giovedì 5 maggio 2022

ArcelorMIttal bussa a soldi, soldi... Chiesti sconti sul prezzo d'acquisto e sul canone d'affitto

Da Gianmario Leone - Corriere di Taranto -

"...il closing dell’accordo di investimento tra Arcelor Mittal Holding Srl, Arcelor Mittal Sa e Invitalia in merito al gruppo siderurgico ex Ilva, firmato il 10 dicembre 2020 dai rispettivi amministratori delegati, non si concluderà entro il 31 maggio prossimo come inizialmente previsto.

L’intesa prevedeva un primo aumento di capitale di AmInvest Co. Italy Spa (la società in cui Arcelor Mittal ha investito 1,8 miliardi di euro e che è affittuaria dei rami di azienda di Ilva in Amministrazione Straordinaria) per 400 milioni di euro avvenuto nell’aprile 2021, che ha concesso ad Invitalia il 50% dei diritti di voto della società.

A maggio del 2022, ovvero di quest’anno, era stato poi programmato un secondo aumento di capitale, che prevede una sottoscrizione fino a 680 milioni di euro da parte di Invitalia e fino a 70 milioni di parte di Arcelor Mittal. Questi 680 milioni di euro sono quelli che Invitalia deve versare ad Ilva in Amministrazione Straordinaria per acquistare gli impianti appartenenti al gruppo siderurgico. Al termine di questa seconda operazione, Invitalia diventerà l’azionista di maggioranza con il 60% del capitale della società, avendo Arcelor Mittal il 40%, nonché la proprietaria degli impianti. Ma questa seconda parte dell’accordo, come detto, non sarà per ora rispettato. Per una serie di ragioni.

Le motivazioni, anche queste, sono ampiamente note. Visto che come tutti sanno quell’accordo era subordinato all’attuazione di determinate condizioni sospensive. Che di fatto non si sono realizzate, a cominciare dal dissequestro degli impianti dell’area a caldo, per cui i Commissari straordinari di Ilva in AS hanno presentato apposita istanza presso la Corte d’Assise di Taranto lo scorso 30 marzo...
Detto ciò, come scrivemmo tempo addietro, le parti in causa, ovvero ArcelorMittal Italia, socio privato di Acciaierie d’Italia, quello pubblico ovvero Invitalia e i Commissari straordinari di Ilva in AS (che sono ancora oggi i proprietari del siderurgico, hanno intavolato una trattativa per la revisione dell’accordo del 2020.

Per quanto attiene la struttura commissariale la posizione è su per giù la seguente: indipendentemente da quelle che saranno le richieste di Acciaierie d’Italia, i Commissari sono per il mantenimento della coerenza della proroga del contratto con l’attuale rapporto contrattuale...

Secondo fonti ben informate sul dossier, pare invece che ArcelorMittal Italia abbia chiesto uno sconto di 200 milioni di euro sul prezzo finale d’acquisto ed un taglio del 25% sul canone d’affitto. Richieste a cui i Commissari avrebbero già opposto un netto rifiuto, essendo questioni sin troppo delicate da inserire in un nuovo accordo. Come si ricorderà ArcelorMittal Italia, nell’intesa del marzo 2020, ottenne già uno sconto sul 50% del canone totale di 180 milioni che scese a 90 milioni, con pagamento differito all’atto dell’acquisto. Il cui acquisto nel 2017 venne valutato in 1,8 miliardi di euro, a cui l’azienda chiede di sottrarne 200 in virtù del fatto che nel 2018, l’anno in cui subentro come affittuaria, il valore di mercato e patrimoniale dell’azienda non fosse quello dell’anno precedente. La struttura commissariale però, è bene sempre ricordarlo, di quelle risorse economiche ha bisogno, visto che per pagare gli interessi (pari all’11% su decisione dell’Unione Europea e che attualmente sono nell’ordine di 400 milioni solo per la prima tranche del finanziamento che si ottenne in tre interventi diversi da parte dello Stato) sui finanziamenti avuti dallo Stato dopo il 2015 che in totale ammontano a 1 miliardo di euro.

La sensazione è che la proroga del contratto arriverà all’estate del 2023, quando è prevista la scadenza dell’attuazione di tutte le prescrizioni del Piano Ambientale 2017...

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