venerdì 9 settembre 2022

Sulla vertenza Tessitura di Mottola e l'azione, attualmente unica, dello Slai cobas, spazio nella stampa locale e commenti

CORRIERE DI TARANTO

Tessitura Mottola, si chiede la mediazione del prefetto
Lo Slai cobas ha tenuto ieri (7/9) la prevista assemblea in piazza Plebiscito a Mottola sulla vertenza in atto della Tessitura srl in liquidazione del gruppo Albini, che ha visto la partecipazione del gruppo dei lavoratori aderenti allo Slai cobas più altre realtà sostenitrici della lotta di Taranto e di Mottola. “In contemporanea alla nostra assemblea il senatore Mario Turco ha continuato nella sua opera di illudere i lavoratori a fini di campagna elettorale incontrando alcuni di essi; a questa iniziativa hanno naturalmente partecipato gruppi ristretti di lavoratori della Tessitura aderenti ai sindacati confederali, nonostante le precedenti promesse di Turco siano cadute nel vuoto – mentre la maggioranza dei lavoratori non ha partecipato a nessuna delle iniziative per la delusione subita a causa della situazione creatasi e per sfiducia nella possibilità di cambiarla” affermano dallo Slai cobas provinciale – Rsa Tessitura di Mottola
L’assemblea dei lavoratori Slai cobas ha preso alcune decisioni che saranno comunicate a tutti i lavortori: “Una richiesta di incontro alla Prefettura – affinché venga trasmesso al governo in carica la situazione di disagio e preoccupazione dei lavoratori dopo il ritiro della Motion e la necessità di prorogare la cassa integrazione; invitare i lavoratori a partecipare in massa con un presidio sotto gli uffici della Regione a Bari il 27 settembre in occasione dell’incontro convocato dalla Task force regionale per l’occupazione diretta dal dott. Caroli, anche per sostenere la necessità che l’incontro sia con tutte le rappresentanze sindacali senza alcuna discriminazione e diktat di Albini e segreterie confederali anti Slai cobas; i rappresentanti dei lavoratori Slai cobas Tessitura saranno a Roma per una assemblea nazionale con altre realtà lavorative in lotta nel nostro Paese, con l’obbiettivo di rinsaldare e stringere i rapporti con le altre fabbriche in lotta contro la delocalizzazione e la chiusura: Gkn di Firenze Wartsila di Trieste, ecc, per una solidale e comune lotta che preveda una manifestazione comune, in occasione dell’insediamento del nuovo governo, al Mise e a Palazzo Chigi“.

 GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 
QUOTIDIANO


COMMENTO DI F. GENTILE "CASA DELLA SINISTRA"

L'altra sera ho partecipato all'incontro di chiara matrice elettorale tra il sen. Turco, il Sindaco Barulli ed alcuni candidati 5 stelle alle politiche ed una rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici nella sala del Palazzo della Cultura del "Perasso".
Mi ha fatto un certo effetto ascoltare dalla bocca di un autorevole rappresentate delle Istituzioni, fidato collaboratore di un ex Presidente del Consiglio nonché deus ex machina del partito di maggioranza relativa in Parlamento e fino a 15 giorni fa azionista di maggioranza del governo Draghi (il movimento 5 stelle) che, dopo aver annunciato a giugno l'imminente chiusura della vertenza, come dimostrato dall'articolo dell'ottimo e sempre attento cronista locale Francesco Francavilla, uno dei problemi più importanti su cui la trattativa si è arenata è il valore del capannone, oltre al solito richiamo al costo dell'energia che nella scale delle cazzate giustificatrici, ha preso prepotentemente il posto della pandemia.
Peccato che a metà giugno a pochi giorni dal trionfale ballottaggio dei 5 stelle, cui la presunta chiusura di questa importante vertenza ha dato sicuramente il suo contributo, il viceministro Alessandra Todde, quindi non un passante qualunque o un "quisque de populo", aveva dichiarato che entro luglio ci sarebbe stato il deposito del contratto di sviluppo e del piano industriale.
Ora non sarò un esperto di piani industriali come gentilmente ricordato dal succitato senatore Turco, lui sì esperto di materie economiche e di acquisti immobiliari, tuttavia e chiedo anche soccorso all'"umile zappatore della vigna del credito" Gianvito Caldararo alla luce della sua esperienza di direttore di Banca, se è possibile arrivare alla firma di un contratto ed elaborare un piano industriale senza tenere conto della valutazione della struttura su cui andrebbe ad incidere l'opificio stesso.
Credo che siamo ai limiti dell'abuso della credulità popolare, ovviamente declinato in termini politici.
Altro fatto che, di fatto, determina un cambio di rotta nella strategia politica stellare è stato l'invito dello stesso senatore ad alzare il livello dell'attenzione, anche mediatica, su questo tema. Quindi dopo lunghi mesi in cui il mantra è stato: toni bassi e non disturbate i manovratori (Turco, Todde & C.) e dove chi si permetteva di avanzare anche il minimo dubbio sulla efficacia di questa strategia veniva tacciato, nel migliore dei casi, di sciacallaggio, ora si riscopre il valore della lotta e della rivendicazione pubblica.
Ultima perla della serata è stato l'invito al Sindaco Barulli di farsi parte attiva nella vertenza, chiara ed implicita ammissione della passività tenuta sino ad ora e di coinvolgere in ciò sia le parti sindacali che politiche del territorio.
Cioè dopo aver ostinatamente rifiutato per mesi, anzi anni, di aderire agli inviti fatti ad esempio dall'ex consigliere Diego Ludovico di convocare un Consiglio Comunale aperto e monotematico, che rappresenta l'abc della grammatica politica, ora si ricordano che per avere più forza e legittimazione, il territorio in tutte le sue articolazione, a cominciare dal quelle politico/istituzionali, necessita di essere coinvolto.
Noi siamo pronti, come sempre dichiarato, a dare il nostro contributo.

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