domenica 25 settembre 2016

Ventimiglia-Taranto, sprechi e misteri dei trasferimenti al sud dei migranti

Nei prossimi giorni denuncia e iniziativa dello Slai cobas sc a Taranto sul trattamento di migranti in un centro da parte della stessa Associazione che gestisce l'Hotspot di Taranto.

 (dalla stampa di Alessandria) - Da quando il Ministro dell'Interno Angelino Alfano ha dato il via al cosiddetto «alleggerimento delle frontiere», a Ventimiglia si verificano ogni giorno trasferimenti forzati di migranti dal confine con la Francia fino a Taranto e altre città del sud Italia.
Diversi avvocati e organizzazioni non governative hanno denunciato margini di illegittimità in quelle che volontari e attivisti definiscono "deportazioni", ma il punto che trova tutti d'accordo è un altro: l'elevato costo e l'inefficacia di queste operazioni di "decompressione territoriale".
Tra maggio e giugno, le persone trovate senza documenti che attestino la loro richiesta di asilo, venivano trattenute dalle forze dell'ordine e successivamente trasferite all'aeroporto di Genova, dal quale venivano accompagnati al sud Italia con gli aerei della Mistral Air (compagnia delle Poste Italiane), che fin dal 2011 lavora per conto del Ministero degli Interni, ai tempi di Maroni al costo di 6.000 euro

all'ora.
Negli ultimi mesi, «per risparmiare - ipotizza Roberto Traverso, segretario ligure del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia - le sempre più frequenti scorte dei migranti su e giù per l'Italia avvengono su strada, impiegando gli agenti fino a 24 ore di seguito».
Al termine di questi viaggi, i migranti vengono rilasciati liberi di risalire l'Italia e tornare a Ventimiglia, in alcuni casi «prima che gli stessi pullman con cui sono stati trasferiti facciano ritorno al confine».
Non è semplice ricostruire la dinamica e i costi di queste operazioni attraverso fonti ufficiali. Il Ministero dell'Interno e la Prefettura di Imperia non «ritengono necessario» fornire delucidazioni non solo ai giornalisti, ma neppure agli operatori della Croce Rossa che gestiscono il centro di accoglienza di Ventimiglia e vedono «sparire» da un giorno all'altro ospiti del Centro «in procinto di chiedere asilo», come denuncia Daniela Zitarosa, operatrice legale della diaconia valdese.
Alessandra Ballerini, avvocato che segue diverse tra queste richieste di asilo, aggiunge che «non c'è nessuna norma di legge che preveda questa limitazione della libertà di circolazione e il fatto che delle persone, per altro già identificate, possano essere trasferite coattivamente da una parte all'altra d'Italia».
Stando a una fonte qualificata vicina al Comune di Ventimiglia, si attesta tra i 5.000 e i 5.500 euro per tratta, il costo che la Prefettura pagherebbe per questi trasferimenti.
Se calcoliamo una tratta al giorno, si può quindi stimare una spesa minima mensile pari a 150 mila euro, a cui vanno aggiunte le spese per straordinari, vitto e l'alloggio dei poliziotti che scortano il convoglio, tipicamente composto da due pullman con 50 migranti.
La Prefettura non chiarisce le procedure (gara, indagine di mercato) di affidamento del servizio, e non è chiaro se questi soldi siano incassati dall'azienda pubblica "Riviera Trasporti" o dalla quasi omonima "Riviera Trasporti Linea", società privata che già incassa i contributi della Regione per il servizio ordinario.
I poliziotti del Siap insistono sulla pericolosità di queste operazioni in cui i migranti viaggiano contro la propria volontà: «I migranti trascorrono la notte al Commissariato di Ventimiglia dormendo a terra, senza bagni dedicati e areazione (…) l'unica sosta prevista durante il viaggio è dentro la struttura della Polizia Stradale di Bugnato, dove sono presenti solo due bagni chimici per cento persone».
Infine, dichiara Roberto Traverso a Repubblica: «I colleghi si trovano a reggere lo sguardo di chi questi trasferimenti li subisce, occhi di persone disperate che hanno bisogno di risposte che gli dovrebbe dare chi chiude le frontiere, non chi si dovrebbe occupare di ordine pubblico.»

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