Ieri a Taranto vi è stato un nuovo incontro territoriale tra realtà pugliesi (di Taranto, Bari, Brindisi) dei sindacati di base, realtà sociali e politiche, movimenti, per la preparazione dello sciopero generale nazionale dell'11 ottobre.
Lo Slai cobas ha posto come prioritario che la discussione, il lavoro da fare avesse al centro la realizzazione, riuscita dello sciopero dell'11/10, sia nelle realtà, fabbriche, posti di lavoro, settori di lavoratori precari in lotta, nelle scuole, quartieri, in cui siamo presenti, sia estendendo il lavoro a realtà diverse; perchè è lo sciopero, il blocco dell'attività lavorativa, della produzione, dei servizi, che può cominciare a dare visibilità e peso nazionale ai lavoratori, in una fase in cui i padroni recuperano alla grande i profitti e ottengono tutto dal governo, mentre i lavoratori, i disoccupati, gli studenti, le masse popolari vedono peggiorate la loro condizione in termini di lavoro, salute, salario, ecc.; è lo sciopero che può cominciare a cambiare i rapporti di forza. "Se non scioperano i lavoratori, sarà una "cosa d'avanguardia" che non è ciò che serve - come ha detto un compagno.
La discussione, in realtà, si è concentrata da parte delle altre realtà presenti sulla manifestazione da fare l'11 ottobre, con la posizione dell'Usb (appoggiata soprattutto dalla confederazione cobas di Brindisi) di tenerla a Bari (come "città neutrale"), invece che a Taranto, come invece era stato indicato in un precedente incontro tenutosi a Bari.
Nella discussione la maggiorparte ha sostenuto l'opportunità di farla a Taranto, realtà industriale, che di fatto rappresenta il centro di tutte le contraddizioni in atto: sul fronte lavoro, salute, azione del governo, licenziamenti repressivi, disoccupazione, peso dello Stato con la Marina militare, ecc; Taranto come maggiore impatto nazionale.
Come ha detto un compagno della Biblioteca popolare: "non c'è da essere "neutrali", bisogna stare da una parte", dove - aggiungiamo noi - gli attacchi sono emblematici del sistema del capitale, dell'azione nazionale di padroni e governo (vedi Ilva ma anche ruolo Marina militare). Contro cui occorre una ripresa, visibilità e poi continuità della lotta per ricostruire un movimento di classe, e su questo in Puglia Taranto è la centralità, dove anche si scontrano - come ha detto un compagno di "sinistra anticapitalista" - ex operaio Ilva - gli "aneddoti sul nuovo modello di sviluppo", sul turismo, ecc che non portano alcun lavoro stabile.
Questa discussione, che doveva essere già stata superata, tanto che i compagni, lavoratori dello spettacolo, rappresentanti dell'assemblea di Bari, sono favorevoli a Taranto, come luogo giusto in Puglia per "agitare le acque", invece ha rinviato la decisione, alla prossima riunione che si terrà lunedì 20 sempre alle 17, in nome di appelli moralisti all'unità, nonostante la maggioranza avesse detto Taranto.
Chiaramente, non si tratta affatto di un problema di luogo ma di concezione che c'è dietro, in cui parlare di "luogo neutrale" è di fatto voler fare un corteo/passeggiata inffensivo, di "addetti ai lavori".
E questo non lo vogliamo!
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