Le assemblee in piazza Garibaldi del martedì stanno portando ad un inglorioso risultato.
Lo Slai cobas all'inizio ha partecipato a queste assemblee, sperando che diventassero un modo per riprendere la necessaria mobilitazione della città contro l'inquinamento, contro il governo, in particolare dopo l'ultimo osceno e illegittimo 10° decreto sull'Ilva, per unire città e fabbrica, ambientalisti e lavoratori, nella lotta.
Ma, purtroppo, non è affatto così e più vanno avanti queste assemblee di piazza e più siamo al mercatino delle "idee", di esponenti della piccola borghesia tarantina, di ambientalisti, di politicanti fuori gioco, che in realtà non vogliono "sporcarsi le mani" nella lotta, ma solo giocare con le parole contro la lotta (i rappresentanti dello slai cobas che hanno osato proporla, vengono quantomeno guardati male...), rispetto ad una situazione che ogni giorno si fa più pesante.
Gli "esperti anbientalisti", poi quando partecipano a queste assemblee, sciorinano i dati di malattie, morti, disastri, ma si guardano bene, a fronte della drammatizzazione che portano, dal dire che a Taranto contro tutto questo seve una rivolta, anzi sono i primi ad opporsi o si guardano bene dal portare questo contributo di informazione agli operai dell'Ilva, confrontandosi con loto (come alcuni di questi operai hanno chiesto). Questi "esperti ambientalisti" di fatto "cuociono il cuore", e basta.
Questo sta portando al fatto che queste assemblee, esageratamente gonfiate da certa stampa locale (che anch'essa va trovando la "notizia", senza alcun impegno a contribuire ad una informazione utile, agli approfondimenti), si stanno invece sgonfiando nella partecipazione. Varie persone che all'inizio hanno partecipato, ora ne ne vedono più l'utilità.
Ma quale è diventato il cuore dell'"impegno" di queste assemblee? Ognuno scrive pensieri e progetti alla lavagna e imbuca le idee in una scatola di cartone... Per poi consegnarle ai Tavoli della politica.
Parleremo un'altra volta del merito di questi liberi "pensieri".
Ma il problema è l'inaccettabile concezione e prospettiva che sta dietro che va respinta.
I "liberi pensieri", fatti da "ognuno" (o da "singoli cittadini" sotto cui si celano esponenti di associazioni o di realtà politiche) non costono nulla, non implicano alcun impegno, alcuna "messa in gioco"; sono autosoddisfacenti e basta. Siamo alla "fiera" delle illusioni piccolo borghesi, per cui è possibile "costruire una città migliore" senza rovesciare questo sistema capitalista che per i suoi profitti porta sfruttamento, attacco alla salute e disastri ambientali, non solo quando produce acciaio, ma anche quando privatizza kilometri di costa per il turismo.
Il fine poi di questi "pensieri e progetti" è sempre e solo la "pressione sui Tavoli della politica", in cui ciò che conta non è la mobilitazione/lotta diretta dei cittadini, ma il parlamentare, il pres. Emiliano, o, anche qui, la premessa per candidature nelle elezioni comunali del prossimo anno.
Questo è squallido!
Così la questione di Renzi. La sagoma di Renzi portata in giro (che sarebbe anche utile in un'attività nei quartieri di costruzione di una mobilitazione contro il governo Renzi) viene presentata coma "uno strumento al servizio dell'immaginario".
Che faranno questi "ben pensanti" quando e se verrà Renzi a Taranto? Costruiranno una mobilitazione contro, una contestazione per imporre il ritiro del 10° decreto, fondi effettivi per bonifiche, difesa del lavoro e della salute, o gli consegneranno la "scatola di cartone"?
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