Riportiamo stralci dall'intervento fatto dallo Slai cobas di
Taranto all'assemblea proletaria anticapitalista nazionale del 9
maggio
"...Ciò che succede in questa fabbrica, le sue contraddizioni, pesano, nel male e nel bene, a livello nazionale. Il 6 maggio vi è stato uno sciopero molto riuscito, con una mobilitazione dalla mattina alla sera. Vi sono state forme nuove di lotta, picchetti effettivi e chiusure dei cancelli anche alle portinerie dirette, non solo all'appalto, che hanno contribuito alla riuscita dello sciopero e al blocco della produzione. Anche se l’azienda anche questa volta ha tentato una mega comandata, questa manovra è fallita.
Vi è stata una forte combattività
operaia, con punte alte nella protesta contro la sfida dell'Amm. deleg. Morselli che pensava di
intimidire gli operai, ma è venuta per suonare ed è stata suonata. In maniera compatta,
anche con i delegati, vi è stata una protesta molto forte, gridando alla Morselli di andare via,
che non era quello il giorno di parlareai lavoratori (tra l’altro non ha nemmeno parlato),
quella era la giornata degli operai che stavano scioperando. Sono arrivati
gli operai dalle altre portinerie; ad un certo punto hanno detto
andiamo sopra per mandarla via, vi è stato breve
scontro con la digos che cercava di bloccare gli operai, senza
riuscirci, anche per nostra iniziativa, e poi momenti accesi, anche con faccia a faccia con la Morselli da parte di alcuni operai e anche da parte della rappresentante dello Slai cobas sc.
Il 6 maggio è stato un oggettivo passo avanti, almeno per Taranto, e dati i numeri può influenzare anche la situazione degli stabilimenti ex Ilva in altre città. I numeri pesano e speriamo che si continui.
Ci sono 8200 operai, con tantissime cig, poi ci sono i 1600 cig che non sono proprio entrati in Acciaierie d’Italia e sono parcheggiati nell’amministrazione straordinaria di Ilva, e non portano proposte concrete ne i sindacati confederali ne l'Usb che propone un accordo tipo Genova, lavori di pubblica utilità per i cassintegrati - Ma questo detto a Taranto dove dovrebbero essere occupati nelle bonifiche dell’area industriale e non a tagliare il verde sotto i Comuni (e dove il governo in questi giorni ha in modo vergognoso stornato 150 milioni dai fondi delle bonifiche per la produzion) non va proprio bene.
Da parte degli operai c’è sostegno alle nostre proposte:
Rispetto alle altre volte il 6 può aprire una nuova fase. Gli stessi operai ora dicono ‘portiamo la lotta in città’. Lo sciopero ha mostrato che le cose possono non restare uguali e che ci può essere una lotta degli operai su obiettivi di classe molto più chiari.
(E’ ora anche di liberarsi di una sorta di cretinismo giuridico, portato anche il 6 maggio da ex Cub/ora Mlo, per cui tutto diventa ricorsi alla Corte europea, posti alternativi alla lotta; questi sono ostacoli, scimmie addosso che frenano una effettiva ribellione).
Noi siamo la voce autonoma degli operai. A volte ci sembra che il lavoro grandissimo, di attività che facciamo alla fabbrica non porti risultati, ma poi c’è una sorta di accumulazione e viene preso in mano dagli operai e diventano loro proposte, loro linee.
La nostra presenza diretta, faccia a faccia con la Morselli ha trovato accordo, rispetto, apprezzamento da parte degli operai, che riconoscono chi è combattivo e chi continua a ripetere la stessa solfa senza portare un cambiamento.
A livello nazionale è importante portare la comprensione, che stiamo parlando della più grande fabbrica siderurgica d’Italia e d’Europa.
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