mercoledì 28 settembre 2022

Aborto - Oggi a Milano la prima risposta delle donne alla vittoria delle elezioni della Meloni e della destra antiabortista - Anche a Taranto manifesti

Fate girare questa locandina, affiggetela

In Italia, nonostante la legge 194, molti sono gli ostacoli che si frappongono ad un concreto accesso ad un aborto sicuro, determinati principalmente dall'obiezione di coscienza da parte di medici e personale sanitario. A cui danno man forte le politiche delle amministrazioni di destra (Fdl, Lega), dalle Marche, all'Abruzzo, all'Umbria.

E come non sentire il vento reazionario che sta avanzando dalla Polonia, Ungheria, Stati uniti, e pure noi, qui in Italia ci aspettiamo il peggio, dopo l'affermazione elettorale di Fratelli d'Italia e della Meloni.


La guerra imperialista poi sta aggravando ulteriormente la condizione delle donne proletarie, sia di quelle dei paesi in guerra, sia di quelle di paesi sul cui territorio la guerra non c'è ancora: si acuisce l'oppressione derivata dal ruolo di "esercito di riserva"; le donne rischiano di diventare sempre più solo macchine per la riproduzione.


Già dalle prime valutazioni dei risultati elettorali sentiamo da commentatori e soprattutto commentatrici che si tratta di una - svolta storica - la prima volta della presidenza del consiglio di una donna.

Noi abbiamo sempre avuto ben chiaro che non basta essere donna per rappresentare automaticamente gli interessi delle donne, anzi le donne al potere, in questa società rappresentano e difendono più strenuamente questo sistema sociale. 


Tra le donne non possono esserci interessi trasversali di classe perché, come sempre abbiamo affermato, in questa società la classe distingue più del genere: c'è un femminismo borghese, un femminismo piccolo borghese e un femminismo proletario, è la classe e non il genere che distingue o unisce le donne e ogni forma di femminismo che non sottolinei questo elemento è parte della dittatura borghese e patriarcale.


Non abbiamo certo da aspettare che la Meloni "governi" perché già in campagna elettorale si è chiaramente espressa sul tema dell'aborto - da sempre l'autodeterminazione delle donne è stata attaccata dalla società borghese, perché allude alla libera scelta delle donne in tutti gli ambiti della loro vita - "non cambierò la legge 194 voglio aiutare le donne a non abortire", facendo riferimento alla prevenzione, e ai soldi - elemosine - date alle donne, non per aiuto economico reale (basti pensare a come vengono trattate donne e bambini: prime ad essere licenziate, lavori ultraprecari, taglio dei servizi, costi di asili, scuole alle stesse, e ora carovita)  ma come ricatto, per non abortire.  


Noi invece la 194, la vogliamo proprio cambiare soprattutto in quella norma ipocrita che concede ai medici la facoltà dell'obiezione di coscienza. Un  punto fondamentale contenuto nella piattaforma per lo sciopero delle donne è proprio l'ABOLIZIONE DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA DEI MEDICI.


In Italia abbiamo una lunga esperienza delle politiche familistiche portate avanti sia dal cosiddetto centrosinistra che dal centrodestra che riaffermano fortemente il ruolo di angelo del focolare delle donne, soprattutto in anni di crisi, il ruolo centrale della famiglia, di puntello di questo sistema sociale.

D'altra parte è chiaro come il partito della Meloni intenda far passare a livello nazionale l'obbligo del seppellimento dei feti, negli anni già approvato in diverse regioni, campagne ideologiche sulla natalità per dare forza-lavoro fresca al capitale e, con un linguaggio che ricorda il nazismo, "per evitare la «sostituzione etnica» degli italiani" (capogruppo Fdi Carlo Ciccioli), quindi, sì bambini ma che siano bianchi..; campagne realizzate a macchia di leopardo per evitare un attacco frontale al diritto d'aborto che, sempre, in Italia ha scatenato una pronta e forte risposta delle donne.

D'altra parte la stessa Meloni in campagna elettorale ha  rivendicato che "Dio, patria, famiglia" non è contro la modernità.


Non abbiamo dubbi che per le donne si annunci un futuro di più povertà, più oppressione, più razzismo. 


Per questo parteciperemo al corteo indetto da NUDM mercoledì 28 settembre  h.18.30  piazza Duca D’Aosta


Contattateci alla mail  mfpr.mi1@gmail.com

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