mercoledì 29 settembre 2021

Cemitaly, nessun futuro credibile per gli operai - Sull'incontro Slai cobas/Task Force Regione

DI SEGUITO IL VERBALE DELL'INCONTRO

Dall'incontro in videoconferenza tenuto il 27/09/2021 tra Rsa, coordinatore Slai cobas e

TASK FORCE lavoro regione Puglia, si prende atto della totale inappropriatezza delle misure messe in campo per scongiurare i licenziamenti dei 51 lavoratori, interessati dalla procedura di LICENZIAMENTO COLLETTIVO attivata dalla Cemitaly Taranto.

Si è appreso che la procedura ormai ufficializzata, siglando degli accordi in cui i lavoratori non hanno avuto voce in capitolo, è stata ben accolta da tutti gli organi interessati alla sua espletazione.

Certificando e garantendo, a parere dei lavoratori e non solo, l'unico interesse della proprietà, ad abbandonare il sito di Taranto nella maniera a lei piu indolore possibile.

VERGOGNOSO!!!

A voler salvare le apparenze negli accordi siglati... fanno capolino alcuni "buoni propositi".

- La possibilita che alcuni lavoratori vengano: Trasferiti, ricollocati, incentivati, ecc.

- L'attivazione delle POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO.

- La presa in carico dei Centri per l'impiego. Ed altre.

Possibilità che i lavoratori hanno ben imparato a conoscere nella loro inefficacia, in quanto già messe in campo negli anni scorsi.

SERVONO OBBIETTIVI E PERCORSI CONCRETI.

Nell'incontro del 27 settembre il Rappresentante sindacale aziendale dello Slai cobas e la coordinatricedel sindacato, nel rappresentare il dramma, l'esasperazione e la rabbia dei lavoratori per una situazione che si trascina da anni senza soluzione e la loro sfiducia nei percorsi formativi e nelle “politiche del lavoro”,

hanno indicato altri percorsi e soluzioni che potrebbero effettivamente difendere il lavoro:

  • progetti di lavoro per tutti i 51 lavoratori, in particolare nelle bonifiche area industriale;

  • legare e finalizzare alla realizzazione di questi progetti i corsi di formazione;

  • no a soluzioni individuali, no a “bacini” da cui volta per volta delle ditte dovrebbero attingere singoli lavoratori per brevi periodi; ugualmente No a Lavori Socialmente Utili (LPU) per Comuni – così diventerebbe permanente lo stato di precarietà, quando invece sono molto necessarie bonifiche, o anche riconversione dell'attività dell'attuale Cemitaly;

  • in caso di acquisizione della fabbrica da parte di altre aziende, imporre la “clausola sociale” dell'assunzione dei lavoratori Cemitaly.

  • Sulla delocalizzazione, ciò che servirebbe non sono semplici “sanzioni” all'azienda, ma una legge per la requisizione di macchinari e struttura, a fronte di contributi, incentivi, sgravi regalati all'azienda dal governo.

I lavoratori non ci stanno!!! E sperano che chi ha potere decisionale in queste vertenze, chi è indignato da questi eventi, li affianchi nel rivendicare i loro diritti e il loro posto di lavoro.

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