martedì 7 aprile 2020

Migranti - Il comunicato e piattaforma dell'assemblea della campagna "sanatoria subito" - lo slai cobas ta ha partecipato - info slaicobasta@gmail.com

leggi intervento dello slai cobas taranto  in coda al comunicato

Sabato 4 aprile si è tenuta la prima assemblea nazionale telematica della campagna “Siamo qui - Sanatoria subito”, convocata dopo un'ampia e numerosissima adesione di realtà sociali e singole persone all’appello per la sanatoria dei migranti irregolari ai tempi del Covid-19 ( adesioni aggiornate: https://bit.ly/2x5voaQ).
67 persone hanno partecipato collegandosi alla piattaforma web, mentre la diretta video è stata ripresa dalla pagina facebook, raggiungendo migliaia di visualizzazioni, che si aggiungono a tutte le persone che hanno seguito lo svolgimento tramite il sito meltingpot.org e la diretta FM e in streaming su Radio Onda d’Urto.
Un risultato estremamente positivo che conferma l’urgenza di una regolarizzazione generalizzata, in un momento in cui la diffusione del coronavirus sta facendo emergere con ancora più drammaticità tutte le disuguaglianze sociali già presenti nella società, l’accesso differenziale alla sanità e alle
prestazioni sociali.

La discussione ha quindi ricevuto i contributi di realtà dislocate su tutto il territorio nazionale, dal nord al sud del paese, dalle metropoli alle zone agricole, che hanno tracciato una cartografia di cosa significa essere irregolari, vivere espropriati di ogni diritto, finire reclusi in un CPR a causa di un impianto legislativo, dalla legge Bossi-Fini alla Minniti-Orlando fino alla legge Salvini, che ha creato schiere ingenti di “invisibili”.
Assenza di pieno accesso alla sanità pubblica e alla cure sanitarie, negazione della libertà di movimento, sfruttamento, povertà, lavoro nero, abitazioni insalubri o mancanza di alloggio e acqua corrente: una situazione che colpisce più di seicentomila persone e che, a seguito della crisi economica aggravata dal coronavirus, potrebbe colpire coloro che saranno impossibilitati a mantenere i requisiti di reddito e lavoro, oppure a convertire il proprio permesso temporaneo in un permesso di soggiorno stabile. Ma a rischio sono anche le decine di migliaia di persone che si trovano nelle sabbie mobili dei ricorsi, dopo il rigetto delle loro richieste di protezione internazionale.
C’è un tratto comune che ha caratterizzato tutti gli interventi di chi ha partecipato all’assemblea: l’urgenza di agire, perché il tempo dentro la pandemia non scorre allo stesso modo per tutti e tutte. Per le persone che non hanno il titolo di soggiorno ora è estremamente più complicato avere accesso alla sanità, percepire un reddito, fare la spesa, avere un pasto caldo e mettere in atto tutte le precauzioni necessarie per non contrarre il virus. E’ per questo che un primo importante risultato, anche se parziale, potrebbe essere quello dell’accesso senza vincoli di residenza e regolarità del soggiorno alle forme di sostegno economico e ai buoni spesa previsti dal decreto “Cura Italia”. Non possono essere solo il volontariato e le reti di mutualismo, che in questi giorni si stanno prodigando in molteplici forme solidali, a preoccuparsi di chi non ha il reddito sufficiente o non riesce a mettere insieme il pranzo o la cena.
La soluzione perciò emersa dalla discussione non può che essere una sola: un provvedimento di sanatoria generalizzata senza altro requisito ulteriore rispetto al mero dato fattuale della presenza in Italia.

Per raggiungere questo obiettivo, in attesa di poter tornare nelle piazze, si è deciso di attivare fin da subito alcune iniziative virtuali per dare massima visibilità alle istanze, auspicando che la campagna per la sanatoria venga fatta vivere sui territori, coinvolgendo le comunità migranti e le reti antirazziste, coordinandosi poi a livello nazionale. E’ importante inoltre trovare riferimenti attivi, in primis in quegli amministratori, sindaci e presidenti di regione che possono sostenere le innumerevoli ragioni della sanatoria e contribuire alla promozione dell’iter normativo e istituzionale necessario per l’adozione urgente dei relativi provvedimenti legislativi.

Nel concreto si propone:
  1. Una campagna social “Condividi il tuo Siamo qui”.
Chiediamo a tutti e tutte di fare delle foto con cartelli e striscioni con la scritta nelle diverse lingue “Siamo qui. Sanatoria subito” e di inviarli alla pagina facebook e alla mail: sanatoriasubito@gmail.com.
  1. Di stampare il materiale grafico che sarà disponibile sulla pagina facebook, di attaccarlo nelle bacheche, sui muri e di portarlo nei luoghi di maggior frequentazione.
  1. Un MAILBOMBING della piattaforma per giovedì 9 aprile dalle 9 alle 13 verso il Ministero dell'Interno, il Presidente del Consiglio e le Prefetture locali di riferimento (a fondo pagina tutti gli indirizzi mail).

PIATTAFORMA
(da inviare agli indirizzi indicati giovedì)

La campagna “Siamo qui - Sanatoria subito”:
  • di fronte alla situazione di irregolarità in cui versano più di seicentomila cittadini e cittadine stranieri/e, e alla loro estrema difficoltà nell’accesso ai diritti fondamentali (casa, salute, alloggio, lavoro, reddito ecc);
  • situazione resa ancora più grave e problematica a causa della pandemia da coronavirus e dalle disposizioni dei decreti recanti “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19”.
Richiede con urgenza:
  1. un provvedimento immediato di sanatoria generalizzata per tutti i cittadini e le cittadine stranieri/e sprovvisti di titolo di soggiorno che veda come unico requisito la presenza attuale in Italia;
  1. una sanatoria delle “procedure in corso” articolata in:
a) rinnovo automatico con presunzione dei requisiti dei permessi di soggiorno in scadenza o già scaduti;
b) conversione automatica su istanza di parte e con presunzione dei requisiti di tutti i permessi di soggiorno, compresi quelli totalmente o parzialmente non convertibili:
c) blocco delle espulsioni, dei trattenimenti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) e degli allontanamenti già in corso o avviabili.

Indirizzi mail:

Presidente del Consiglio: usg@mailbox.governo.it

Ministero dell’interno:

Prefetture locali
Puglia

Nel nostro intervento come SLAI Cobas per il Sindacato di Classe, abbiamo brevemente raccontato la esperienza nelle lotte dei migranti per i documenti e le condizioni di vita nei centri, la lotta dei braccianti della Felandina, il lavoro di inchiesta e controinformazione che cerchiamo di portare avanti ora, pur nelle difficoltà attuali, per dare voce alle lotte e denunce dei migranti nei territori a noi vicini, dai reclusi nel COR di Palazzo San Gervasio, ai braccianti del ghetti in Capitanata.
Abbiamo ribadito che la parola d'ordine per cui mobilitarci e che ci deve unire oggi è imporre che l'emergenza esista anche per i migranti, senza distinzione tra "regolari" e "irregolari", "profughi da "emergenze umanitarie" o "economici". A tutti deve essere riconosciuto non solo il permesso di soggiorno ma anche un reddito dignitoso, case, strutture autogestite per la sicurezza della salute.
Una lotta in cui i migranti stessi devono essere attivi e protagonisti autorganizzati, non semplici destinatari della nostra solidarietà, e per questo la campagna deve puntare non solo alla propaganda di sé ma prima di tutto a raggiungerli e mobilitarli.
Infine abbiamo segnalato la necessità di pensare fin da ora a come organizzarci per quando l'emergenza e le misure restrittive saranno attenuate. Come organizzarci quando si inizierà a tornare al lavoro, magari già a maggio, come riprendere la lotta per il lavoro, contratti, reddito, 

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