CHI
HA FATTO LA CONTESTAZIONE DEL 2 AGOSTO L'ANNO SCORSO CONTRO I
DIRIGENTI DEI SINDACATI CONFEDERALI, OGGI NON LA RIVENDICA AFFATTO.
ALLORA
CI TOCCA RINVERDIRE LA MEMORIA, perchè in particolare gli
operai più coscienti riflettano su ciò che è stato giusto e ciò che è stato
sbagliato sulla strada da percorrere, e questo serva per l'oggi.
Per
questo, riportiamo dai comunicati dello Slai cobas Ilva di agosto 2012.
Sulla
manifestazione di cgil-cisl-uil, fim-fiom-uilm del 2 agosto.
“...
Lo slai cobas per il sindacato di classe non ha aderito alla
manifestazione odierna perchè le sue modalità non corrispondono
alle necessità della lotta operaia oggi, ne vi corrispondevano le
sue parole d'ordini: “una manifestazione di tutti contro nessuno”
hanno detto i dirigenti sindacali confederali. Noi invece vogliamo
una lotta e una manifestazione chiara e seria contro i responsabili
della attuale situazione. Noi
siamo per la continuità della rivolta operaia e dei blocchi e non
per manifestazioni normalizzanti per ascoltare Camusso, Angeletti e
Bonanni. La lotta degli operai Ilva è esplosa, nella forma di una
rivolta di massa. Non basta ora la sfilata... la rivolta deve
continuare e ora bisogna andare fino in fondo, con lotta, chiarezza e
serietà...
Nello
stesso tempo non possiamo non esserci per parlare alle migliaia di
operai e cittadini... delle nostre proposte e linee d'azione: "l'Ilva
non deve chiudere, Riva e i politici che hanno gestito quando era
Italsider pubblica, devono pagare. Noi abbiamo già pagato anche con
i nostri morti. Loro se ne possono andare, la fabbrica e il nostro
lavoro devono rimanere"; "se siamo arrivati a questo punto
la colpa è di Riva e anche dei sindacati confederali che per anni si
sono coperti a vicenda. Se ci fossero stati prima i Cobas, le cose
non starebbero così"...
Nulla è e sarà come prima all'Ilva e a Taranto. La lotta ora deve rimanere nelle mani degli operai.
Sulla contestazione dell'”Apecar”
Nulla è e sarà come prima all'Ilva e a Taranto. La lotta ora deve rimanere nelle mani degli operai.
Sulla contestazione dell'”Apecar”
...Nel
corteo di oggi è stato presente un folto gruppo di diverse centinaia
di giovani, precari, disoccupati e gruppi di operai Ilva riuniti in
un "comitato di cittadini e lavoratori liberi e pensanti",
di orientamento prevalentemente ambientalista, dietro uno striscione
"si ai diritti, no ai ricatti".
Questo spezzone è giunto fino alla piazza, invadendola ed è arrivato fin sotto il palco, con una forte contestazione verso i dirigenti sindacali, sostenuta da molti operai che stavano, che di fatto hanno permesso l'invasione dell'Apecar e applaudito la denuncia dei sindacalisti sul palco.
A questo gruppo e in particolare agli operai di esso, alcuni dei quali molto conosciuti dalla massa operaia, come era abbastanza legittimo e opportuno, occorreva dare la parola, gli organizzatori della manifestazione cgil-cisl-uil, Landini Fiom, invece non l'hanno data.
Questo ha alimentato la contestazione fino all'interruzione del comizio dei sindacalisti... la piazza si è in parte svuotata e la polizia è intervenuta a volte in forme anche violente per contenere e poi allontanare lo spezzone...
Questo spezzone è giunto fino alla piazza, invadendola ed è arrivato fin sotto il palco, con una forte contestazione verso i dirigenti sindacali, sostenuta da molti operai che stavano, che di fatto hanno permesso l'invasione dell'Apecar e applaudito la denuncia dei sindacalisti sul palco.
A questo gruppo e in particolare agli operai di esso, alcuni dei quali molto conosciuti dalla massa operaia, come era abbastanza legittimo e opportuno, occorreva dare la parola, gli organizzatori della manifestazione cgil-cisl-uil, Landini Fiom, invece non l'hanno data.
Questo ha alimentato la contestazione fino all'interruzione del comizio dei sindacalisti... la piazza si è in parte svuotata e la polizia è intervenuta a volte in forme anche violente per contenere e poi allontanare lo spezzone...
...noi
dello slai cobas non siamo stati pronti a cambiare ritmo sul campo... in
piazza dovevamo stare con l’area del Comitato nella contestazione e
nei momenti in cui sono stati fronteggiati dalla polizia. Ma con le
nostre "bandiere"...
Sulle
posizioni e concezioni del “comitato liberi e pensanti”
...quest’area
da denuncia di Riva si è trasformata in un’area di denuncia della
fabbrica in quanto tale, di sostegno acritico dell’inchiesta della
magistratura, di adesioni alle posizioni tecnico/politiche degli
ambientalisti ufficiali e dei verdi... Quest’area
sostiene che non il sistema capitalista, i padroni e la legge del
profitto sono l’origine e la causa dei morti in fabbrica della
devastazione ambientale prodotti dall’Ilva, ma la fabbrica in
quanto tale, la siderurgia in quanto tale. Si sostiene che Taranto
prima della nascita del polo siderurgico fosse una sostanziale isola
felice, con mare pulito, la pesca , ecc. e non una delle città più
povere del sud, nelle mani quasi esclusiva della Marina e con
attività industriali in crisi e in dismissione, dove dilagava la
povertà, l’emigrazione, la disoccupazione e la sussistenza. Si
sostiene che se l’Ilva viene chiusa la città sarà risanata e avrà
un nuovo fiorente sviluppo nel turismo, nella pesca, nelle energie
alternative, ecc., questo indipendentemente dal sistema
capitalistico...
La
critica ai sindacati che viene fatta da quest’area è ai sindacati
tout court e non alla linea di collaborazione sostenuta in questi
anni, lo slogan con cui quest’area ha “assaltato” il palco e
quello ritmato a mo di tifoseria: “siete voi, siete voi, la rovina
dell’Italia siete voi”, posizione da sempre sostenuta ed espressa
dalla componente più reazionaria dei padroni. Gli operai non vengono
visti come forza di lotta e di cambiamento in seno alla fabbrica, ma
come gente che ha ragione a non ribellarsi in fabbrica perché deve
portare il pane a casa, e quindi puramente vittime di un ricatto
occupazionale, o come gente di cui “si deve far carico lo Stato”
una volta che sia chiusa l’Ilva. Ecc.
...Il
Comitato sostiene di voler raccogliere tutti i cittadini e i
lavoratori che non abbiano o abbandonino “bandiere”, mettendo
sullo stesso piano le bandiere rosse, la bandiera della lotta e i
simboli del padrone, dei partiti parlamentari e delle organizzazioni
sindacali collaborazioniste. Esso si presenta come un comitato
interclassista ispirato dall’ideologia del “cittadino”, della
“popolazione di Taranto rovinata dall’Ilva”; anche gli operai
che fanno parte di questo comitato, quando sono in questo comitato,
accettano di fatto quest’approccio e si definiscono “cittadini”...
Gli
operai che il 2 agosto hanno guidato la contestazione sono
responsabili, per la rinuncia fatta di lottare in fabbrica e alcuni
di loro di andare via dallo slai cobas, di aver lasciato lo scontro
centrale.
...Siamo
arrivati a questa situazione perché all’Ilva non si è lottato, il
miglior aiuto che può dare un operaio è quello di fare la battaglia
in fabbrica, e non agire come un “cittadino”. Ma senza
organizzazione propria, di classe, fuori e contro i sindacati
confederali e i partiti parlamentari, gli ambientalisti borghesi, gli
operai sono succubi...
ALLA LUCE DI OGGI, CHI AVEVA RAGIONE?
ALLA LUCE DI OGGI, CHI AVEVA RAGIONE?
Nessun commento:
Posta un commento