sabato 5 luglio 2014

NO allo sciopero filo aziendale del 10 luglio - "prestito-ponte" per sostenere la crisi finanziaria dell'Ilva non per garantire messa a norma, ambiente, lavoro

Lo slai cobas per il sindacato di classe Ilva Taranto non aderisce nè partecipa allo sciopero di giovedì 10 luglio. I Sindacati confederali ancora una volta mobilitano gli operai solo per fare da pressione per conto dell'azienda. Non a caso giovedì i sindacati hanno anche indetto un presidio alle portinerie nelle stesse ore in cui il governo varerà il decreto che modifica l'ultima legge sull'Iva introducendovi la questione del "prestito-ponte".
Questa soluzione del prestito, oltre che essere solo "tampone", è ancora interna alla linea di dare soldi all'Ilva senza che le casse di Riva vengano minimamente intaccate/espropriate; nello stesso tempo questi soldi, queste continue "boccate di ossigeno", vengono dati per sostenere la normale attività produttiva dell'Ilva, i suoi problemi finanziari, di crisi di liquidità che impediscono addirittura di pagare stipendi, premio di produttività (peggio che ci trovassimo di fronte a una ditta artigiana e non ad una multinazionale), finanche di difficoltà di acquisto dei pezzi di ricambio. A questo punto, perchè non dare "prestiti-ponti" a tante altre aziende in crisi finanziaria?
Per la sicurezza, la salute in fabbrica (dove la situazione per la salute degli operai piuttosto peggiora - vedi tumori carpenteria, problema amianto, ecc.), e per la difesa del lavoro di tutti gli operai, non c'è e non vogliono fare nessun decreto operaio, nè per questo i sindacati confederali proclamano sciopero e iniziative di lotta.
Dov'è l'impegno del governo Renzi, altrettanto immediato e urgente, dove sono i "prestiti-ponte" per l'ambientalizzazione del territorio? In realtà si dimostra che ancora una volta il governo usa soldi pubblici per fini privati, per sostenere il capitale privato, con buona pace per i Riva assassini, invece di fare un decreto per espropriare i Riva e per mettere molti ma molti più fondi per il risanamento ambientale. 
Che non sia questo il problema del governo è dimostrato anche oggi dalle dichiarazioni "tranquillizzanti" fatte dal Ministro Lorenzin dopo l'uscita del rapporto Sentieri, e dai dati assurdi e totalmente ottimisti forniti da Ronchi giorni fa su come starebbero procedendo bene gli interventi per l'Aia, sulla qualità buona dell'aria in città, e cazzate di questo genere...

Basta con i balletti truccati sulla pelle dei lavoratori e basta pure con operai burattini!
Basta pure con organismi alternativi che non sono in grado di produrre nè proposte reali, nè un movimento serio e determinato che raccolga la protesta dei lavoratori che si è espressa nei reparti con le contestazioni ai dirigenti sindacali fim-cisl e uilm

Serve la lotta per un decreto operaio a tutela dei lavoratori e che metta i lavoratori a fianco dei cittadini nella lotta comune per la salute, la sicurezza, il lavoro.

Nessun operaio deve andare a casa!
Gli stessi operai devono essere impiegati nella messa a norma obbligatoria della fabbrica!
Salari e diritti non si toccano e devono essere garantiti per legge, sia che si lavori o che non si lavori per messa a norma
La prima messa a norma è garantire la sicurezza degli operai durante questo periodo di marasma, confusione, cambio o integrazione di proprietà
In una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare per tanti anni ma 20-25 anni bastano, con estensione, quindi, a tutti gli operai ILVA-INDOTTO dei benefici pensionistici e con l'applicazione di un nuovo contratto siderurgico
La salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, ospedale e strutture d'emergenza sanitarie - affidate eventualmente ad Emergency -per fronteggiare la situazione in fabbrica e nei quartieri inquinati da bonificare con molti più soldi di quanto finora stanziati e mettendo a lavoro i tanti disoccupati 

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