domenica 10 luglio 2016

Sul Reddito di "dignità"

"Uno strumento per consentire a tutti i cittadini di affrontare la crisi e uscirne in maniera dignitosa". Così Michele Emiliano presenta questa misura che è poco più di un'elemosina e che potranno ricevere poche persone, non tutte e tutti i disoccupati. 
Sono stati presentati i primi due avvisi pubblici: quello destinato ai cittadini e quello ai soggetti che ospiteranno i tirocini. 
Il Reddito di dignità (Red) prevede un contributo fino a 600 euro mensili per 20mila nuclei famigliari, in tutto 60mila ogni anno per tutta la Puglia, ma a fronte di prestazione di lavori e partecipazione a corsi di formazione. "Non c'è alcun intento di consentire a nessuno di vivere senza lavorare - ha sottolineato Emiliano. 
Non sono certo i disoccupati che non vogliono lavorare! Ma in realtà con il Red sarà istituzionalizzata una forma di lavoro "grigio", a beneficio delle aziende e dei Comuni, che potranno avere gratis prestazioni effettive di lavoro, mentre i disoccupati avranno solo un sussidio. Questo non lo diciamo perchè prevenuti, ma perchè stiamo verificando con mano - vedi i "cantieri di cittadinanza" - come in realtà queste forme di "benefici" nascondono veri e propri lavori necessari (pulizia di strade e zone, verde, ecc.) che il Comune approfitta ora di farli gratis, con sfruttamento, misero reddito e, con la scusa che si tratta di un sussidio, senza rispettare i diritti neanche alla sicurezza dei lavoratori. 
Per il Red, per il primo anno saranno stanziati complessivamente 100 milioni di euro - ed Emiliano se la "profuma": "In assoluto l'investimento di contrasto alla povertà più importante della storia d'Italia fatto da una Regione", dichiarando addirittura che questo sussidio serve anche a far tornare la fuducia dei cittadini nello Stato...
 

Potranno accedere al Reddito di dignità tutti i residenti in Puglia da almeno 12 mesi che abbiano un reddito Isee non superiore a tremila euro, soglia che potrà essere elevata in presenza di ulteriori disponibilità finanziarie.
Questo reddito Isee costituisce una pesante discriminazione verso disoccupati e disoccupate, che a Taranto sono tanti, che proprio perchè non hanno lavoro e reddito sono costretti a rimanere in famiglia. Questi continueranno a rimanere disoccupati e senza reddito. 
Nello stesso tempo, non è neanche esatto sbandierare 600 euro al mese, questo importo è rapportato ad un nucleo familiare di 5 persone, ma via via che si riduce il nucleo questo reddito si abbassa, fino a 250 euro. 

OCCORRE CHE I DISOCCUPATI SI ORGANIZZINO E LOTTINO PER UN EFFETTIVO SALARIO GARANTITO.

Lo Slai cobas seguirà questo provvedimento, ma soprattutto intende promuovere la lotta.

Per mettersi in contatto e informazioni (abbiamo il testo completo della legge regionale):
Slai cobas via Rintone, 22 Taranto (aperto martedì e giovedì dalle 17,30 alle 20) - responsabile Chiara Di Bello: chiaradibello72@gmail.com

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