Nei prossimi giorni denuncia e iniziativa dello Slai cobas sc a Taranto sul trattamento di migranti in un centro da parte della stessa Associazione che gestisce l'Hotspot di Taranto.
(dalla stampa di Alessandria) - Da quando il Ministro dell'Interno Angelino
Alfano ha dato il via al cosiddetto «alleggerimento delle frontiere», a
Ventimiglia si verificano ogni giorno trasferimenti forzati di migranti
dal confine con la Francia fino a Taranto e altre città del sud Italia.
Diversi avvocati e organizzazioni non governative hanno denunciato
margini di illegittimità in quelle che volontari e attivisti definiscono
"deportazioni", ma il punto che trova tutti d'accordo è un altro:
l'elevato costo e l'inefficacia di queste operazioni di "decompressione
territoriale".
Tra maggio e giugno, le persone trovate senza documenti che attestino la
loro richiesta di asilo, venivano trattenute dalle forze dell'ordine e
successivamente trasferite all'aeroporto di Genova, dal quale venivano
accompagnati al sud Italia con gli aerei della Mistral Air (compagnia
delle Poste Italiane), che fin dal 2011 lavora per conto del Ministero
degli Interni, ai tempi di Maroni al costo di 6.000 euro
all'ora.
Negli ultimi mesi, «per risparmiare - ipotizza Roberto Traverso,
segretario ligure del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia - le
sempre più frequenti scorte dei migranti su e giù per l'Italia avvengono
su strada, impiegando gli agenti fino a 24 ore di seguito».
Al termine di questi viaggi, i migranti vengono rilasciati liberi di
risalire l'Italia e tornare a Ventimiglia, in alcuni casi «prima che gli
stessi pullman con cui sono stati trasferiti facciano ritorno al
confine».
Non è semplice ricostruire la dinamica e i costi di queste operazioni
attraverso fonti ufficiali. Il Ministero dell'Interno e la Prefettura di
Imperia non «ritengono necessario» fornire delucidazioni non solo ai
giornalisti, ma neppure agli operatori della Croce Rossa che gestiscono
il centro di accoglienza di Ventimiglia e vedono «sparire» da un giorno
all'altro ospiti del Centro «in procinto di chiedere asilo», come
denuncia Daniela Zitarosa, operatrice legale della diaconia valdese.
Alessandra Ballerini, avvocato che segue diverse tra queste richieste di
asilo, aggiunge che «non c'è nessuna norma di legge che preveda questa
limitazione della libertà di circolazione e il fatto che delle persone,
per altro già identificate, possano essere trasferite coattivamente da
una parte all'altra d'Italia».
Stando a una fonte qualificata vicina al Comune di Ventimiglia, si
attesta tra i 5.000 e i 5.500 euro per tratta, il costo che la
Prefettura pagherebbe per questi trasferimenti.
Se calcoliamo una tratta al giorno, si può quindi stimare una spesa
minima mensile pari a 150 mila euro, a cui vanno aggiunte le spese per
straordinari, vitto e l'alloggio dei poliziotti che scortano il
convoglio, tipicamente composto da due pullman con 50 migranti.
La Prefettura non chiarisce le procedure (gara, indagine di mercato) di
affidamento del servizio, e non è chiaro se questi soldi siano incassati
dall'azienda pubblica "Riviera Trasporti" o dalla quasi omonima
"Riviera Trasporti Linea", società privata che già incassa i contributi
della Regione per il servizio ordinario.
I poliziotti del Siap insistono sulla pericolosità di queste operazioni
in cui i migranti viaggiano contro la propria volontà: «I migranti
trascorrono la notte al Commissariato di Ventimiglia dormendo a terra,
senza bagni dedicati e areazione (…) l'unica sosta prevista durante il
viaggio è dentro la struttura della Polizia Stradale di Bugnato, dove
sono presenti solo due bagni chimici per cento persone».
Infine, dichiara Roberto Traverso a Repubblica: «I colleghi si trovano a
reggere lo sguardo di chi questi trasferimenti li subisce, occhi di
persone disperate che hanno bisogno di risposte che gli dovrebbe dare
chi chiude le frontiere, non chi si dovrebbe occupare di ordine
pubblico.»
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