"Uno spettro s'aggira per l'Europa - lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una santa battuta di caccia contro questo spettro...
Quale partito d'opposizione non è stato tacciato di comunismo dai suoi avversari di governo; qual partito d'opposizione non ha rilanciato l'infamante accusa di comunismo tanto sugli uomini più progrediti dell'opposizione stessa, quanto sui propri avversari reazionari?
Da questo fatto scaturiscono due specie di conclusioni.
Il comunismo è di già riconosciuto come potenza da tutte le potenze europee.
E` ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso".
Con queste parole Marx ed Engels introducono il 'Manifesto del Partito comunista'.
Esse indicano, ieri come oggi, quanto la borghesia, i suoi Stati, i suoi governi temano la forza dei proletari quando è organizzata in un suo partito, temano ogni opposizione, ogni lotta che ponga o semplicemente alluda alla necessità della rivoluzione per mettere fine alla borghesia, al suo potere di sfruttamento e di oppressione; ma, questo timore per la borghesia, per i suoi esponenti politici è per i proletari avanzati, i comunisti una forza, un incoraggiamento dire "apertamente in faccia" i loro scopi.
Questo, ripetiamo, non è "roba del passato", è valido anche oggi, a 170 anni dalla pubblicazione de Il Manifesto, e diremmo, ancor di più oggi in cui le crisi sia economiche che politiche sempre più devastanti per la borghesia pongono all'OdG che è l'ora di impugnare e far vivere questa verità.
Per questo, in questa FO sottolineiamo alcuni passaggi del 1° capitolo de Il Manifesto e la loro necessaria attualizzazione.
- L'epoca della borghesia ha posto in maniera nuda e cruda il conflitto di fondo di questa società tra due grandi classi: borghesia e proletariato; questo conflitto non ha visto affatto in tutti questi decenni e fino ad oggi delle modifiche di fondo, i proletari, gli operai sono tuttora a livello mondiale non solo la classe determinante dello scontro sociale e politico, ma quella più numerosa dalle nuove città del capitalismo selvaggio dei paesi oppressi, agli imperialismi emergenti, di India, Cina, agli stessi nostri paesi imperialisti.
- La borghesia per la necessità di svilupparsi, aumentare profitti, sempre e dovunque, è globalizzata, ma questo non è un ostacolo alla lotta dei proletari o non rende inefficace la lotta in ogni paese, ma rende sempre più vera la frase de il "Manifesto": proletari di tutti i paesi unitevi! Questo rende anche la questione degli immigrati una questione prima di tutto di unità di classe.
- La borghesia ha spazzato via tutti i precedenti legami, rapporti, tutte le precedenti credenze e concetti; questo è stato prima di tutto un bene, perchè ha spazzato via ogni falsa catena e ipocrisia; coloro che invece ancora oggi a fronte della brutalità, della putrefazione dell'azione economica, politica, ideologica, della borghesia, vogliono una sorta di ritorno all'indietro, ai valori persi, devono trovare proprio nei proletari avanzati, nei comunisti quelli che chiamano a non tenere girata la testa all'indietro ma a conquistare un nuovo mondo; in questa lotta i proletari non sono soli ma devono Postessere in grado attraverso la loro azione organizzata di unire tutti i settori sociali ugualmente sfruttati, oppressi, schiacciati dalla borghesia.
- La borghesia come è stata progressiva rispetto ai sistemi sociali precedenti, oggi è un mostro che deve essere distrutto: "la società borghese che ha fatto nascere come d'incanto così possenti mezzi di produzione e di scambio, può paragonarsi allo stregone che non è più capace di dominare le potenze degli inferi da lui stesso evocate" (da "Manifesto del partito comunista"). Questo rende la lotta dei proletari per rovesciare questo mostro (i veri becchini della borghesia creati dalla borghesia stessa) da un lato necessaria, dall'altro inevitabile e niente la potrà impedire al di là degli avanzamenti e rovesci.
- Nel "Manifesto" si dice: "Di quando in quando gli operai riportano la vittoria, ma solo temporanea. Il risultato vero e proprio della loro lotta non è il successo immediato, bensì l'unione sempre più estesa degli operai". Il risultato vero è L'UNIONE.
La borghesia e tutte le sue forze, politiche, istituzionali, mass media, sindacali cercano di spezzare la lotta e le forze dei proletari e delle masse popolari proprio agendo su questo aspetto. Ma nello stesso tempo i lavoratori hanno cominciato a comprendere che non è con gli appelli "morali" che si realizza l'unità, ma con l'attività coerente, chiara e determinata, a partire dall'unione dei proletari avanzati nella costruzione del loro partito, oggi il partito comunista marxista leninista maoista.
(CONTINUA)
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