(dichiarazione di Calenda)“È importante la decisione delle parti di far avanzare il negoziato dal 4 aprile. Ricordo che l’intesa sindacale è necessaria per concludere il processo di cessione ad Arcelor Mittal e far partire investimenti produttivi e ambientali per 2,4 miliardi di euro... i tempi sono oggettivamente stretti. Il ruolo delle parti, a cui il Governo non si può sostituire, è dunque decisivo – prosegue Calenda – e il percorso fatto da sindacati e azienda ha già avvicinato le posizioni (quali? ndr) L’obiettivo della tutela di tutti i lavoratori è a portata di mano. Dovere del Governo è ricordare che Ilva ha cassa fino a giugno e che la normativa Ue sugli aiuti di stato rende soluzioni alternative alquanto impervie. I tempi sono oggettivamente stretti“.
La FIOM dimostra che in realtà si sta ancora allo stesso punto di prima: Mittal non fa un passo indietro su esuberi, diritti, e glissa sulle bonifiche; il governo (attuale) vuole solo chiudere in fretta per portarsi a casa un risultato, MA... I SINDACATI, E LA FIOM, CONTINUANO A "PORRE I TEMI"...
(Dichiarazioni della Fiom)“Dopo un mese di interruzione e dopo il rinvio dei due incontri del 9 e del 21 marzo, è ripreso oggi presso il Ministero dello Sviluppo Economico il confronto tra Governo, Commissari, Arcelor Mittal e Fim, Fiom, Uilm relativamente alla cessione del ramo d’azienda
attraverso l’art. 47. Arcelor Mittal e il Governo, rappresentato nell’occasione dal Vice Ministro Teresa Bellanova, hanno esplicitato la volontà di velocizzare il negoziato attraverso la calendarizzazione di una serie di incontri per raggiungere quanto prima un accordo sindacale relativamente alle questioni affrontate in questi mesi. Da parte di Arcelor Mittal, nel confermare la volontà di giungere ad un accordo che sia da preludio all’acquisizione della realtà Ilva, ha precisato che per quanto riguarda la Commissione Antitrust sta continuando un confronto attraverso la proposizione dei cosiddetti “rimedi” rispetto alle osservazioni poste dall’Antitrust; procedura che allo stato attuale dovrebbe
concludersi per il 23 maggio prossimo. Così come per quanto riguarda il cosiddetto DPCM riguardante le questioni ambientali Arcelor Mittal confida di poter trovare tutte le opportune soluzioni entro il mese di aprile“..
“Come Fiom-Cgil abbiamo esplicitato la nostra disponibilità al confronto facendo presente nello stesso tempo che il negoziato non può essere vincolato ai tempi, ma ai contenuti e alle soluzioni rispetto ai temi fino ad oggi discussi. E’ di assoluta importanza, il tema da noi posto fin dall’inizio della trattativa riguardante la continuità dei rapporti di lavoro e del mantenimento dei diritti acquisiti e dei livelli retributivi di ciascun lavoratore. Questione che nonostante il confronto avvenuto, non ha prodotto da parte del Governo – come promesso in varie occasioni – nessun chiarimento di carattere normativo. E’ allo stesso tempo importante comprendere fino in fondo le decisioni che assumerà l’Antitrust e delle conseguenze che potrebbe determinare sia sul perimetro del ramo d’azienda e delle sue attività, ma anche di realtà di Arcelor Mittal presenti in Italia, come la Magona di Piombino“.
Per quanto riguarda le questioni di ambientalizzazione e di bonifica dello stabilimento di Taranto dovranno essere parte
integrante dell’accordo sindacale a partire dal DCPM e dal successivo
protocollo proposto dal Governo, e dalle osservazioni da noi presentate".
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