- in cambio della sostanziale impunità
La firma di fatto dà esecuzione agli accordi preliminari siglati nel dicembre scorso tra la famiglia Riva, le società del gruppo Riva e il gruppo Ilva in amministrazione straordinaria. L’intesa era finalizzata a mettere a disposizione dell’acciaieria di Taranto «somme e titoli per un controvalore di circa 1,1 miliardi di euro», che erano bloccati in Svizzera dopo un sequestro disposto dalla procura di Milano, ai quali la famiglia aveva aggiunto un ulteriore importo di 230 milioni di euro, destinati a sostenere la gestione corrente di Ilva. Passo propedeutico al rientro in Italia dei fondi, tuttavia, era la pronuncia della Reale Corte del Jersey (isola del Canale), che doveva sbloccarli, in quanto i fondi formalmente risultano nella disponibilità di Ubs Trustee di Saint Helier, capitale dell’isola di Jersey, che amministra i quattro trust proprietari dei beni, riconducibili alla famiglia Riva. Con il via libera della Corte del Jersey arrivata il 12 maggio scorso non esistevano altri ostacoli al rientro e questa mattina Adriano Riva con la sua firma ha permesso il rientro effettivo.
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