era stata accolta nel maggio 2016 dal gip Rosati che fissò la discussione. Successivamente il
fascicolo è passato al gip Gilli. Lo riferisce l’agenzia Ansa.
L’inchiesta, avviata circa tre anni fa dalla Procura di Taranto, ricorda l’agenzia giornalistica, mira ad accertare l’eventuale sussistenza di reati connessi all’inquinamento e la corretta attuazione del piano ambientale in epoca successiva al commissariamento. Il gip Vilma Gilli nello specifico ordina ai pubblici ministeri di «verificare, attraverso una indagine tecnica a mezzo dei custodi giudiziari, quali e in che misura percentuale sono state le prescrizioni previste dal Piano (Dpcm 2014) attuate da Ilva in amministrazione straordinaria sino al 31 luglio 2015, con indicazione, altresì, rispetto a tali adempimenti, dei periodi di incarico formale e/o concreta operatività degli indagati». Poi si chiede di «comparare tali dati con quelli elaborati dai consulenti di parte nelle relazioni prodotte all’udienza del 5 luglio scorso, al fine di evidenziare le eventuali discrasie» e, infine, di «indicare se e quali siano state le ragioni giustificatrici di eventuali ritardi rappresentati documentalmente dai vertici aziendali al 31 luglio 2015». Il provvedimento del gip è datato 12 ottobre 2016, ma è stato depositato in cancelleria solo ieri. È evidente, aggiunge, il giudice Gilli, «che le indicazioni fornite dai custodi giudiziari nell’ultima
relazione – che temporalmente copre il periodo d’interesse – non sono dirimenti
poiché non consentono di comprendere, in modo analitico e puntuale, quali e quante fossero le prescrizioni del Piano costituenti l’80% da attuare e se e quando vi sia stato adempimento alla data 31 luglio 2015».
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