L'ULTIMO INCONTRO ROMANO DELL'8 LUGLIO
Un incontro che non ha portato nulla, se non altre 13 settimane di cassintegrazione (di salario ultraridotto per migliaia di operai), mentre l'azienda/Morselli parla ripresa degli utili ma dice NO su tutti i piani.
I più elogiativi e fiduciosi di un governo (che ora parla come azionista di Acciaieria d'Italia) sono Emiliano della Regione Puglia - improvvisamente elogiativo dei sindacati confederali (dopo essere stato elogiativo degli ambientalisti che vogliono chiudere la fabbrica) - e l'Usb che nonostante la realtà chiara su da che parte sta, e non può non stare, il governo, continua a dare credito al governo e a chiedere soprattutto ricollocazione/occupazioni alternative (totalmente illusorie) con "accordo di programma".
I sindacati confederali sono imbarazzanti, penosi e inutili, si lamentano, ma continuano a dar credito al governo, accettando di fatto (soprattutto la Cisl) le 13 settimane di cig
NE DIAMO UN BREVE REPORT
Giorgetti Ministro del MiSe: "é stata una riunione
molto positiva”. La proposta di Giorgetti, approvata anche dall’azienda è
il ricorso, in continuità, alla cassa integrazione per 13 settimane.
“Al termine di questo periodo sarà necessario e inevitabile la
presentazione di un piano industriale aggiornato con nuove realtà a
cominciare dal Cda integrato con la presenza del pubblico”.
Il Ministro Orlando: "L'incontro dell'altro giorno non è stato risolutivo, ma si è individuato un percorso per arrivare a un quadro più chiaro, come abbiamo detto le 13 settimane di cui disporremmo devono servire a trovare un nuovo assetto della presenza pubblica e a esplicitare il piano industriale.".
Morselli ArcelorMittal: A conclusione dell’incontro, l’amministratore delegato Morselli ha
dichiarato di considerare scaduto l’accordo del 6 settembre 2018 per le
parti che si riferiscono al trattamento economico, ed in particolare
alla norma transitoria sull’erogazione una tantum del 3% del premio di
risultato, e ha anche ribadito l’indisponibilità alla maturazione dei
ratei, e all’integrazione salariale della cassa.
Questo NO in una situazione in cui, a detta della stessa azienda: "la prima
parte dell’anno «è stata positiva... uno degli obiettivi era
quello di cambiare l’approccio in termini di portafoglio e mercato,
visto che oltre il 70% della produzione è stata destinata a quello
italiano, riuscendo ad ottenere una profondità di carico superiore di un
mese rispetto alla norma... Questo ci ha permesso di
riconquistare credibilità e affidabilità, doti che ci aiuteranno nella
seconda parte dell’anno quando riusciremo a crescere significativamente
nei volumi... la nostra intenzione è quella di
procedere nella direzione che ci porterà a raggiungere i cinque milioni
di tonnellate»
I Sindacati:
Fiom: “E’inaccettabile che al termine dell’incontro di ieri al
MiSE l’AD di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli abbia dichiarato di
considerare scaduto l’accordo del 6 settembre 2018 per le parti che si
riferiscono al trattamento economico ed in particolare per quel che
riguarda la corresponsione dell’“una tantum” del 3% della RAL in luogo
del premio di risultato... Così
come nessuna disponibilità è venuta dall’AD sulla maturazione dei ratei e
sulla possibilità di integrare il trattamento di cassa con risorse
proprie. Tutto ciò mentre la stessa Morselli vanta eccellenti risultati
di bilancio segnando nel primo semestre per la prima volta da tanto
tempo un utile netto ed un azzeramento generale della situazione
debitoria". “E’ stata confermata una forte domanda di acciaio sul mercato, che
pertanto non giustifica la richiesta di cassa integrazione ordinaria da
parte dell’azienda... Il Governo ha indicato come queste ulteriori 13 settimane
debbano essere utilizzate per l’apertura di un confronto di merito sulle
prospettive e sulle scelte industriali, ambientali e occupazionali
dell’insieme del gruppo che prepari le condizioni per un accordo
sindacale... chiediamo il rispetto degli accordi e riconfermiamo la necessità di integrare il reddito dei lavoratori in cassa...” .
Fim Cisl: Da parte del governo abbiamo l’impegno a valutare l’uso per Acciaierie D’Italia di ulteriori 13 settimane di cassa post-covid frutto del recente accordo tra governo e sindacato. Abbiamo chiesto su questo fronte un confronto con l’azienda che però preveda la limitazione dell’uso della cassa e favorisca la rotazione delle persone insieme a alla richiesta fatta al governo di sostenere il reddito dei lavoratori”. “Durante l’incontro abbiamo avuto conferma che ci sarà l’insediamento del nuovo CDA il 21 luglio prossimo. Abbiamo chiesto che dopo quella data, si riprenda subito confronto sul piano industriale. ."
Uilm: “non abbiamo ricevuto nessun tipo di rassicurazione. Non c’è un punto fisso da cui partire, sembra si stia navigando a vista. Invitalia da una parte riconferma il piano industriale presentato nel dicembre 2019, che non è mai stato condiviso con le organizzazioni sindacali... C’è una totale confusione e si rimane appesi alla sentenza di turno senza avere un programma industriale di lungo periodo... Acciaierie d’Italia si è impegnata ad avviare un confronto nei vari siti per ridurre il numero dei lavoratori collocati in Cig dal primo luglio ma ha rigettato la nostra richiesta di integrare economicamente la Cig e non ha preso nessun impegno sul futuro occupazionale dei lavoratori di Ilva As e degli appalti... C’è molta delusione perché dopo mesi di attesa non abbiamo ricevuto nessun impegno formale..."
USB: “ArcelorMittal ripresa dal Governo sull’utilizzo della Cassa integrazione: è questo l’unico elemento forte che emerge da un tavolo che poco ha da dire sul quadro complessivo della vertenza Mittal... si ricomincia ogni volta da capo... l’azienda agisce unilateralmente nelle sue scelte producendo malcontento fra le maestranze e stupore tra i ministri del Governo... (la) cassa integrazione è contraddittoria (per la situazione aziendale) e visibilmente gonfiata nei numeri dei lavoratori collocati. Emerge su questo tema – sulla gestione – ancora una grande debolezza di Invitalia... va definito al più presto un percorso che garantisca zero esuberi, il superamento di tutte le fonti inquinanti attraverso un accordo di programma che coinvolga soprattutto gli enti locali... Va definito al più presto un cronoprogramma che definisca puntualmente gli investimenti, le possibili ricadute sul territorio (il presidente della Regione Puglia ha fatto riferimenti a turismo, ricerca e porto)... Nella fase transitoria il governo deve intervenire chiedendo trasparenza a garanzia degli attuali livelli occupazionali e del rientro progressivo dei lavoratori dalla cassa integrazione...".
Emiliano Regione Puglia: Consideriamo l’incontro una specie di nuovo inizio. È la prima volta che il Governo ha chiesto ai due governatori, della Liguria e della Puglia, di stare seduti dalla parte del Governo, questo per noi è un passaggio importante. Siamo pienamente collaborativi, come abbiamo detto. Pensiamo che il lavoro che il sindacato nel suo complesso sta facendo per difendere l’occupazione ma anche le comunità, soprattutto quella pugliese che è a maggior rischio per la salute, sia un lavoro importantissimo. Quindi la natura del sindacato italiano come un sindacato non corporativo, ma capace di interpretare l’interesse generale, in questa trattativa è centrale... Però questo significa prendersi anche delle responsabilità con la Puglia, nel senso che io non sto al tavolo a guardare quello che succede, sto lì per evitare che una nuova Corte d’Assise possa condannare altri manager per aver ripetuto gli errori del passato, perché quella sentenza dice che se anche tu rispetti i limiti legali dell’emissioni ma ammazzi la gente rischi di essere condannato lo stesso. Su questo punto noi dobbiamo uscire...". “In conclusione la considero una giornata positiva... Non c’è una data già fissata per un prossimo incontro, però dal pragmatismo dei tre ministri – e la presenza del ministro Carfagna mi ha fatto molto piacere...”.
Caroli tax force Regione: “Molto importante è l’intesa raggiunta sulla possibilità di ricorrere ad una cassa integrazione in deroga per la durata di 13 settimane grazie ad un intervento legislativo ad hoc, tanto da consentire la tutela dei lavoratori nel tempo necessario alla costituzione del nuovo consiglio di amministrazione e, soprattutto, alla presentazione e discussione di un nuovo piano industriale aggiornato che sostenga la transizione. La Regione Puglia è pronta a dare il proprio contributo alla discussione di merito sul piano industriale della decarbonizzazione”.
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