venerdì 15 luglio 2016

Il bluff della "Clausola sociale" chiesta da Fim, Fiom, Uilm

Nella piattaforma presentata a Roma, allegata alla lettera ai parlamentari sul 10° decreto Ilva, Fim, Fiom, Uilm ne parlano sotto la voce "OCCUPAZIONE".

Ma si tratta di un bluff, perchè questa "clausola" è tutta il contrario di una difesa dell'occupazione.
Riportiamo il testo della piattaforma:
"Fim, Fiom e Uilm chiedono al governo nell'iter di conversione della legge, di inserire la clausola sociale, ovvero un provvedimento specifico che tuteli tutti i lavoratori da eventuali piani di ridimensionamento. Analogalmente avvenga per contrastare l'emergenza appalti, vista la drammaticità in cui versano le aziende del territorio, in quanto sono oramai migliaia i lavoratori falcidiati e quelli che rischiano l'esclusione dal mondo del lavoro a causa degli ammortizzatori sociali ormai in scadenza, introducendo deroghe a nuovi strumenti per la tenuta occupazionale rispetto ai provvedimenti attuali (jobs act)".

Quindi, ciò che Fim, Fiom e Uilm chiedono è solo e soltanto ammortizzatori sociali, e la deroga di essi, della casintegrazione, dei contratti di solidarietà, della mobilità lunga, ecc.
Tant'è che, tra i provvedimenti decisi vi è il prolungamento dei contratti di solidarietà in corso all'Ilva.

Quindi, "clausola sociale" vuol dire che per gli operai dell'Ilva e dell'appalto i sindacati hanno già messo in conto, danno già per scontato la riduzione dell'occupazione,i  problemi di esuberi che porranno i nuovi padroni (senza differenza tra l'una o l'altra cordata). Tutt'altro che difesa dell'occupazione, ma solo un accompagnamento al licenziamento e alla disoccupazione.

Ma anche sul fronte del risanamento ambientale e bonifiche la piattaforma dei sindacati confederali, al di là di denunce scontate sullo slittamento dei tempi e sulla facoltà lasciate ai nuovi padroni di modificare i piani aziendali, la piattaforma diventa di fatto di accompagnamento al decreto del governo non da necessario contrasto.
Infatti su questa questione fondamentale ci si limita a scrivere: "chiediamo che alla conclusione dei centoventi giorni previsti, dopo il pronunciamento del giudizio della commissione formata da tre esperti, si introduca una nuova valutazione del danno sanitario per adoperare tutte le cautela possibili dal rischio cancerogeno per lavoratori e residenti del comprensorio cittadino e dell'intera provincia". 
Neanche, quindi, chiedono che la copertura dei micidiali parchi minerali si faccia subito!

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