Lo Slai cobas sc ha indetto per l'intera giornata odierna lo sciopero degli operai addetti alla selezione differenziata presso la
"Pasquinelli".
I motivi dello sciopero sono il mancato rispetto dei tempi di legge previsti per la ripresa del lavoro dopo la bonifica dell'amianto e la non chiara procedura di rimozione dello stesso.
Sabato 18 gli operai hanno trovato sul nastro dell'impianto una grande busta contenente amianto sbriciolato, parte del quale era anche sparso sul nastro dove gli operai mettono le mani per selezionare i rifiuti.
I motivi dello sciopero sono il mancato rispetto dei tempi di legge previsti per la ripresa del lavoro dopo la bonifica dell'amianto e la non chiara procedura di rimozione dello stesso.
Sabato 18 gli operai hanno trovato sul nastro dell'impianto una grande busta contenente amianto sbriciolato, parte del quale era anche sparso sul nastro dove gli operai mettono le mani per selezionare i rifiuti.
Il rappresentante della sicurezza dello Slai cobas ha subito invitato gli operai ad allontanarsi dal nastro e avvisato cooperativa e amiu.
L'amianto è rimasto per due giorni sul nastro e la bonifica è stata fatta solo lunedì 20 giugno nel primo pomeriggio dalla Chemipul. Ma neanche un'ora e mezzo dopo ai lavoratori del 2° turno quasi tutti iscritti al sindacato autonomo Fiadel - che si era ben guardato di tutelare la salute dei suoi iscritti - , e contro l'indicazione del Rsl Slai cobas, gli si dice di riprendere il lavoro,
senza rispettare l'intervallo di tempo previsto dalla legge. Lo stesso è avvenuto questa mattina. Ma gli operai del primo turno, per la stragrande maggioranza iscritti allo Slai cobas, si sono rifiutati e sono scesi in sciopero a difesa della loro sicurezza e salute.
Come l'Rls slai cobas e gli operai del 1° turno hanno ricordato: ai sensi dell'art 249 del D.Lgs 81/08 il datore di lavoro ha l’obbligo di informare i lavoratori rispetto alla presenza del pericolo, di far effettuare una certificazione dello stato di integrità dell’amianto e di procedere comunque a monitoraggi ambientali e biologici per valutare la presenza di fibre di amianto nell’aria e nell’organismo dei lavoratori; inoltre l'articolo stabilisce che lo smaltimento dell’amianto deve e può essere eseguito soltanto da personale qualificato e da imprese autorizzate che abbiano requisiti e strumenti per la rimozione in sicurezza.
Nei fatti questo non avviene o avviene male:
Sono sempre gli operai addetti alla differenziata che scoprono l'amianto (sempre in condizioni sbriciolato, o comunque non integro), e sono gli operai a informare la cooperativa e l'Amiu che si guarda bene, nonostante solleciti, incontri fatti dallo slai cobas di affettuare bene la raccolta differenziata e i controlli su ciò che viene raccolto e portato all'impianto pasquinelli - dato che la prima questione è che qui l'amianto non dovrebbe proprio arrivare; lo smaltimento viene fatto da personale non qualificato, e con mezzi rudimentali (addirittura con le scope per togliere l'amianto sul nastro...).
I rappresentanti sindacali questa mattina durante lo sciopero si sono recati allo Spesal, per denunciare la situazione e avere precise informazioni.
Vogliamo concludere per ora sottolineando due cose:
Primo, che gli operai dello Slai cobas sc difendono sia il lavoro che la salute; a dimostrazione che gli operai, quando sono organizzati in un sindacato di base e di classe, nonostante siano a rischio lavoro - come in questo periodo alla Pasquinelli - non svendono la salute per il lavoro, a differenza di false vulgate diffuse da alcune aree ambientaliste;
secondo, che, invece, purtroppo, quando gli operai sono organizzati nei sindacati filo padronali e filo istituzionali (come la Fiadel), piegano la testa sia sul fronte del lavoro che su quello della salute, dividendo e danneggiando i loro compagni di lavoro.
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