di Redazione -
- corriere di taranto
I lavoratori innanzitutto hanno affrontato il problema del piano di bonifica esposto dai funzionari del Commissario alle bonifiche, dr.ssa Corbelli. “Questo piano, approvato nella conferenza dei servizi, prevede il trasferimento durante i lavoratori di 800 salme adulte e di 124 di bambini, prevede la pavimentazione di tutte le aree al posto del verde con cemento industriale e un sistema di seppellimento aggiornato che permetta di evitare le future ricadute delle polveri inquinanti nei campi risanati – affermano dallo Slai cobas -.
Un lavoro, quindi, di grande portata che dovrebbe impegnare all’incirca 11 milioni di euro, messi a gara d’appalto, secondo l’informazione fornita dai tecnici della Commissaria, nell’arco di 2-3 mesi. Questo dovrebbe portare in autunno all’assegnazione del lavoro e alla possibilità che i lavori comincino realmente all’inizio del prossimo anno. Preso atto di queste comunicazioni, i lavoratori esprimono perplessità sui tempi, dato che era stato già detto loro lo scorso anno che secondo il cronoprogramma i lavori avrebbero dovuto cominciare questo anno“.
L’altra grave incognita sottolineata dallo Slai Cobas, “connessa all’inizio effettivo dei lavori e che è a carico del Comune, è la predisposizione strutturale e quindi anche la liberazione degli spazi per il cantiere della bonifica. Tenendo conto che siamo di fronte ad un cambio di amministrazione, se questa attività non comincerà in tempi relativamente brevi ci si potrebbe trovare di fronte ad una situazione che, pur di assegnare la gara, il cimitero non sia pronto per iniziare l’attività di reale bonifica“.
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I lavoratori, pur rispettando le decisioni dei tecnici della commissaria, “vogliono avere un maggior ruolo nella definizione dei piani di lavoro, dato che essi hanno competenze tecniche verificate sul campo, competenze quanto mai utili rispetto a piani che, per quanto accurati e fatti con professionalità riconosciute, sono pur sempre piani sulla carta.
L’interesse dei lavoratori al piano di bonifica è innanzitutto ispirato alla difesa della salute di sé stessi e della utenza del cimitero, nonché naturalmente dell’intero quartiere in cui il cimitero è collocato” sottolineano ancora dallo Slai Cobas.
“A questo va aggiunta però la necessità di conoscere i carichi di lavoro che comportano le bonifiche nella parte che può competere ai lavoratori del cimitero (vedi la traslazione delle salme, ecc.); quindi, i lavoratori pretendono che vi siano nel piano di bonifica somme destinate a questi lavori, e nello stesso tempo ci siano misure di sicurezza molto elevate per gli operatori del cimitero, dato che tutto il trattamento del terreno inquinante può essere altamente pericoloso. I lavoratori, quindi, – concludono dallo Slai Cobas – hanno deciso di mantenere un alto controllo dal basso per il rispetto dei tempi, per la natura dei lavori, e per gli effetti dei lavori sulla loro condizione, e hanno impegnato, di conseguenza, i rappresentanti a svolgere tutte le attività necessarie per attuare questo piano".
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