venerdì 30 ottobre 2020

Anche a Taranto i contagi aumentano come mai fino ad ora - Pretendere di capire e organizzare la nostra lotta

Il numero dei positivi in Puglia ha superato ieri la barriera dei 10mila casi, con i casi confermati dall’inizio della pandemia che arrivano a quota 17.069.

Al 29 ottobre vi sono: 716 casi positivi: 240 in provincia di Bari, 41 in provincia di Brindisi, 48 in provincia BAT, 208 in provincia di Foggia, 48 in provincia di Lecce, 129  in provincia di Taranto, 1 attribuito a residente fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota. Sono stati registrati 7 decessi: 2 in provincia di Bari, 5 in provincia di Foggia.

Relativamente, la situazione forse più grave è proprio a Taranto, dove nella prima fase del coronavirus i contagi e gli stessi morti erano bassissimi.

La situazione, quindi, è preoccupante. Chi nega questo è stupido o, peggio, parla solo a nome dei propri interessi economici o politici

I dati forniti dalle Istituzioni, però, così non vanno bene, servono solo a creare a livello di massa dipendenza e attesa; non permettono di capire dove e perchè e quindi poter avere un valutazione autonoma su dove e come intervenire, se ci sono focolai, ecc.

I nodi di fondo dell'espandersi della pandemia, anche nella nostra città, non vengono affrontati o vengono aggirati; l'esempio più evidente è rappresentato dalle scuole da un lato e dalla sanità dall'altro; per le scuole, invece che aumentare nettamente i mezzi di trasporto, le aule, assumere insegnati e personale scolastico, si preferisce mandare a casa studenti, bambini, con ritorno del pesante aggravio di lavoro, della oggettiva nuova chiusura in casa per le donne in particolare, sia come madri che come insegnanti.

Nella sanità, nonostante le denunce che vengono dall'interno, anche a Taranto non viene potenziata la sanità - sia per il covid, per pronto soccorso, sia per tutte le altre malattie - non vengono fatte assunzioni che servono per tutto il personale sanitario, non si creano le condizioni perchè i tamponi necessari si facciano, senza vessazioni, soldi, e lungaggini, strumentando anche i medici di base; non si creano postazioni mediche nelle fabbriche, in primis all'ArcelorMittal.

In questa situazione, a Taranto, come in tutte e le città, bisogna lottare, per imporre interventi altri. 

Questa necessaria lotta, non c'entra nulla ed è contro la mobilitazione dei commercianti, imprenditori, ristoratori. Occorre la lotta degli operai, delle donne e giovani delle masse popolari sui loro obiettivi, dei lavoratori, giovani finora spesso a nero, sfruttati da quegli imprenditori che ora scendono in piazza per sè, per tornare ad essere "liberi" di fare come prima.  

Dobbiamo costruire la nostra "piazza", che diventi un riferimento chiaro e di classe per tutti i settori delle masse popolari impoverite.

INSIEME BISOGNA COMPRENDERE LA PARTITA GENERALE IN GIOCO - DA DOVE NASCE LA CRISI PANDEMICA

Dall'ultimo numero del giornale proletari comunisti - si può richiedere a pcro.red@gmail.com o trovarlo nella sede Slai cobas via L. Andronico, 47 Taranto:

"Il giornale proletari comunisti con due numeri speciali Coronavirus usciti nei mesi scorsi ha fornito alle avanguardie operaie e proletarie gli strumenti di analisi scientifica di parte e di orientamento politico per sviluppare coscienza di classe, autonomia ideologica, politica, lotta politica e sociale, di fronte a una situazione difficile e complessa.

E’ importante riprenderli nelle proprie mani, perché senza questi si naviga nella palude della confusione, in uno stato di gattini ciechi nelle lotte e sostanzialmente senza prospettiva; per non parlare della gravità di alcune avanguardie di lotta, compagni e compagne, cadute nel negazionismo che è solamente di stampo fasciopopulista e al carro dell’azione dei Trump, Bolsonaro e nel nostro paese dei Salvini di turno.

In questi numeri si afferma chiaro che la pandemia è causata dal sistema imperialista e dal modo di produzione capitalista nella sua fase putrescente e che quindi non esistono alternative serie a questa come alle future pandemie, come al disastro ambientale se non la lotta per eliminare e cancellare dalla faccia della terra il sistema che le ha prodotte, in ogni parte del mondo.

La pandemia è quindi una occasione per i comunisti e le forze autenticamente rivoluzionarie, per comprendere e agire in forme radicalmente nuove nella situazione per organizzarsi e lottare, non solo sul terreno della difesa immediata delle condizioni di vita e di lavoro, di salute ecc. ma per costruire nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse la prospettiva della rivoluzione proletaria e socialista nel nostro paese, in unità internazionale e internazionalista con il proletariato e le masse popolari nel mondo e le loro avanguardie politiche e sociali.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma è un mare in tempesta, in cui bisogna imparare a nuotare nuotando.."

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