Ai lettori della Formazione Operaia,
questa è l'ultimo testo che pubblichiamo prima della pausa di agosto. Riprenderemo la FO a settembre.
Per fare il punto e riassumere i concetti base di quanto abbiamo studiato finora sull'imperialismo, abbiamo ritenuto più opportuno riportare ora, a differenza di altre volte che lo facevamo al termine del capitolo affrontato, una sintesi del nuovo capitolo VII dell'Imperialismo di Lenin, "L'imperialismo, particolare stadio del capitalismo" - tratto sempre da una pubblicazione mlm degli anni '70.
A settembre, prima di riprendere on line la FO, faremo il 2° Quaderno di questo nuovo ciclo sull'imperialismo.
BUON AGOSTO! UTILIZZIAMOLO PER BUONE LETTURE...
Riassumendo i concetti esposti nei testi precedenti si può definire cos'è l'imperialismo.
Lenin li sintetizza in cinque principali contrassegni, e cioè:
"1) la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica;
2) la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo
"capitale finanziario" di un'oligarchia finanziaria;
3) la grande importanza acquistata dall'esportazione di capitale in confronto con l'esportazione di merci;
4) il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti, che si ripartiscono il mondo;
5) la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche.
L'imperialismo è il capitalismo giunto a quella fase di sviluppo in cui si è formato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, l'esportazione del capitale ha acquistato grande importanza, è cominciata la ripartizione del mondo tra i trust internazionali, ed è già compiuta la ripartizione dell'intera superficie terrestre fra i più grandi paesi capitalisti".
Dal punto di vista della fase storica, in rapporto alla storia del capitalismo, l'imperialismo rappresenta un particolare stadio di sviluppo del capitalismo. Il capofila degli opportunisti, il signor Kautsky, la pensa diversamente sull'imperialismo. Kautky sostiene che l'imperialismo è un tipo di politica dei paesi sviluppati. Egli dice questo allo scopo di sostenere che è possibile che il capitalismo adotti una politica non imperialista, che rispetti la democrazia, l'indipendenza dei popoli, la libera concorrenza. Kautky sostiene infatti che sono possibili riforme che impediscano la politica imperialista o che l'abbelliscano.
Kautsky vuole offuscare i violenti contrasti che esistono nell'imperialismo; egli vorrebbe sostenere una lotta contro i monopoli senza sostenere una lotta contro la base stessa del capitalismo. Ma la linea opportunista di Kautsky si riduce a un pacifismo e riformismo borghese che può rimanere sempre e solo allo stadio dei pii desideri.
Kautsky dice che si deve prevedere un altro stadio del capitalismo, quello che egli chiama del super imperialismo, in cui si creeranno cartelli internazionali unici, in cui si attuerà una politica internazionale di pacifico accordo tra capitalisti, per un'unione imperialista mondiale.
Kautsky dice questo allo scopo di nascondere il fatto che si sta scatenando una guerra mondiale interimperialista di rapina (per l'appunto la prima guerra mondiale). E noi abbiamo davanti anche la seconda guerra mondiale che fu un'altra carneficina voluta dall'imperialismo per la sua ingordigia senza limiti. Inoltre oggi assistiamo a cruente guerre imperialiste in più punti del globo, e si profila la prospettiva di una possibile terza guerra mondiale: solo la rivoluzione deciderà se potremo evitare questa maledetta guerra.
La storia dimostra le nefandezze opportuniste del Sig. Kautsky, e quanta ragione avesse il grande compagno Lenin.
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