di fine dicembre. Accordo che, come si sa, lo Slai cobas non ha sottoscritto a fronte della posizione dell’azienda più volte espressa di non prevedere la ricollocazione dei lavoratori alla fine di questa cassintegrazione e di questi corsi“.
Nello stesso tempo lo Slai cobas “sta contestando attivamente l’applicazione della cig, che si muove lungo una linea ricattatoria e illegittima sostenuta congiuntamente da azienda e sindacati confederali; ricattatoria, perché comporta per chi viene chiamato a lavorare l’accettazione del demansionamento (vedi elettricisti, assistenti tecnici), illegittima, perché prevede a discrezione di azienda e sindacati di tenere fuori da rotazione e rientro una parte rilevante dei lavoratori, compreso quelli che possono svolgere mansioni operative in fabbrica – si legge nella nota stampa diffusa dal sindacato di classe dopo l’incontro a Bari -. Per questo, nonostante la netta opposizione all’accordo, operiamo perchè ci sia una verifica della sua attuazione che possa servire alla salvaguardia dei lavoratori“.
“La Regione – fanno sapere dallo Slai Cobas – ha comunicato che la legge piano per questi corsi è quasi pronta e nell’arco di due, tre settimane dovrebbe essere in grado di esporla ai lavoratori. Una legge che non riguarda solo la Cementir, ma anche e soprattutto l’Ilva e altre realtà di fabbrica in sofferenza a Taranto. La Regione ha detto che prevede anche la possibilità che siano i lavoratori stessi a scegliere i tempi di formazione che possano servire alla loro ricollocazione“.
I rappresentanti RSA Slai cobas “hanno immediatamente ribadito la loro obiettiva contrarietà e preoccupazione, perchè il problema non è tanto scegliersi il corso, quando sapere, se non è la Cementir, quali aziende, quali realtà produttive intendono occupare i lavoratori alla fine della riqualificazione. Il problema è che noi vogliamo lavorare – hanno detto i lavoratori – possiamo anche fare corsi che non ci piacciono purché siano produttivi di lavoro. E, invece, proprio su questo non ci sono né risposte e né, attualmente, prospettive. Non solo ma col fatto che i corsi sono ancora a livello di approvazione della legge, si può largamente prevedere che si andrà all’autunno e per i lavoratori della Cementir si avvicina la fine della stessa cig“.
A queste problematiche sollevate dai lavoratori, lo Slai cobas ha aggiunto “con estrema fermezza che la sua proposta è l’unica, già esposta sommariamente, in grado di dare un senso a questa vicenda. La Cementir è un sito industriale in via di dismissione, è un sito industriale in condizioni ambientali disastrate, è un sito industriale che, aperto o no, deve essere bonificato, e che quindi l’unica proposta che tiene insieme lavoro e riqualificazione è appunto quella di legare l’occupazione alla bonifica del sito. Già nei mesi scorsi le Rsa Slai cobas si erano mosse in questa direzione verso la commissaria per le bonifiche, la quale aveva replicato che questa bonifica della Cementir non era inclusa nella legge che istituiva il commissario e il piano, ma che comunque si sarebbe interessata a verificare i possibili passi necessari in questa direzione. Caroli per la Task force ha detto che aveva già potato a termine un’operazione di questo tipo per quanto riguarda “Isola verde” e che avrebbe posto in un prossimo incontro col commissario alle bonifiche la riflessione per verificare questa ipotesi. Lo Slai cobas – concludono dal sindacato di classe – ha preso quest’ultimo impegno come positivo, anche se tutte le parti in causa sanno che questo richiede una mobilitazione dei lavoratori e la costruzione dei passaggi e del Tavolo necessari“.
Le parti si sono aggiornate ad un mese e lo Slai cobas con i lavoratori deciderà intanto le forme di una iniziativa generale rivolta a tutta la città sulla bonifica della Cementir e del rapporto bonifica/salvaguardia dell’occupazione
Nessun commento:
Posta un commento