martedì 27 agosto 2013

verso la ripresa - Porto, in campo i servi-padroni del sindacato confederale

A fronte a fatti indubbi, il presidente dell'Autorità Portuale, Prete, torna ad esprimersi facendo considerazioni meno tranquillizzanti dei giorni precedenti, ammettendo che comunque tutto il progetto è in ritardo e che alla fin fine se la TCT (h ed Evergreen) resterà non sarà tanto per assicurazioni di facciata, quanto per il fatto che Taranto è il terzo scalo nazionale per il traffico di merci ed è una delle infrastrutture strategiche europee a cui le due grandi multinazionali di Cina e Taiwan tengono senz'altro.
Ma naturalmente nessuno può negare che il futuro strategico di questo Porto resta legato alla natura di grande città industriale di Taranto.
Prete comunque dice che bisogna mantenere alta l'attenzione sulla tempistica e bisogna che a settembre il governo dia impulso a tutto il programma.
Oggi, però chi scende in campo a difendere azienda, accordo, sono quella categoria di servi-padroni rappresentata dai sindacati confederali, che sono servi di padroni e governo di cui accettano a scatola chiusa tutto ma poi agiscono come padroni forti del potere di cogestione che aziende e Autorità Portuale concedono loro.
Castellano della Uil trasporti dichiara subito che “i timori sono immotivati”, che va tutto bene madama la marchesa, Sergio Prete è un fenomeno, e i padroni della TCT “non possono certo venir meno ai loro impegni”, i “lavori andranno bene”, ecc. ecc.
Sono assicurazioni fatte ad uso della stampa perchè il signore ammette che in questi giorni sarebbero stato tanti gli operai che lo hanno chiamato preoccupati. Ma sempre con il sorriso sulle labbra Castellano ammette che “i lavoratori che stanno facendo cassintegrazione dsa settembre lavoreranno sempre meno, perchè con l'inizio dei lavori alla banchina per qualche tempo non si potrà attraccare”. Quindi gli operai TCT dovranno campare, ancor più di quanto fanno adesso, con i quattro soldi della cassintegrazione senza che i sindacati siano stati in grado di ottenere integrazioni salariali. Così come Castellano ammette che a maggio 2014 ci saranno problemi, dato che la cassintegrazione scade e i lavori saranno lontani dall'essere conclusi.
Ma naturalmente sempre nel quadro di tener buoni i lavoratori e di non disturbare i lavoratori, Castellano dice: “A maggio si pensa...”.
I lavoratori della TCT finora però hanno accettato, a parte qualche mugugno, questo stato delle cose, e non si lamentassero poi se con questi sindacati confederali le cose per loro è sicuro che andranno sempre peggio.
Ma tra i lavoratori esistono chi non vuole accettare, vuole pensare con la propria testa e vuole reagire.

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