In questa settimana non ci sono state sostanziali novità; la situazione resta grave e incerta per gli operai.
I sindacati confederali, dopo aver cancellato scioperi e blocchi alla fabbrica, stanno facendo incontri con la direzione aziendale di gestione della "miseria": pochi operai stanno rientrando dalla cig-covid, vengono riattivati alcuni impianti e reparti, ma sempre nella sola logica di quello e per quanto serve ad ArcelorMittal.
Questi incontri, pertanto, non affrontano affatto nè risolvono il problema sempre presente delle migliaia di esuberi che AM vuole, nè del futuro di tutti gli operai; nè dei grandi interventi necessari alla sicurezza e tantomeno i piani di bonifica - anzi su questi ultimi anche giorni fa l'azionda ha chiesto un nuovo rinvio per l'AIA.
Da parte dell'Usb vi è stata la convocazione di uno sciopero e di un presidio alla portineria C., con la partecipazione essenzialmente dei cassintegrati Ilva AS.
Ma qui siamo ancora una volta a scioperi su obiettivi inconcludenti e su appelli al governo altrettanto inutili: "allontanamento del gruppo franco-indiano, nazionalizzazione dello stabilimento, accordo di programma per messa in sicurezza dello stesso e riconversione del territorio".
Il governo, primo, non vuole affatto che ArcelorMittal vada via e la sua politica è finora di concessione ad AM su soldi e tempi; secondo, se Mittal decidesse di andar via, il Governo cercherebbe altri padroni (che farebbero come Mittal), mettendo soldi nell'assetto societario con Invitalia; terzo, anche un'ipotesi - assolutamente improbabile - di nazionalizzazione vedrebbe il governo comportarsi come i padroni, vale a dire sempre esuberi/ammortizzatori sociali da miseria e scarico della crisi di mercato dell'acciaio sulle condizioni di lavoro e salariali degli operai. E la messa in sicurezza, con gli operai fuori dalla fabbrica e quindi senza alcun peso, vedrebbe una "Bagnoli" moltiplicata per 100 volte.
Quindi l'Usb fa un'operazione di deviazione della lotta. Spinge gli operai di fatto su: quale "padrone è meglio", senza porre ora, subito gli interessi operai, che valgono contro Mittal, come con un altro padrone, o col governo-padrone.
Per questo, come dice lo Slai cobas sc, occorre una lotta seria, prolungata, ma su obiettivi di classe chiari.
Questa è la ragione dell'azione dello Slai cobas in questi giorni, di raccolta firme su una piattaforma operaia. Su questi obiettivi bisogna fare battaglia sia contro ArcelorMittal sia contro il governo che prende per fessi gli operai e i sindacalisti con le parole ma poi i fatti li fa con il padrone.
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