sabato 9 gennaio 2016

Sulla marcia del Mfpr - un commento da parte di una compagna di Taranto

La marcia dell' M.F.P.R, con dieci lavoratrici, disoccupate, compagne rivoluzionarie, è stata emozionante. Quel giorno ho visto il nostro gruppo come un piccolo esercito, determinato ed entusiasta.
Alla Sata di Melfi ho notato da parte delle operaie diffidenza, però poi parlandoci e spiegando cosa siamo e cosa vogliamo le stesse si sono ammorbidite, abbiamo parlato, e alcune hanno lasciato un loro contatto.
A Melfi ho rivissuto la situazione di un'altra azienda, agricola, dove vado spesso. Proprio due giorni prima della marcia, due ragazze piangendo mi avevano esposto un loro cruccio, che forse sembrerà banale, ma di fatto non lo è. Il problema è che queste due ragazze vogliono formare una propria famiglia, ma fidanzarsi vuol dire tornare da lavoro, farsi la doccia, imbellettarsi ed uscire. Loro (e nessuna delle operaie) questo non possono farlo, perchè quando arrivano a casa c'è solo il tempo di lavarsi, mangiare e coricarsi. Questo sette giorni su sette. In azienda non possono nemmano comunicare tra loro.
Durante la marcia e la tappa a Napoli presso l'ex O.P.G occupato, una compagna diceva che quando questo ospedale psichiatrico era aperto, si entrava sani di mente e si usciva (se si riusciva ad uscire) che eri matto. Bene, la situazione di queste operaie non è diversa. Il mio obiettivo è di portare Melfi in questa azienda, dove da tempo è in atto un vero fascismo padronale.

Siccome siamo all'inizio del nuovo anno, vorrei augurare a tutti/e un 2016 di lotta e di liberazione individuale e collettiva, anche perchè vale la pena di lottare per le cose senza le quali non vale la pena di vivere e bisogna essere dure senza mai perdere la tenerezza. Credo che queste cose andrebbero, anzi vanno praticate ogni giorno per non vivere la vita da esseri amorfi.
Oggi ci sono tutte le motivazioni per cui vale la pena di lottare, dalle guerre reali a quelle
economiche e sociali, dalle devastazioni ambientali, alle migrazioni dei popoli oppressi, alle violenze contro le donne e contro tutti le vittime dei sistemi repressivi, ecc.
Dunque non c'è alcun motivo per non lottare e dobbiamo farlo con il cuore e la passione di cui siamo capaci, mentre avere nello stesso tempo quella durezza per scontrarci con questo sistema putrefatto.

Concetta – Mfpr Taranto

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