1) Con il nuovo 10° decreto Ilva viene estesa
l'immunità concessa ai commissari (per cui non sono punibili né
sanzionabili per fatti collegati alle “condotte poste in essere”
per attuare il piano ambientale – vale a dire per infortuni,
incidenti...) ai nuovi affittuari o acquirenti;
il o i nuovi padroni sono poi
autorizzati a continuare la produzione comunque, per cui la
magistratura non potrà bloccarla anche a fronte di inquinamento,
superamento dei livelli di emissioni nocive;
2) Viene cancellato il fatto che i nuovi
padroni debbano restituire allo Stato i fondi erogati per consentire
all'Ilva di sopravvivere fino a giugno, vale a dire i 300 milioni;
questi soldi dovranno essere invece restituiti dall'amministrazione
straordinaria “anteponendoli agli altri debiti della procedura” -
quindi anche ai crediti degli operai? Inoltre si allungano fino al
2018 i tempi di restituzione dell'altro prestito di 400 milioni;
In realtà di fatto, lo Stato
restituisce allo Stato, o, meglio, che questi soldi li pagano i
cittadini.
Inoltre, viene chiaramente fuori che si
tratta di “aiuti di Stato”, alla faccia delle assicurazioni
(menzogne) fatte alla Comunità europea.
3) Per tutte le misure previste dall'Aia,
comprese quelle determinanti per la riduzione dell'inquinamento (es.
la copertura dei parchi minerali), nonostante con i precedenti
interventi del governo erano già slittate, ora si dice sia che
queste misure possono essere modificate dai nuovi padroni, sia che i
tempi possono slittare ancora di 18 mesi – quindi, per i parchi
andremmo dal 30 giugno 2017 al 31 dicembre 2018.
Nessun commento:
Posta un commento