In questi incontri, anche quello in Prefettura, sulla "clausola sociale di salvaguardia dei lavoratori" al massimo se ne parla, ma anche questa volta è stata rinviata sine die - unica strada, invece, per porre un vincolo certo alle ditte e una difesa per tutti i posti di lavoro.
A fronte di questo ennesimo tirasi indietro sulle assunzioni delle ditte dell'appalto, e dell'azione della direzione dell'Eni di "lavarsene le mani" (al massimo si è sprecata in questi giorni in un sollecito alle ditte), cosa fanno i sindacati confederali, che subito avevano bloccato scioperi e presidi, accettando i diktat di Eni e Prefetto? "... hanno assicurato al prefetto una tregua, impegnandosi quindi a non promuovere scioperi e sit-in..." .
Tra gli operai, tante sono le voci in raffineria, molti operai sono delusi e pensano che non si sia concluso niente e alcuni ritengono di dover ritornare a protestare, perchè niente di "tutto sistemato"; a detta di un capo cantiere della Ecologistica, la stessa azienda sarebbe disponibile e non si sà in che termini, ad assorbire solo due, delle otto unità della Rendelin, il resto sarebbe tutto rimandato al futuro. Nei fatti sembra serpeggiare l'idea della ripresa dello sciopero.
"io - ha detto il rappresentante Slai cobas della Rendelin - come appunto da me stesso annunciato all'ultima assemblea, dico che se, ci sarà una ripresa della lotta, io non ci sarò a fare il burattino dei confederali e degli operai che li seguono; sarò sempre a fianco dei lavoratori, ma direttamente con loro, solo quando la smetteranno di farsi manovrare dai tre confederali e si dissoceranno da essi e attueranno davvero la lotta operaia; non ci stò davvero a stare al gioco dei funzionari... la dignità e la giustizia prima di tutto.
Se la protesta dovesse
riiniziare, allora potremo far valere le nostre pregresse ragioni e svergognare pubblicamente proprio tutti,.."
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