Ex Ilva, lavoratori in sciopero il 20 luglio: “A Novi servono manutenzioni urgenti”
La mobilitazione in tutte le sedi italiane del gruppo siderurgico
NOVI LIGURE. I lavoratori dello stabilimento novese di strada Bosco
Marengo, Acciaierie Italia (l’ex Ilva) tornano a mobilitarsi. Il 20
luglio sono state proclamate 8 ore di sciopero su tutti i turni,
compresa la giornata.
Per l’occasione i lavoratori coordinati dalle Rsu di Fim, Fiom e
Uilm, effettueranno picchetti sia davanti all’ingresso centrale che
nell’area carico–scarico delle merci. L’iniziativa segue quella
dell’intero gruppo Italia, indetta dalle segreterie nazionali dei
sindacati dei metalmeccanici, dopo l’incontro avvenuto nei giorni scorsi
ai tavoli del Mise.
«Durante questo incontro – ha detto Moreno Vacchina della Fim e
rappresentante delle Rsu novesi – non si è verificato quello che ci
aspettavamo: i lavoratori attendevano perlomeno un segnale sul piano
industriale, quindi sul futuro dello stabilimento e soprattutto sulle
prospettive occupazionali. Inoltre, teniamo sempre a precisare come Rsu
la necessità di manutenzioni urgenti ai nostri impianti, sia ordinarie
che straordinarie».
L’unica cosa emersa da questo incontro, sempre secondo i sindacati, è
che ArcelorMittal non intenderebbe corrispondere ai lavoratori l’una
tantum pari al 3%, prevista dall’accordo del 2018. Così pure i
rappresentanti dei lavoratori, sono convinti che si stia sviando la
discussione sulla cassa integrazione e sull’organico carente dello
stabilimento di Novi che negli ultimi due anni è ampiamente sceso sotto
la soglia delle 700 unità. «Pertanto sciopereremo il 20 luglio
esternando tutta la nostra rabbia – ha aggiunto Vacchina – chiedendo che
vengano rispettati gli accordi. Vogliamo segnali concreti che possono
arrivare solo attraverso gli investimenti che come sindacato chiediamo
da anni. Non si può attendere passivamente che si verifichino infortuni o
peggio. Siamo nettamente sotto organico: la cassa integrazione non ha
ragione di essere».
Le segreterie provinciali sindacali rincarano: «È paradossale che in
un momento in cui c’è richiesta d’acciaio sul mercato, con prezzi alle
stelle, dopo aver dichiarato che l’azienda ha aperto l’anno in utile, si
ricorra ancora agli ammortizzatori sociali, scaricando ancora una volta
totalmente sui lavoratori i problemi». I sindacati invitano i novesi ad
unirsi a sostegno dei lavoratori come è stato fatto più volte.
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