(DI FRANCESCO CASULA)
Processo Ilva: «Roberto Primerano deve essere condannato per
falso, ma anche per il reato di disastro ambientale».
È la richiesta
formulata dal procuratore generale di Taranto Nicolangelo Ghizzardi che
ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per l’ex consulente della
procura ionica accusato di aver «ammorbidito» una relazione sulle fonti
inquinanti dell’Ilva.
Al termine del processo celebrato in primo
grado con il rito abbreviato, Primerano era stato condannato a 3 anni e 4
mesi perché ritenuto responsabile del reato di falso: per il tribunale
di Taranto, insieme a Lorenzo Liberti avrebbe «aggiustato» una
consulenza per la procura sostenendo che la diossina ritrovata nelle
carni delle pecore abbattute non era compatibile con quella emessa
dall’Ilva. Nel processo d’appello il pg Ghizzardi ha chiesto di
riconoscerne la colpevolezza anche per il reato di disastro ambientale
alzando la richiesta di condanna fino a 8 anni di reclusione...
...la
conclusione di Liberti e Primerano secondo cui la diossina «rinvenuta
nelle matrici alimentari non è comparabile con quella proveniente dall’
Ilva» insieme ad altre conclusioni «sono state contraddette in maniera
clamorosa da quelle dei periti nominati dal gip Patrizia Todisco» che
«reputano che la diossina rinvenuta nelle carni animali sia
sovrapponibile a quella originata dall’impianto Agglomerata 2 dello
stabilimento...
...a
riprova della mala fede del Primerano e del Liberti» ci sarebbe una
seria di intercettazioni «che depongono per una palese collusione» tra i
consulenti e la dirigenza. Il pg ha inoltre ricordato l’incontro tra
Liberti e l’ex pr dell’Ilva Girolamo Archinà nel quale questi, secondo
la procura ionica, avrebbe consegnato a Liberti una tangente di 10mila
euro: «non è assolutamente accettabile che un consulente del pubblico
ministero incaricato di indagare sulla più grande industria operante nel
territorio tarantino si incontri con inusuale frequenza con i dirigenti
di quell’industria in luoghi lontani da occhi indiscreti. Ed è
altrettanto inusuale che quegli stessi consulenti, per redigere la
relazione tecnica di competenza, si affidino alle risultanze delle
analisi provenienti dalla parte investigata anziché a quelle dell’
Arpa».
Per il pg Ghizzardi, insomma, sono comportamenti «inopportuni», ma soprattutto «danno prova di una vera e propria collusione».
Nessun commento:
Posta un commento