È iniziata a Taranto la visita di una delegazione del gruppo indiano Jindal, che nelle scorse settimane aveva espresso una manifestazione di interesse per partecipare alla cordata di AcciaItalia, la newco costituita da Cdp Equity, la DelFin di Leonardo Del Vecchio e Arvedi per l’acquisizione dell’Ilva.
A quanto apprende e rivela l’Adnkronos la delegazione di Jindal, che comprenderebbe una quindicina di persone fra tecnici e manager, sarebbe accompagnata proprio da rappresentanti di AcciaItalia. Nel corso della visita, della durata di una settimana, i delegati di Jindal studieranno – fra l’altro – i processi produttivi ed avranno contatti dentro e fuori l’azienda.
(leggi anche http://www.corriereditaranto.it/2016/09/07/vendita-ilva-del-vecchio-prudente-studiamo-jindal-ci-vuole-piano-finanziario-certo-serio/)
Ricordiamo che già a settembre del 2014 il gruppo indiano aveva espresso
l’intenzione di partecipare alla gara per l’Ilva, inviando propri tecnici in visita negli stabilimenti italiani. Con l’eventuale contributo della società indiana, la cordata che fa capo alla newco AcciaItalia, costituita da Cdp, la DelFin di Leonardo Del Vecchio e Arvedi, si arricchirebbe di quell’importante partner industriale internazionale, ritenuto fondamentale da tutti per portare a termine l’operazione di affitto del ramo d’azienda del gruppo siderurgico. Una casella, quella del partner internazionale che, nei piani iniziali, doveva essere occupata dai turchi di Erdemir. Ma, al momento di formalizzare l’ingresso nella cordata a fine giugno, i turchi preferirono prendere tempo, rimandando la decisione definitiva in autunno, a novembre, quando si saprà quale delle due cordate ha ottenuto l’ok da parte del comitato di esperti nominato dal ministero dell’Ambiente per valutare in che modo le due cordate intendono realizzare le prescrizioni presenti nei due piani ambientali.
L’interesse degli indiani fu confermato anche dal presidente di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, attraverso un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’ due settimane fa nella quale dichiarò: “Stiamo controllando le capacità tecniche e tecnologiche di Jindal per vedere se risponde a queste caratteristiche”.
Del resto, l’Ilva è al centro dell’attenzione in questo periodo più che mai: sono in gioco, come detto, le sorti dell’azienda. E a ribadirlo, per esempio, è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che partecipa all’assemblea generale a Taranto: “L’Ilva deve continuare a vivere perchè è parte di una filiera industriale determinante per il paese”. “Ricordiamo – ha aggiunto – che il nostro è un paese di trasformazione. Non abbiamo materie prime e vendiamo nel mondo prodotti e servizi. Avere una industria cosiddetta primaria, competitiva nel paese, è determinante per l’intero indotto dell’industria italiana, non solo per una questione territoriale legata a Taranto”.
A quanto apprende e rivela l’Adnkronos la delegazione di Jindal, che comprenderebbe una quindicina di persone fra tecnici e manager, sarebbe accompagnata proprio da rappresentanti di AcciaItalia. Nel corso della visita, della durata di una settimana, i delegati di Jindal studieranno – fra l’altro – i processi produttivi ed avranno contatti dentro e fuori l’azienda.
(leggi anche http://www.corriereditaranto.it/2016/09/07/vendita-ilva-del-vecchio-prudente-studiamo-jindal-ci-vuole-piano-finanziario-certo-serio/)
Ricordiamo che già a settembre del 2014 il gruppo indiano aveva espresso
l’intenzione di partecipare alla gara per l’Ilva, inviando propri tecnici in visita negli stabilimenti italiani. Con l’eventuale contributo della società indiana, la cordata che fa capo alla newco AcciaItalia, costituita da Cdp, la DelFin di Leonardo Del Vecchio e Arvedi, si arricchirebbe di quell’importante partner industriale internazionale, ritenuto fondamentale da tutti per portare a termine l’operazione di affitto del ramo d’azienda del gruppo siderurgico. Una casella, quella del partner internazionale che, nei piani iniziali, doveva essere occupata dai turchi di Erdemir. Ma, al momento di formalizzare l’ingresso nella cordata a fine giugno, i turchi preferirono prendere tempo, rimandando la decisione definitiva in autunno, a novembre, quando si saprà quale delle due cordate ha ottenuto l’ok da parte del comitato di esperti nominato dal ministero dell’Ambiente per valutare in che modo le due cordate intendono realizzare le prescrizioni presenti nei due piani ambientali.
L’interesse degli indiani fu confermato anche dal presidente di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, attraverso un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’ due settimane fa nella quale dichiarò: “Stiamo controllando le capacità tecniche e tecnologiche di Jindal per vedere se risponde a queste caratteristiche”.
Del resto, l’Ilva è al centro dell’attenzione in questo periodo più che mai: sono in gioco, come detto, le sorti dell’azienda. E a ribadirlo, per esempio, è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che partecipa all’assemblea generale a Taranto: “L’Ilva deve continuare a vivere perchè è parte di una filiera industriale determinante per il paese”. “Ricordiamo – ha aggiunto – che il nostro è un paese di trasformazione. Non abbiamo materie prime e vendiamo nel mondo prodotti e servizi. Avere una industria cosiddetta primaria, competitiva nel paese, è determinante per l’intero indotto dell’industria italiana, non solo per una questione territoriale legata a Taranto”.
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