mercoledì 28 luglio 2021

Tessitura di Mottola - nulla di fatto al Mise - il presidio continua - massima solidarietà

Tessitura Mottola, vertenza in fase interlocutoria

La riunione del 22 luglio a Roma presso il ministero del Lavoro non ha sciolto la tensione in merito alla vertenza della Tessitura di Mottola del gruppo Albini, che giorni addietro ha comunicato ai sindacati Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil ed Ugl la cessazione delle attività del sito, eventualità che era stata invece esclusa dalla stessa azienda nel marzo scorso, quando annunciò la messa in liquidazione.

Giova infatti ricordare che lo scorso marzo la stessa azienda affermò di aver affidato ad una società di scouting, la Vertus, l’incarico di reindustrializzazione dell’impianto, tempo previsto nove mesi. Oltre a trenta giorni di tempo per provare a redigere un piano strategico per rimodulare e ritrovare l’equilibrio economico-finanziario, così da recedere dalla decisione intrapresa, che già allora appariva un’exit strategy per prendere tempo ed addolcire la pillola che altro, come i fatti hanno poi dimostrato. Attività di scouting che non ha dato risultato alcuno, come confermato anche durante la riunione romana dopo quella in prefettura a Taranto lo scorso 19 luglio.

Motivo per il quale non è stato sciolto il presidio dello stabilimento, deciso da lavoratori sindacati e le Rsu, per far si che ci sia una presenza costante dei lavoratori per evitare possano essere portate via dallo stabilimento le apparecchiature, che non consentirebbero un futuro industriale ed occupazionale del sito. I lavoratori sono stati pertanto organizzati a squadre davanti all’ingresso dello stabilimento nella zona industriale di Mottola, in Contrada San Basilio, per coprire le 24 ore giornaliere. Senza dimenticare i problemi, ancora non del tutto risolti, nel ricevere i pagamenti della cassa integrazione guadagni covid.

Proprio durante la riunione dei giorni scorsi al ministero, l’azienda ha presentato un piano di cassa integrazione straordinaria per cessazione attività. Che per i sindacati non rappresenta lo strumento più adatto, perché con il dl99 il settore moda ha ottenuto dal governo la proroga sul blocco dei licenziamenti esteso sino al 31 ottobre, oltre ad assicurare ulteriori 17 settimane di cassa integrazione con causale covid.

Ciò nonostante il gruppo Albini ha già attivato l’iter per ottenere la cigs prevista dal Decreto Genova del 2018, che è una cassa straordinaria della durata di massimo 12 mesi complessivi, per le aziende che hanno cessato la loro attività. Chiedendo anche al tavolo romano di procedere prima con l’apertura della cigs e poi di proseguire con quella con casuale Covid. Ma i sindacati hanno evidenziato come questo metterebbe in difficoltà il percorso degli ammortizzatori., chiedendo quindi che si proceda per step diversi per assicurare ai lavoratori la possibilità di usufruire della coperrtura più estesa possibile, per garatire loro un reddito continuativo.

La trattativa sul sito di Mottola è però lungi dall’essere conclusa, con sindacati e lavoratori che cercheranno in tutti i modi di evitare la cessazione delle attività da parte del gruppo Albini su Mottola. Possibilità ad oggi putroppo remota.

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