“Cementir non rispetta gli accordi”
Preoccupazione dei sindacati di categoria per il
“silenzio” della direzione Cementir: “ad un anno dall'accordo siglato a Roma
temiamo che non sia stato fatto nulla. Gli ammortizzatori sociali non sono
eterni”. Si chiedono risposte per i 25 lavoratori in cassa integrazione.
ARQUATA SCRIVIA – Ad un anno di distanza del
complesso accordo siglato a Roma tra sindacati e i vertici di Cementir “non è
stato fatto nulla”. A dirlo sono i segretari provinciali di categoria di
Cgil, Cisl e Uil.
“C'è in ballo il futuro di oltre una ventina di lavoratori ai quali tra un anno scadrà la cassa integrazione di cui, attualmente, stanno usufruendo”.
Lo scorso anno il cementificio aveva annunciato la chiusura dello stabilimento di Arquata Scrivia. Immediata la mobilitazione dei sindacati e degli enti, Comune, Provincia e Regione che nel corso di una serie di tavoli di confronto stabilito un percorso condiviso. (nella foto d'archivio un momento della protesta). In particolare la Regione si impegnava ad inserire Cementir nella Legge 4, relativa al finanziamento di opere compensative legata alla realizzazione del terzo valico dei Giovi. Nella sede di Confindustria, a Roma, dove Cementir ha la sede centrale, si era poi giunti ad un accordo composito che prevedeva l'applicazione per due anni della cassa integrazione (un anno è nel frattempo trascorso), l'impegno dell'azienda a ricollocare personale presso altre realtà produttive, dopo averlo avviato a percorsi formativi, ed incentivando le aziende pronte a farsi carico dell'assunzione, la disponibilità ad incontri periodici con i sindacati.
“Non ci risulta che sia stato fatto nulla di tutto ciò. L'unico punto rispettato è stata la verifica di mobilità volontaria tra i dipendenti. Attualmente sono una ventina quelli in cassa integrazione. Ma l'ammortizzatore sociale non è per sempre”, dicono Cogliandro, Lupo e Del Bello rispettivamente di Cgil,Cisl e Uil. Il nodo sembra essere il cambio di direzione al vertice dell'azienda. “Abbiamo chiesto più volte un incontro con il nuovo direttore che però non ci è mai stato concesso”, sottolineano i sindacati.
“C'è in ballo il futuro di oltre una ventina di lavoratori ai quali tra un anno scadrà la cassa integrazione di cui, attualmente, stanno usufruendo”.
Lo scorso anno il cementificio aveva annunciato la chiusura dello stabilimento di Arquata Scrivia. Immediata la mobilitazione dei sindacati e degli enti, Comune, Provincia e Regione che nel corso di una serie di tavoli di confronto stabilito un percorso condiviso. (nella foto d'archivio un momento della protesta). In particolare la Regione si impegnava ad inserire Cementir nella Legge 4, relativa al finanziamento di opere compensative legata alla realizzazione del terzo valico dei Giovi. Nella sede di Confindustria, a Roma, dove Cementir ha la sede centrale, si era poi giunti ad un accordo composito che prevedeva l'applicazione per due anni della cassa integrazione (un anno è nel frattempo trascorso), l'impegno dell'azienda a ricollocare personale presso altre realtà produttive, dopo averlo avviato a percorsi formativi, ed incentivando le aziende pronte a farsi carico dell'assunzione, la disponibilità ad incontri periodici con i sindacati.
“Non ci risulta che sia stato fatto nulla di tutto ciò. L'unico punto rispettato è stata la verifica di mobilità volontaria tra i dipendenti. Attualmente sono una ventina quelli in cassa integrazione. Ma l'ammortizzatore sociale non è per sempre”, dicono Cogliandro, Lupo e Del Bello rispettivamente di Cgil,Cisl e Uil. Il nodo sembra essere il cambio di direzione al vertice dell'azienda. “Abbiamo chiesto più volte un incontro con il nuovo direttore che però non ci è mai stato concesso”, sottolineano i sindacati.
17/07/2014
Redazione
- redazione@alessandrianews.it
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