della pandemia. In questo modo si lascia tranquillamente il governo a continuare la mala gestione anche sul fronte della vaccinazione.
Il green pass è una misura del governo per cercare di recuperare ciò che non ha voluto fare dall'inizio e non vuole fare tuttora: un piano serio di vaccinazione di tutti, screening di massa periodici, controlli seri prima dei vaccini, potenziamento dei medici di base, postazioni sanitarie per informazioni e analisi preventive gratuite. Perchè questo significherebbe fondi elevati e grandi forze da concentrare.
Questa del green pass è una misura, quindi, per correre ai ripari ipocritamente, e che soprattutto scarica la responsabilità/la scelta, le colpe sulle singole persone, invece di assumersi la responsabilità e l'onere di una vaccinazione obbligatoria, come fu nei decenni passati per la vaccinazione per la poliomielite, o ancora prima per il vaiolo, o per altri vaccini, ecc.
Ora, invece dell’obbligo vaccinale per tutti si inventano “misure incentivanti” – e il green pass rientra in questo schema – che possano spingere ad accettare la vaccinazione, ma fingendo di rispettare la “libera scelta individuale”, lì dove invece non c'è nessuna scelta, ma al massimo presa d'atto degli impedimenti.
Da parte del governo è stato introdotto il green pass per tornare alla "normalità" della gestione della vita sociale; ma è una loro "normalità" che i lavoratori respingono, perchè è fatta di miseria, condizioni di vita, di salute sempre peggiori.
Da parte loro, i grandi padroni, con il portavoce principale, Bonomi, sono diventati i maggiori sostenitori del green pass sui posti di lavoro. Ma essi lo fanno unicamente per non avere intoppi nell'attività produttiva, nella ottima ripresa (solo dei padroni) post lockdown, per poter sfruttare senza gli ostacoli di nuovi contagi gli operai (mentre licenziano per poter andare dove possono realizzare più profitti e un taglio dei costi). E che lo usino solo per non avere fastidi inutili, è dimostrato dall'uso del green pass solo nelle mense (imposto in modo burocratico "per estensione" dal governo) mentre gli operai possono lavorare fianco a fianco, vaccinati e non, nei reparti, e stare come prima accalcati nei magazzini, negli spogliatori, nei trasporti, ecc.
Dicono gli operai: "viene sollevata la questione del green pass in mensa quando in linea siamo a stretto contatto, la mascherina non garantisce certo le otto ore, mentre in mensa ci sono distanziamenti e divisori di plexiglass. A loro poco interessa della nostra salute, cercano solo di avere una certificazione che garantisca che la produzione non venga fermata, vista la ripresa del lavoro".
Ma sia chiaro, noi siamo contro e contrastiamo apertamente le manifestazioni dei no vax che diventano sempre più "assatanati". I no vax sono fascisti e reazionari, oscurantisti, nella loro matrice ideologica, politica (Meloni, Salvini ecc) e cavalcano l'onda anche dell'ignoranza. Ma siamo contro anche a quelle di sindacati autonomi, o di base, di coordinamenti personale scolastico, ecc. contro il green pass che non dicono chiaramente sì alla vaccinazione obbligatoria; anche queste, al di là delle intenzioni, sono manifestazioni che affiancano quelle dei no vax.
Va denunciata la meschina azione dei sindacati confederali, che contano anche tra i loro delegati i sostenitori per principio del no al vaccino, è impegnata a mantenere una posizione equidistante tra gli operai, vaccinati o meno, ovvero a non inimicarsi una fetta di iscritti delegando al governo, quindi a Confindustria l’intervento. Limitandosi a chiedere migliorie (come per il consumo dei sacchetti da pic nic... ora si va verso tendoni con panche e tavoli), e di essere consultati prima di attuare nuovi provvedimenti.
I sindacati confederali come prima non si sono battuti a livello nazionale per tamponi per tutti e gratuiti, per presidi medici nelle fabbriche, per autorganizzare la difesa della salute dei lavoratori e lavoratrici, la gestione sui posti di lavoro della pandemia, oggi non chiedono la vaccinazione obbligatoria, e sono a difendere "la libertà individuale".
Ora questa della "libertà di scelta individuale", di considerare la vaccinazione obbligatoria addirittura come una "dittatura", è un problema serio tra i lavoratori, che però non va accettato o giustificato.
In una pandemia "la libertà individuale" non ha diritto di esistere, perchè la libertà tua non può danneggiare gli altri. Inalberare la Costituzione è come minimo una falsa lettura, perchè non ci può essere "libertà" per uno e rischio per tutti.
Questo genere di "libertà individuale" è quella che praticano i padroni per i loro interessi contro la collettività, mentre non può essere una concezione dei lavoratori. Se un lavoratore dicesse: "io sono libero di non mettermi la cintura di protezione sul ponteggio...", pur se questo può comportare un pericolo per gli altri compagni di lavoro, sarebbe accettabile, si dovrebbe difendere questa "libertà individuale"? No! E allora perchè lo dovrebbe essere in una pandemia che, come è successo, mette a rischio centinaia, migliaia, milioni di persone?
La "dittatura" è quella che proletari e masse popolari subiscono ogni giorno quando devono sottostare a condizioni pesanti di lavoro o non lavoro, quando devono accettare salari da fame, quando si vedono negare una sanità decente, quando i padroni per i loro profitti fanno morire gli operai, quando le donne devono subire una doppia oppressione e non c'è Istituzione che le può difendere, quando i migranti vengono lasciati annegare nei mari o gli si nega i più elementari diritti anche ora al vaccino, e potremmo continuare...
Quale "dittatura" sarebbe invece che tutti possano vaccinarsi e non rischiare di morire anche per il covid?
Queste concezioni tra i lavoratori, le lavoratrici sono da contrastare apertamente, con argomentazioni, convinzione, perchè dimostrano la perdita di una concezione collettiva, di un ragionamento come classe, non come individui.
Questa è la manifestazione peggiore. Che sta lì a mostrare i guasti pesanti ideologici portati avanti in tutti questi anni dai sindacati confederali, dalla mancanza di un partito dei proletari, un partito comunista che mantenesse la "barra della coscienza di classe", di una lettura e posizione autonoma dei lavoratori da quella delle varie espressioni della classe dominante e dei suoi servi medi e piccolo borghesi, pseudo intellettuali, professionisti, "esperti" da strapazzo, ingolfatori di internet.
Una lettura di classe deve far alzare forte la denuncia dei lavoratori e lavoratrici sulla condizione dei loro fratelli e sorelle immigrati, che vivono nei paesi oppressi dai nostri imperialismi, a cui è negata la vaccinazione: qui stiamo a disquisire: vaccino sì, vaccino no, ma gli Stati imperialisti, compreso il nostro, che fanno superprofitti in questi paesi, fanno arrivare dosi dei vaccini col contagocce a queste popolazioni che nel silenzio e disinformazione dei mass media muoiono a centinaia di migliaia - e non hanno alcuna "libertà di scelta"!
Per questo chi, nel campo della sinistra, dei rivoluzionari, liscia, giustifica il rifiuto della vaccinazione, e le concezioni che l'accompagnano, chi difende il diritto alla "libertà individuale", chi semina confusione, è dannoso e va apertamente criticato.
La coscienza di classe non si può svendere. E quando si smarrisce, per colpa non certo dei singoli lavoratori, la si deve "imporre", perchè le concezioni individualiste sono un cancro che via via danneggia tutti, lo vediamo nelle lotte, nell'opposizione ai piani dei padroni; e perchè mai invece la questione della salute collettiva dovrebbe essere considerata altra cosa, una questione privata?
In una società socialista con il potere nelle mani degli operai sarebbero state decise dall'inizio regole ferree per far fronte all'emergenza pandemica ma con il coinvolgimento serio e organizzato dei lavoratori, delle masse, dei giovani, delle organizzazioni popolari.
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