sabato 3 febbraio 2018

Sulla copertura dei parchi minerali

Diamo, per ora, un'informazione. Ma una cosa c'è da dire subito:
Calenda per giustificare il fatto che comunque queste coperture dei parchi, nel piano industriale del 2013, dovevano essere già fatte entro ottobre 2015, ha detto che non si potevano realizzare senza la garanzia di avere l'acquirente. 
Vale a dire: il governo non poteva "buttare soldi" per salvare le vite di lavoratori e degli abitanti di Taranto... Ma per sostenere l'interesse dei padroni, sì...

(dal Corriere di Taranto)
di Emanuele Spataro -
1 febbraio 2018
Avviati i lavori di copertura dei parchi minerari primari dell’Ilva di Taranto che dovrebbero concludersi entro il mese di giugno del 2020.
Costo dei lavori: circa 300milioni di euro
Cimolai: “Oggi è il giorno in cui partiamo ed avremo 24 mesi per la copertura di un parco e altri 24 mesi, a partire da giugno, per l’altro parco; quindi nel 2020 i parchi minerari saranno completati”... “Noi di queste strutture ne abbiamo fatte diverse – precisa Cimolai – e questa è sicuramente la più importante perché, che io sappia, non ci sono coperture di queste dimensioni, per questo genere di protezione, nel mondo. Questa è sicuramente la più grande”.
Un progetto che, come ricorderete, fu inserito, sin dal 2013, nel Piano industriale presentato dall’allora commissario Ilva Enrico Bondi, secondo quanto previsto dall’Aia rilasciata all’Ilva di Taranto nel 2012, inglobata successivamente nel Piano ambientale del 2014...

...Cimolai apre al coinvolgimento delle aziende locali per i lavori di costruzione e manutenzione degli impianti. “Sicuramente ci sarà un coinvolgimento  del sistema imprenditoriale locale, anche perché il calcestruzzo non lo portiamo da Pordenone  (dove ha sede l’azienda, ndr), per cui ci saranno parecchie aziende coinvolte, anche nella manutenzione degli impianti”. Cimolai ha poi precisato che ci saranno ampie garanzie, per quanto concerne i protocolli di sicurezza, per i circa 200 lavoratori che saranno impiegati nei lavori di copertura dei parchi minerari...
La copertura dei parchi non prevederà alcuna pavimentazione degli stessi. Quanto all’eventuale contaminazione della falda, Cimolai ha precisato: “È un problema geo-tecnico già studiato in fase preliminare”. Si è infatti provveduto a realizzare il Piano della caratterizzazione del suolo e della falda da parte dell’Ilva in amministrazione straordinaria nell’area sottostante i parchi minerari. È quanto si apprende da fonti Ilva, secondo le quali sarebbero in corso opere di bonifica della falda nella predetta area: “Sulla falda è in via di realizzazione un sistema di pompaggio e trattamento dell’acqua di falda al fine di evitare alcun impatto ambientale collegato all’attività dei parchi. È stata inoltre già effettuata un’attività di caratterizzazione e bonifica delle matrici di suolo al di sotto dell’area dei parchi primari ed attualmente non è più presente alcun inquinamento”...

“In via preliminare verranno coperte le zone dei parchi più vicine al quartiere Tamburi per poi proseguire lungo il resto dell’area prevista”, ha precisato Cimolai...
L’ing. Cimolai ha voluto però  paragonare  l’opera di copertura dei parchi primari dell’Ilva di Taranto al sistema di contenimento del reattore nucleare di Chernobyl, realizzato anch’esso dall’azienda Cimolai. Tale sistema è in verità più basso ma, oltre a provvedere al contenimento del reattore collassato, ha in sé parti strutturali che lo rendono più massiccio e, quanto a peso complessivo dell’opera in termini di acciaio utilizzato, è paragonabile al cantiere avviato oggi a Taranto.

I dati tecnici del progetto di copertura dei parchi minerari
Progetto di copertura dei parchi minerari primari – Azienda Cimolai

...saranno utilizzate complessivamente 60mila tonnellate di acciaio per la sua realizzazione, 200mila
metri cubi di calcestruzzo, 10mila tonnellate di armature, 24mila metri di pali di fondazione per un totale di 700mila metri quadrati di copertura. L’opera sarà costituita da due diverse strutture, poste, fra loro, in parallelo (posizionati a un interasse di circa 14 metri, “con eccezione degli archi in prossimità del giunto di dilatazione, dove il passo si riduce in modo da garantire un giunto tecnico”, precisa la nota). “Ogni struttura, una volta completata, avrà una lunghezza di 700metri e una larghezza pari a 254 metri. Le costruzioni che copriranno il Parco Minerale e il Parco Fossile saranno composte, rispettivamente, da 53 e 56 arcate. Ogni arcata avrà un’altezza esterna di 77 metri e interna di 67 metri per consentire il movimento delle macchine bivalenti che sono alte 40-45 metri e vengono utilizzate per prelevare le materie prime stoccate all’interno dei parchi e destinate al ciclo produttivo”.
“Ogni parco coprirà una superficie pari a 28 campi da calcio”... Stiamo parlando infatti di due costruzioni che, prese assieme, si svilupperanno per poco più di mezzo chilometro in larghezza e per 700metri in lunghezza, ma il dato più considerevole è l’altezza, in quanto sfiorerà quella di un grattacielo di circa 27-28 piani...

Realizzazione delle fondazioni
“Lungo le fiancate della copertura è prevista la realizzazione di plinti su pali – si legge nella nota tecnica –collegati da travi correnti lungo tutto lo sviluppo della copertura, pari a 700 m. La sezione della trave di collegamento è opportunamente sagomata in sommità per l’alloggiamento delle vie di corsa, necessarie ad effettuare la traslazione dei moduli in fase di montaggio della copertura”. I pali avranno un diametro pari a 1,5metri ed una lunghezza compresa tra 35 e 40 metri. I due frontoni poggiano su plinti isolati, realizzati su pali dal diametro di 1,2 metri e dalla lunghezza pari a circa 30metri. Verranno inoltre realizzati, all’interno delle strutture, dei muri di contenimento dei cumuli di materiale stoccati sotto le coperture.

Struttura metallica
La copertura dei parchi è suddivisa in tre blocchi per il parco Minerale ed in sette per quanto concerne il Parco Fossile, denominati “moduli”. Ciascuna facciata è provvista di 2 portoni di circa 45metri di altezza che consentiranno la fuoriuscita di macchine bivalenti in occasione degli interventi di manutenzione.

Fasi di montaggio

«L’esigenza di mantenere i Parchi in esercizio durante la costruzione delle coperture, e la conseguente limitata estensione dell’area di cantiere a disposizione per il montaggio a terra e il sollevamento in quota delle strutture, comporta – si legge nella nota tecnica – la necessità di montare la copertura in un’area che non coincide con la posizione definitiva dei moduli; si dovrà quindi procedere con una traslazione in sede definitiva dei moduli di copertura, precedentemente montati nell’area di cantiere prestabilita».
 I “moduli” verranno a loro volta suddivisi preventivamente in “sottomoduli”, i quali verranno assemblati e sollevati in quota singolarmente, per poi essere traslati per un breve tratto tale da consentire il completo collegamento tra loro.
Il montaggio dei singoli moduli sarà suddiviso nelle seguenti macrofasi:
    “Montaggio del modulo, che, una volta completato, dovrà essere traslato per il posizionamento in sede definitiva;
    Montaggio del modulo successivo, con successiva traslazione in posizione finale e collegamento in quota al modulo traslato in precedenza;
    Quanto sopra fino al montaggio del modulo finale in posizione pressoché definitiva e collegamento in quota al modulo precedente”.

Metodo di montaggio
Ogni acro a capriata, una volta assemblato, costituirà un modulo che sarà poi sollevato e traslato in modo longitudinale, per consentire l’assemblaggio degli ulteriori sottomoduli che costituiranno il successivo modulo dell’arco a capriata che andrà a costituire il tetto della struttura metallica.  Riportiamo, di seguito, le fasi del montaggio come riportate nella nota tecnica.

    Sollevamento archi
 “Ogni arco (capriata) viene ottenuto assemblando i conci premontati a terra:
    n. 2 conci laterali (1 per lato) vengono posizionati direttamente sulle rulliere, ciascuno sollevato con gru di adeguata portata;
    n. 1 concio di simmetria (colmo della capriata) di lunghezza pari a circa 110 m da assemblare a terra e collocare in quota, in appoggio sulle barelle delle 4 pile provvisorie principali;
    n. 2 conci intermedi (di collegamento tra i conci laterali e il concio di simmetria), lunghi 50 m ciascuno, da assemblare a terra, sollevare e collegare in quota al concio di simmetria in modo tale da arrivare a terra con le estremità.

 – Il sollevamento alla quota definitiva della parte centrale della copertura avviene una volta avvenuto il posizionamento in appoggio su pile provvisorie di altezza H ≈ 60 m, dotate di barelle, di gruppi di n. 6 archi consecutivi. La lunghezza longitudinale di tale modulo è di circa 84 m;

 – Sollevata in quota con l’impiego degli strand jack la parte di copertura centrale (n. 6 archi consecutivi), si realizzano i giunti con i conci laterali (già opportunamente sollevati e fissati a terra), si procede all’abbassamento delle barelle e alle operazioni di traslazione longitudinale della copertura;

– I conci laterali d’arco vengono sostenuti tramite puntoni provvisori fino all’avvenuto collegamento con la parte centrale di arco”.

    Traslazione sottomoduli e moduli
“Si hanno due “tipologie” di traslazione longitudinale, identiche nelle modalità di esecuzione ma differenti per il ruolo che rivestono: Traslazione parziale: si traslano longitudinalmente parti di copertura costituite progressivamente da n. 6, 12 e 18 archi consecutivi, “sottomoduli”, per andare a costituire il singolo modulo completo. Le traslazioni parziali hanno una corsa di circa 80-84 m; • Traslazione dei moduli: si traslano longitudinalmente i singoli moduli da 18 archi per il posizionamento in sede definitiva. La traslazione più lunga è di 300 m circa. – La traslazione dei moduli avviene con gli impianti montati nella configurazione massima possibile”, conclude la nota tecnica.

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