Da lasciatecie entrare
Sequestrati in nome del Covid. Ma dove sta il diritto alla salute?
elativamente alla gestione degli spazi sulle navi quarantena e sui trasferimenti ai centri di accoglienza va sottolineato come, ad esempio, sulla nave Rhapsody, ferma in porto a Bari, dove è arrivata da Palermo, vi siano al momento circa 80 casi di positivi; in una popolazione che è sotto controllo sanitario da molti giorni e che aveva già effettuato tamponi in precedenza risultando negativi.
Una patologia infettiva che è diventata nei mesi scorsi pandemia merita un trattamento certamente diverso: dovrebbe infatti essere assicurato per chi è positivo l’isolamento obbligatorio a tutela delle persone che non sono contagiate; come tra l’altro disposto per legge e più volte ribadito. Ma è l’intero sistema delle navi quarantena che dimostra il suo fallimento, per la pervicace volontà di evitare il trasferimento immediato a terra e per la mancanza di disponibilità di centri di prima accoglienza, conseguenza del primo decreto sicurezza Salvini che ha destrutturato il sistema di accoglienza italiano.
Inoltre si riscontrano gravi problemi nella fornitura di presidi idonei alla propria ed altrui protezione. CI viene riferito che sulle navi le mascherine vengono distribuite ogni due giorni ( a richiesta ogni giorno anche) e che vi sono i presidi di igienizzazione corretti. Le persone con esito di tamponi differenti si trovano su piani diversi, eppure sulla nave quarantena Rapsody vi sono 80 positivi: è evidente che il sistema di quarantena obbligatorio non può funzionare in un luogo, pur decoroso, come ha rilevato il Garante nazionale per le persone private della librtà personale il 17 settembre scorso, dopo una sua visita, dove non sono garantiti i giusti spazi di separazione. Ben inteso una quarantena andrebbe prevista, intanto a terra, per favorire qualsiasi tipo di intervento d’urgenza ( la storia della morte di Abou, pur non dovuta a covid, mostra tutte le falle di questo sistema; insieme all’ospedalizzazione urgente di un minore nell’ospedale di Bari, che pare ora sia in coma). Per non parlare di chi ha perso la vita o si è gravemente ferito nel tentativo di fuggire da quelle navi.
La salute può infatti essere garantita solo in luoghi dove sia raggiungibile un ospedale o vi siano presidi territoriali. Una nave non potrà mai garantire tali tutele non solo dal punto di vista sanitario, ma nemmeno legale. Le persone a bordo, infatti, non avevano esercitato se non dopo esser giunti a pian di Lago il diritto di chiedere asilo. Una quarantena sanitaria sulle navi, espressione di un diritto alla salute comunque discriminatorio poiché esercitato in luoghi lontani dal paese di approdo, non può in nessun caso prescindere dalla tutela dei diritti fondamentali delle persone in arrivo, in primis il diritto di asilo.
Occorre intervenire con misure urgenti sul sistema di accoglienza a terra, superando le resistenze di molte comunità locali. Va comunque ribadito che tutti i migranti desso al centro covid di Pian del Lago parlano della nave n maniera positiva perché si sentivano maggiormente tutelati quanto meno nell’attenzione alla propria salute. Il centro di Caltanissetta invece rappresenta il contrario di quel che dovrebbe essere un centro covid.
Le persone dormono fuori su materassi di fortuna; non vi è sufficiente igienizzazione; i bagni sono insufficienti e sporchi. La stessa informativa è fatta in maniera superficiale ed evidentemente inadeguata. Gli spazi non presentano possibilità di creare vere aree di isolamento.
Va in ogni caso posta una domanda: per quale motivo persone scese da un nave con doppio tampone negativo sono state poste nuovamente in quarantena e per di più con possibilità di contatto con positivo. Non si è realizzata una indebita limitazione della libertà personale?
Cosa è accaduto sulla nave Rhapsody , arrivata a Bari da Palermo? Perché 80 persone sono risultate positive, diventando quindi di fatto un focolaio, che porterà ad ulteriore trattenimento persone che potevano scendere dalla nave già al secondo tampone negativo? Tra loro minori e persone vulnerabili
Di quale tutela della salute stiamo parlano? Di una astratta tutela della salute pubblica che viene utilizzata per comprimere i diritti fondamentali delle persone, o del diritto alla salute affermato per tutti, senza discriminazioni, dall’art. 32 della Costituzione italiana?
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