E' incostituzionale il decreto Salva-ILVA del 2015 che consentiva la prosecuzione dell’attività di impresa degli stabilimenti, in quanto di interesse strategico nazionale, nonostante il sequestro disposto dall’autorità giudiziaria per reati inerenti la sicurezza dei lavoratori...
La questione nasce a seguito dell’infortunio mortale subito da un lavoratore dell’Ilva Alessandro Morricella, l’operaio 35enne dell’Ilva di Taranto travolto da fiamme e ghisa liquida alla base dell’altoforno l’8 giugno del 2015 e morto dopo quattro giorni, per le gravi ustioni riportate sul 90 per cento del corpo. Era la quinta morte dentro la fabbrica dal giorno del sequestro del Luglio 2012. L’altoforno era stato sequestrato dall’autorità giudiziaria ma pochi giorni dopo, il 4 Luglio 2015, viene emanato l’ottavo decreto Salva Ilva da parte del Governo che sblocca, per l’ennesima volta in maniera autoritaria, la possibilità di poter continuare a produrre.Allora - come denunciammo all'epoca - erano passati solo una decina di giorni dalle prescrizioni date dallo Spesal, e ancor meno dal decreto di sequestro dell'impianto da parte della Magistratura; pochi giorni dopo la Direzione Ilva dichiarava che ci volevano 2 settimane solo per lo spegnimento dell'AGO2, poi l'Ilva comunicava che aveva "ottemperato alle prescrizioni e reso sicuro l'altoforno"?!
....la Corte ha ritenuto che il legislatore abbia privilegiato unicamente le esigenze dell’iniziativa economica e sacrificato completamente la tutela addirittura della vita, oltre che dell’incolumità e della salute dei lavoratori...
Oltretutto la norma oggetto del giudizio è stata tenuta in vita con un’anomala procedura legislativa: la norma era stata infatti introdotta con un decreto-legge subito dopo il sequestro dell’impianto, poi era stata abrogata apparentemente con la legge di conversione di un altro decreto legge ma, simultaneamente, era stata trasposta in un altro articolo della stessa legge di conversione, con una clausola che manteneva per il passato gli effetti già prodotti.
Per l'azienda “la restituzione dell’Altoforno 2 è stata ottenuta nel settembre 2015 in forza di un provvedimento della Procura legato all’adempimento di determinate prescrizioni in materia di sicurezza, poi attuate”. Il commissario Laghi, ha, quindi, dichiarato: “La sentenza della Corte Costituzionale non incide minimamente sulla operatività dell’impianto. Pur in presenza del decreto legge, oggi giudicato incostituzionale, per il dissequestro dell’altoforno avevamo scelto di intesa con la Procura di Taranto la via ordinaria prevista dal codice di procedura penale.
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