Ilva, i soldi mancano, alta tensione a Genova
Fiom-Cgil: senza risposte sul reddito, sarà sciopero. Lunedì assemblea e corteo
Fumata nera, in Confindustria Genova per la vicenda Ilva. I sindacati questa mattina hanno incontrato i rappresentanti dell'azienda ma le risposte arrivate sono state insoddisfacenti sopratutto sul nodo relativo all'integrazione del 10% del contratto di solidarietà. "La posizione è' chiara - ha spiegato il segretario di Fiom Cgil, Bruno Manganaro - l'azienda a spiegato di non essere in grado di far lavorare di più i dipendenti per coprire il taglio al contratto di solidarietà. È' un impegno che in passato l'azienda aveva preso ma che oggi non è in gradi di rispettare. Oggi i lavoratori sanno che Ilva non è in grado di farli lavorare una settimana di più e non sappiamo se i firmatari dell'accordo di programma,Governo, Comune, Regione, lo rispetteranno sul tema delle intero grazio i salariali". Fiom, quindi, chiede il rispetto dell'accordo e conferma, per ora, la manifestazione che era già prevista per l'11 Gennaio. "Lunedì faremo assemblea in fabbrica - prosegue Manganaro - se ci saranno novità positive le valuteremo, in caso contrario si proclamerà lo sciopero e si andrà in Prefettura". Tutto, quindi, sarebbe legato a un emendamento che verrà presentato nei prossimi giorni ma sul quale, ad ora, non ci sono notizie concrete.
"L'azienda ha ricordato che, attraverso i commissari e le istituzioni aveva trovato un accordo a dicembre per utilizzare i soldi di Cornigliano per due anni per i lavori socialmente utili. Un'emendamento alla legge di stabilità avrebbe dovuto dare il via libera a questo provvedimento. Tutto, però, è stato bloccato dalla Presidenza del Consiglio in attesa di un fantomatico emendamento che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni, con il decreto sulla vendita. C'era una soluzione - conclude Manganaro - legata all'accordo di programma ma qualcuno ha deciso di non percorrerla e questo preoccupa ancora di più i lavoratori".
La richiesta era di avere continuità di reddito per i 1.650 dipendenti dell'Ilva di Cornigliano, visto che nei fatti oggi 750 sono interessati dai contratti di solidarietà e con il Jobs Act hanno visto scendere dal 70 al 60% la loro retribuzione e da settembre arriveranno al 50%.
"L'azienda ha ricordato che, attraverso i commissari e le istituzioni aveva trovato un accordo a dicembre per utilizzare i soldi di Cornigliano per due anni per i lavori socialmente utili. Un'emendamento alla legge di stabilità avrebbe dovuto dare il via libera a questo provvedimento. Tutto, però, è stato bloccato dalla Presidenza del Consiglio in attesa di un fantomatico emendamento che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni, con il decreto sulla vendita. C'era una soluzione - conclude Manganaro - legata all'accordo di programma ma qualcuno ha deciso di non percorrerla e questo preoccupa ancora di più i lavoratori".
La richiesta era di avere continuità di reddito per i 1.650 dipendenti dell'Ilva di Cornigliano, visto che nei fatti oggi 750 sono interessati dai contratti di solidarietà e con il Jobs Act hanno visto scendere dal 70 al 60% la loro retribuzione e da settembre arriveranno al 50%.
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