Il ministro della Difesa e L’ammiraglio Giuseppe DeGiorgi durante la cerimonia di avvicendamento al vertice della Marina Militare.(Roma 22 Giugno 2016).
Tangenti
Tocca Spezia, ora, una nuova inchiesta tarantina, opera del pm Maurizio Carbone. E’ nata dalla denuncia di una società, Le.De.,
stanca di pagare un pizzo del 10%, ad ogni appalto della Marina. Ha
messo a nudo un sistema, basato sulle mazzette. E molti protagonisti,
hanno operato a lungo qui.
L’imprenditore che ha fatto denuncia, ed è fallito, perché estromesso dalle gare, sostiene che l’imposizione del 10% di tangente fosse una prassi, una disposizione che veniva dai superiori.
Malavitosi
Il
giudice di Taranto, Pompeo Carriere, dice che i militari “chiedevano il
pizzo con brutale e sfacciata protervia”. Come “malavitosi”, a botte da
2500 euro. Era la mazzetta base, da consegnare già imbustata.
Il primo a finire in manette è stato l’ex comandante di Maricommi Taranto, Roberto La Gioia, 45 anni:
gli contestano oltre 44 mila euro di mazzette. Poi, sono scattate
ordinanze di custodia cautelare, all’indirizzo dei capitani Alessandro
Dore e Giovanni Caso, e Attilio Vecchi, 54 anni, Riccardo Di Donna, 45,
Marco Boccadamo, 50, Giovanni Cusmano, 47, e Giuseppe Coroneo, 46. E del
luogotenente Antonio Summa, 53 anni, e del dipendente civile Leandro De
Benedictis, 55.
In flagranza
L’alto
ufficiale Giovanni Di Guardo è stato arrestato con la mazzetta in mano:
i soliti 2.500 euro. Li stava prendendo da Vincenzo Pastore,
imprenditore, arrestato anch’egli: per un appalto per le pulizie. E’
scattato l’arresto anche per l’ufficiale Fabrizio Germani.
Di Guardo e Germani sono molto conosciuti, qui. Di Guardo è
stato per anni alla base navale della Spezia, e s’è occupato – anche
qui – di gare e di appalti. Deve rispondere del patto che avrebbe fatto
per pilotare un appalto da 11 milioni: una tangente da 200 mila euro,
più auto di lusso. Ci sono ancora, sulla Gazzetta della Repubblica, i
bandi spezzini che ha curato. E ci sono, sul suo profilo Facebook, le foto in barca, a Lerici e a Portovenere.
Ci
sono poi scatti nelle località di tendenza, come Saint Tropez, e alla
Fashion Week di Milano, alle sfilate. E spesso, con auto di lusso.
Fabrizio Germani è proprio spezzino. Nella sua carriera ha alternato
incarichi qui, e a Taranto. Alla base navale spezzina, era dirigente del
commissariato della Marina.
È conosciuta alla Spezia anche il tenente di vascello Francesca Mola.
Ha 31 anni, e collaborava con Di Guardo. E’ accusata di aver preso
parte alla richiesta di tangenti: la sua parte – per l’accusa – era di
12.500 euro, per il bando sulle pulizie. E’ il primo militare donna
italiano, accusata di questo tipo di reato.
Solo a Taranto?
È inevitabile chiedersi se sia possibile, che “la prassi” degli ufficiali corrotti valesse
solo quando erano a Taranto: specie se è vero quel che dice l’accusa,
che il sistema era “imposto” dai vertici. Possibile che il vizietto del
pizzo sia stato sempre e solo tarantino?
Con l’Arsenale di Taranto,
Spezia condivide moltissimo: anche i tragici casi di mesotelioma, per
esposizione all’amianto. Nessuno disse nulla, all’epoca: né là né qui..
Certo: qui, nessuna ditta ha mai denunciato niente.
Nessun
malcostume. Fatto sta: in Rete ci sono post in cui di militari e civili
della Difesa, che scrivono che “ci sia da indagare anche alla Spezia”, e
raccontano anche presunti episodi di malcostume. Come il sottocapo di
poppa, che “di notte vedeva sbarcare impunemente le provviste migliori,
imbarcate di giorno”. E “al parcheggio, vedeva solo automobili di grossa
cilindrata”. Si tratta solo di leoni da tastiera?
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