venerdì 20 maggio 2022

La giornata di lotta a Taranto contro la guerra e lo scarico delle spese militari sui lavoratori e lavoratrici a Taranto

 

Nella giornata di lotta del 20 maggio, interna allo sciopero dichiarato da diversi sindacati di base a livello nazionale, lo Slai cobas per il sindacato di classe ha sviluppato due iniziative: 

 
- una campagna alle Acciaierie e all’Appalto, con striscioni e volantini concentrati sulla mozione contro la guerra già sottoscritta da circa 200 operai e lavoratori; una massiccia presenza di striscioni e locandine centrate sulla continuità dello sciopero, dopo la riuscita giornata di sciopero del 6 maggio con la forte contestazione operaia dell’Amm. Del. Morselli - forti della convinzione che non si può arrivare ad un vero sciopero nazionale generale senza che ci sia sciopero nella grandi fabbriche del nostro paese, che richiede un percorso di scioperi e mobilitazioni legate alle condizioni e alle problematiche che sono interne alla politica di padroni e governo e hanno ora un nesso stretto e profondo con la guerra, come è per l’acciaio e le fabbriche siderurgiche.
L’iniziativa alla fabbrica è stata accolta con interesse e certamente non si esaurisce con la giornata del 20. 
Rileviamo, però, ancora una volta che l’Usb, che pure risulta tra le organizzazioni promotrici dello sciopero del 20, non ha fatto assolutamente nulla in questa giornata alle Acciaierie d’Italia, appalto.

- La seconda iniziativa è stata un presidio di tutte le rappresentanze dello Slai cobas sc alla Prefettura. Presenti operai rappresentanti della Tessitura di Mottola, degli appalti comunali, lavoratori cimitero, lav. ex pasquinelli, pulizie scuole e un forte contingente di lavoratrici degli asili; presenti la Fgc, Sinistra anticapitalista.

Al presidio ha partecipato l’Usb ma solo con un gruppo della Cemitaly e solo per la loro vertenza, peraltro entrata in una fase ambigua, in questo periodo elettorale.

Durante il presidio, disertato dalla stampa locale, ormai tutta schiacciata sulle elezioni e le campagne elettorali, i lavoratori hanno socializzato le lotte in corso e rafforzato la solidarietà e l’autorganizzazione.

La prefettura, incalzata, ha ricevuto una delegazione rappresentativa di operai, lavoratrici e lavoratori.

Nell’incontro in prefettura i rappresentanti Slai cobas sc hanno spiegato i motivi della giornata di lotta e dell’incontro: trasmettere al governo la ferma opposizione alla posizione italiana nella guerra ucraina e l’opposizione all’aumento delle spese militari, al riarmo che alimenta la guerra e viene scaricato sui lavoratori, in particolare sui salari e il lavoro. Si è chiesto un Tavolo per affrontare misure concrete e d’emergenza a fronte del carovita che sta taglieggiando i salari e che per molti è in realtà la misera cassintegrazione permanente e per le lavoratrici e lavoratori degli appalti comunali il permanere di una precarietà a orari ridotti, a doppio sfruttamento, del rifiuto della proposta seria di internalizzazione, arma per la stabilizzazione e la fine della guerra tra poveri alimentata dalle amministrazioni locali.

La prefettura, a parte il merito di aver ricevuto la delegazione, ha espresso un tiepido impegno sulla questione del carovita e uno più sentito nei confronti degli operai della Tessitura Albini di Mottola che hanno chiesto con forza e urgenza un Tavolo generale con tutte le parti in campo per rivendicare la riapertura della fabbrica con l’assunzione di tutti i lavoratori e con la conservazione dei loro diritti, l’integrazione alla cassintegrazione e il suo rinnovo a fine anno ove una soluzione lavorativa ancora non ci fosse. Chiaramente la delegazione ha denunciato il tentativo di usare e coinvolgere i lavoratori, con sindacalisti compiacenti, in promesse elettorali e allo scopo di tenerli buoni e fermarne la lotta necessaria.

Il presidio delle lavoratrici degli asili si è spostato compatto dalla prefettura al Comune, interlocutore diretto, anche se attualmente commissariato, delle loro rivendicazioni.

Vi è stato in tarda mattinata un incontro col Direttore generale del Comune, nel quale vi è stata una apertura (ma da confermare nei prossimi giorni) sulla richiesta dello Slai cobas di coprire con il lavoro almeno 1 mese dei due di sospensione estiva, anche a fronte del peggioramento della condizione salariale delle lavoratrici per carovita, aumento di bollette conseguenza dell’economia di guerra scaricata sui lavoratori e lavoratrici. Inoltre il Comune ha convenuto sulla legittimità della richiesta di internalizzazione da riprendere in termini concreti, verificando insieme i percorsi possibili, con la prossima nuova Amministrazione.

Una giornata di lotta utile nella prospettiva dell’opposizione alla guerra, della continuità della lotta per lavoro e salario, nella prospettiva di un vero sciopero generale.

Durante il presidio i lavoratori sono stati invitati ad un incontro di Formazione operaia teorico-politico, centrato su un libricino degli anni ‘70 di raccolta di scritti di Lenin, affrontato e commentato in un opuscolo, sui sindacati, gli scioperi e la lotta all’economicismo.

Durante il presidio è stato anche annunciata l’iniziativa in preparazione, anche con la realtà cittadine non presenti oggi, del 2 giugno, dove l’opposizione alla guerra si concentrerà verso la grande Base navale della Marina e della Nato e contro le grandi manovre guerrafondaie degli eserciti imperialisti/Nato in atto proprio in questi giorni in tutta l’arco dello Jonio e del Mediterraneo prossimo a Taranto.

Report a cura dello Slai cobas per il sindacato di classe.





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