martedì 20 settembre 2022

"Un miliardo per il preridotto a Taranto" - Per ora riportiamo questa informazione - ma abbiamo non poche perplessità sull'effettiva finalizzazione e utilizzo anche di questo altro miliardo

Un miliardo per il preridotto a Taranto - E' quanto prevede il dl Aiuti ter varato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa

Stralci da Corriere di Taranto
Gianmario Leone
pubblicato il 19 Settembre 2022

"...decreto legge recante “Ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano di Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il così detto ‘Aiuti ter‘ varato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana. E che contiene un nuovo provvedimento per Taranto.

Lo si trova al CAPO III – Misure in materia di PNRR SEZIONE I – Misure PNRR in materia ambientale (Misure urgenti per il sostegno alla siderurgia). Nel testo dell’articolo si legge che “All’articolo 1, comma 1-quater, del decreto-legge 16 dicembre 2019, n. 142, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 febbraio 2020, n. 5,”, ovvero il provvedimento recante ‘Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento‘, “sono aggiunti i seguenti periodi: “Al fine di dare attuazione agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con riferimento agli investimenti legati all’utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate nell’ambito della Missione 2, Componente 2, e all’allocazione delle risorse finanziarie pubbliche ivi previste per tali finalità, nel rispetto della disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia 2022 di cui alla Comunicazione della Commissione europea C/2022/481 del 27 gennaio 2022, la società costituita ai sensi del primo periodo del è individuata quale soggetto attuatore degli interventi per la realizzazione dell’impianto per la produzione del preridotto – direct reduced iron, con derivazione dell’idrogeno necessario ai fini della produzione esclusivamente da fonti rinnovabili, aggiudicati del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 e delle altre vigenti disposizioni di settore”. “A tal fine, le risorse finanziarie di cui al sesto periodo, preordinate alla realizzazione dell’impianto per la produzione, con derivazione dell’idrogeno necessario ai fini della produzione esclusivamente da fonti rinnovabili, del preridotto – direct reduced iron, sono assegnate entro il limite di 1 miliardo di euro al soggetto attuatore degli interventi di cui al medesimo periodo... A tal fine, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. – INVITALIA assicura l’assunzione di ogni iniziativa utile all’apertura del capitale della società di cui al primo periodo a uno o più soci privati, in possesso di adeguati requisiti finanziari, tecnici e industriali, individuati mediante procedure selettive di evidenza pubblica...

Dunque, il provvedimento consentirà, almeno si spera, un ulteriore input relativo al progetto DRI d’Italia Spa, la società totalmente controllata da Invitalia che ha l’obiettivo di realizzare, per la prima volta in Italia, un impianto di produzione del “preridotto” (Direct Reduced Iron), il bene intermedio utilizzato per la carica dei forni elettrici per ridurre la produzione di acciaio a ciclo integrato con il carbon-coke. Che nelle intenzioni dell’accordo del 2020 dovrebbe sorgere proprio a Taranto.

La società DRI Italia... ha avuto un capitale sociale iniziale di 35 milioni di euro, mediante fondi assegnati dal Mef, con limite massimo di 70.000.000 euro, interamente sottoscritto e versato da INVITALIA, anche in più soluzioni.

I provvedimenti precedenti però, servivano soltanto per la creazione della società e la possibilità di avviare i diversi studi di fattibilità. La cifra prevista dal decreto Aiuti ter infatti, non è casuale. Anzi. Perché per la realizzazione di un impianto di preridotto in loco,  l’investimento si aggira sui 900 milioni di euro: lo stesso dovrebbe poi essere alimentato a gas (e qui sarà da vedere come si garantirà un prezzo calmierato per un utilizzo economicamente conveniente dello stesso visti anche i prezzi attuali), visto che la produzione del preridotto è legata in modo indissolubile alla disponibilità di gas (o di shale gas) a prezzi competitivi.

Con il preridotto si dovranno alimentare i forni ad arco elettrico (uno o due al momento non è ancora chiaro visto che il piano industriale pensato nel dicembre 2020 è ancora lungi dal potersi realizzare vista la situazione odierna) che dovrebbero portare alla progressiva chiusura di Afo 1, Afo 2, Afo 4 ed alla dismissione di una linea dell’acciaierie e dell’agglomerato e alla maggioranza delle cokerie, ossia gli impianti di distillazione del carbon fossile, che ancora oggi rappresentano il vero bubbone ambientale dell’ex Ilva. Ma con il preridotto si potrebbero alimentare anche i converitori ed in parte l’altoforno 5, il cui intervento economico per il revamping (sempre previsto dall’ultimo piano industriale) prevede una spesa non inferiore ai 4-500 milioni di euro...

Il tutto in attesa che domani (cioè oggi - ndr) venga definitivamente approvato il decreto legge ‘Aiuti bis‘... che contiene un provvedimento che consentirà ad Invitalia la possibilità di a sottoscrivere aumenti di capitale o diversi strumenti, comunque idonei al rafforzamento patrimoniale, anche nella forma di finanziamento soci in conto aumento di capitale, sino all’importo complessivamente non superiore a 1.000.000.000 euro per l’anno 2022..."

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