TARANTO – Un sasso lanciato nello stagno che continua a produrre effetti e a gettare ombre su quanto avviene in Ilva. Ci riferiamo alle dichiarazioni rilasciate dal Procuratore della Repubblica Carlo Maria Capristo in seguito all’incidente mortale che sabato scorso ha visto coinvolto il giovane Giacomo Campo. Parole definite dallo Slai Cobas “gravi e sconcertanti”. Questa la frase che crea scalpore: “Ho l’impressione, ma è solo un’impressione, che qualcuno stia remando contro” alludendo forse al fatto che sul nastro trasportatore dove ha trovato la morte l’operaio è stata riscontrata una lesione anomala. Si insinua, quindi, il dubbio su un possibile sabotaggio.
«Con queste dichiarazioni “sibilline” – sottolinea lo Slai Cobas il nuovo Procuratore di Taranto ha lanciato un allarmismo – questo sì “scomposto” – che ha come effetto quello di coprire le vere responsabilità dei Commissari e del governo sulla morte di Giacomo Campo. All’Ilva chi sta “remando contro” la sicurezza degli operai sono i Commissari che stanno mandando la fabbrica alla deriva non facendo neanche l’ordinaria manutenzione. Una fabbrica dove, come denunciano da tempo gli operai, manca di tutto, pure i Dpi; gli impianti sono sempre più insicuri, e gli operai vengono mandati allo sbaraglio. Prima o poi l’infortunio grave doveva succedere, e quello di Giacomo è un assassinio annunciato. Per non dire che tutta questa situazione in fabbrica è già costata dalla gestione dei Commissari quattro morti. Ma questo il Procuratore non lo dice».