giovedì 2 aprile 2020

Ad ArcelorMittal Taranto non basta mai! Da subito chiede più produzione per vendere e minaccia!

Mentre non rispetta neanche le misure di protezione

I lavoratori devono fermare questa macchina con l'azione collettiva che è lo sciopero!

Slai cobas per il sindacato di classe
(Da Corriere di Taranto) - Il decreto del prefetto di Taranto che ha imposto ad ArcelorMittal di sospendere l’attività produttiva ai fini commerciali dopo il decreto sull'emergenza Coronavirus scade domani e l’azienda ora chiede di «tornare a commercializzare l’acciaio prodotto, paventando che se questo non avverrà, potrebbe mettere in stand-by tutti gli impianti dello stabilimento». Lo riferiscono fonti sindacali dopo un incontro in videoconferenza tra il prefetto Demetrio Martino, sindacati confederali e sigle metalmeccaniche.
La videoconferenza alla quale hanno partecipato il prefetto di Taranto Demetrio Martino e i sindacati ha riguardato il tema delle presenze del personale in fabbrica e delle misure di contenimento dei rischi di contagio del Coronavirus.
L’azienda ha fermato alcuni impianti, tra cui l’Acciaieria 1 e l’Altoforno 2, e sospeso da alcuni giorni i cantieri per i lavori previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Il decreto prefettizio che scade domani consente comunque l'impiego di 3.500 lavoratori diretti e 2.000 dell’appalto nelle 24 ore.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito che occorre "ridurre drasticamente il numero di lavoratori» e hanno segnalato, a quanto si apprende, che in fabbrica «continuano a verificarsi assembramenti di persone e ci sono problemi anche per quanto riguarda la sanificazione dei luoghi di lavoro».
 «E' emerso come sussista una sostanziale inosservanza delle norme specifiche in materia di distanze di sicurezza, di dotazione dei DPI (Dispositivi di protezione individuale) ai lavoratori e di sanificazione degli ambienti. La situazione registra punte di maggiore preoccupazione nella parte relativa alle aziende dell’indotto, ove le carenze sono ancora più evidenti, i dispositivi forniti non sono omologati».

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